Quattro autori italiani moderni nel concerto diretto da Mario Rossi

Quattro autori italiani moderni nel concerto diretto da Mario Rossi Inaugurata la stagione d'autunno all'Auditorium Quattro autori italiani moderni nel concerto diretto da Mario Rossi Balletti di Diaghilev. Serata italiana per l'inaugurazione della stagione sinfonica del Terzo Programma. In apertura le solide Architetture di Ghedini, con le quali si apriva al compositore piemontese, verso il 1940, una via di consapevole inserzione nelle correnti della musica moderna. Le due composizioni seguenti presentavano la curiosa particolarità d'essere il più recente e il più antico esempio di una tendenza ch'ebbe tanta diffusione nel periodo neoclassico, e che consisteva nel rifacimento stilistico di musiche del passato, talvolta francamente citate e riscritte, per cui si chiamò quest'indirizzo: « musica al quadrato ». Lo esempio più antico è la suite del balletto Le donne di buon umore di Vincenzo Tommasini, che appunto per questo suo primato cronologico si assicura un suo posticino nella storia della musica. Sono cinque Sonate di Scarlatti, elegantemente strumentate per orchestra, ad uso dei . e , uaà l a uiae ar : o e n ao si lo i, e ei L'esempio recente è il Con-1 certo per Franco Petracchì, nel quale Virgilio Mortari si è divertito ad accomodare per contrabbasso e orchestra quattro pezzi di Geminiani, Boccherini, Bonporti e Paganini-Liszt (la celebre Campanella) ad uso del bravissimo contrabbassista 'Petracchi, che ne fornisce un'esecuzione eccezionale per agilità e nettezza di canto anche nelle note più sepolcrali. Dopo la Sonata di Viozzi e il Concerto grottesco di Buechi, ecco un'altra prova della sorprendente voga che il contrabbasso va riprendendo, dopo i fasti ottocenteschi di Bottesini, come strumento solista. Di grande interesse l'esecuzione dell'Alcesti di Giovanni Salviucci, il musicista che morendo a trent'anni nel 1937 lasciò largo ed amaro rimpianto. Coetaneo di Daliapiccola e di Petrassi, Salviucci avrebbe potuto dare una terza dimensione alla fioritura della musica italiana nel segno del neo-madrigallsmo. B -1 La vocazione corale che si i e a , . e a , i o a l o a l . tro a y, seti, oio rnsi vi o lè le a a; uo manifesta in questa scena tragica tratta dal capolavoro di Euripide è impressionante. Pur integrato da un'orchestra densamente contrappuntistica, e non priva di effetti originali, il coro qui fa tutto: il lamento unanime iniziale, poi si frammenta dialogicamente, separando le voci maschili da quelle femminili; a un certo punto dà voce anche ai due personaggi invisibili, Alcesti e Admeto, come in un moderno Amflparnaso. , La scrittura, densamente polifonica, colpisce oggi per la sua sincerità. E' musica in presa diretta, che discende da un preciso bisogno espressivo e fantastico. Si scopriva allora, nel corso degli anni Trenta, la nuova presenza d'una musica italiana. Prima c'erano Respighi, Pizzetti, Malipiero, Casella, ma non c'era, o non pareva che ci fosse una musica italiana. Fu la nuova generazione, quella di Dallapiccola e Petrassi, a darne tangibile prova. E Salviucci, in questo senso, era forse il più esemplare. In lui si vede bene,come quei maestri (la generazione dell'Ottanta) non avessero solo lavorato per proprio conto, ma ormai pervenissero a fare tradizione, a fondare i presupposti storici d'una nuova musica italiana. E' sorprendente come in questa Alcesti Salviucci pervenga ad uno stile moderno unicamente attraverso le esperienze di quei maestri nostrani, senza che si percepisca la minima traccia d'influenze direttamente strawinskyane, hindemithiane, e meno che mai, espressionistiche od atonali. Eppure musica moderna è, e originale. Mario Rossi ne ha dato una splendida esecuzione, di cui molto merito va dato naturalmente al coro, istruito da Ruggero Maghini. L'orchestra, reduce da Bonn, è in piena forma. Noi torinesi dovremmo accorgerci una buona volta che quest'orchestra è una delle prime del mondo, e che Mario Rossi, ieri sera pieno d'entusiasmo, di slancio, preciso nel gesto, comunicativo, è quel che si dice un grande direttore. m. ni*

Luoghi citati: Bonn