Al Sinodo i vescovi chiedono maggior libertà per i fedeli
Al Sinodo i vescovi chiedono maggior libertà per i fedeli Al Sinodo i vescovi chiedono maggior libertà per i fedeli Il belga Suenens: «Abbiamo troppa paura delle eresie» - L'inglese Heenan: «Non è facile stabilire quel che è vero» - Il jugoslavo Pogaknic: «La Chiesa si occupi di più dei problemi sociali e non si perda in sottigliezze teologiche» (Nostì-o servizio particolare) Città del Vaticano, 5 ottobre. Lo scontro dottrinale fra progressisti e conservatori è esploso stamane al Smodo mondiale dei vescovi sotto gli occhi di Paolo VI che, per la prima volta, ha voluto presiederne una seduta effettiva. E' rimasto sul seggio un'ora e mezzo durante la quale ha assistit senza dire una parola, a un dibattito estremamente serrato, anche se contenuto nella forma in omaggio alla sua presenza. I maggiori leaders innovatori (il belga Suenens, l'inglese Heenan e parecchi altri) hanno attaccato a fondo la relazione sui « pericoli per la fede » presentata ieri all'assemblea dal cardinale Michele Brown, esponente dell'ex S. Offizio. Suenens ha proposto l'istituzione di una Pontificia commissione teologica a Roma formata di studiosi di tutte le scuole per aiutare il Papa e le congregazioni nelle diffìcili ricerche. I conservatori, come controproposta, hanno chiesto a Paolo VI di promulgare, dopo il Smodo, un'enciclica che riaffermi l'autorità del Magistero ed elenchi gli errori più gravi dell'attuale teologia. Il card. Giuseppa Siri, ar¬ civescovo di Genova, è intervenuto per primo dicendo che; letta la relazione Brown, l'aveva giudicata troppo negativa ma che ieri, ascoltato il relatore, ha mutato opinione. Nel rapporto è indicata una reale crisi di magistèro, mancano però i rimedi che, a suo giudizio, consistono nella riaffermazione dell'importanza del Magistero ordinario che i fedeli devono accettare. Tuttavia il porporato ha insistito sul fatto che è indispensabile sapere quando tale Magistero è « autentico e infallibile » e quando, in vece, lascia la porta aperta all'opinabilità. Questa certezza distruggerebbe in radice ogni pericolo dottrinale perché « si deve prestar fede alla Rivelazione e non alle opinioni teologiche ». Le ostilità contro la Curia sono state aperte dal card. Suenens. Tranne qualche parte — ha detto — la relazione è molto negativa, è priva di qualsiasi ispirazióne positiva, non distingue fra errori reali di dottrina e infelici espressioni da parte di teologi; è, anzi, un documento alquanto spiacevole per i teologi che studiano con onestà e fede in Cristo; dà l'impressione che la Chiesa sia una fortezza assediata in assetto di difesa. Ancor più polemico l'intervento del primate inglese Heenan. Non è facile stabilire ciò che è vero e. ciò che non lo è, ha dichiarato in sostanza. La relazione teològica è molto nera, privia 'di 4ina-, mismo. .Dev'essere"mutato" il suo stèsso titolo che parla di « pericoli ed errori » ih quello di «evoluzione della dottrina ». Occorre una larga apertura per rendere la fede comprensibile all'uomo d'oggi. Il cardinale indonesiano Darmajuawana ha detto che l'attuale concezione del Magistero papale è fuori dèi concetto conciliare sul « popolo di Dio » che partecipa allo stesso Magistero. Sulla stessa linea si sono schierati il card. McCann, di Città del Capo, il messicano Carlos - Arce, arcivescovo di Cuernavaca dove è stato proibito l'esperimento psicanalitico del convento benedettino, l'africano Thiandraum, l'australiano Canili (n dobbiamo soprattutto pregare Cristo e non parlarne molto») ed altri ancora. Il nigeriano Arinze e il jugoslavo Pogaknic hanno sollecitato la Chiesa a intervenire sui problemi sociali, anziché soffermarsi sulle sottigliezze teologiche: solo così si può arginare l'ateismo. Lamberto Fumo
Persone citate: Arinze, Brown, Lamberto Fumo, Michele Brown, Paolo Vi
Luoghi citati: Città Del Capo, Città Del Vaticano, Cuernavaca, Genova, Roma
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