Gimondi e Motta assenti aggi nel Giro dell'Emilia

Gimondi e Motta assenti aggi nel Giro dell'Emilia Gimondi e Motta assenti aggi nel Giro dell'Emilia Felice, raffreddato, ha preferito rimanere a casa - Gianni ha una tendinite alla gamba destra E' andato a Bologna,- ma per parlare con i suoi gregari in vista della futura attività - Tre favoriti per la gara: Dancelli, Basso e Zandegù - L'arrivo al velodromo bolognese dopo 266 km di corsa (Dal nostro inviato speciale) Bologna, 3 ottobre. Ciclismo di fine stagione, con molti atleti stanchi per una troppo intensa attività. Qualcuno è malconcio di salute, gualche altro è preoccupato per l'avvenire. L'atmosfera è pesante, un po' inquieta. Domani si corre il Giro dell'Emilia, che festeggia la cinquantesima edizione,' e gli organizzatori — i simpatici colleghi di « Stadio » — tirano i conti. Sono parecchie le assenze di rilievo, al di là di ogni pessimistica previsione. Già si sapeva dei « no » di Adorni e di Taccone, entrambi convalescenti da una noiosa bronchite; ed oggi la lista si è allungata con i forfaits di Gimondi e di Motta. Gimondi non si è fatto neanche vedere. E' rimasto a Villa d'Alme, dove abita. Mal di gola, un po' di febbre, il consiglio del medico, il dottor Quarenghi, a disertar la prova emiliana. Felice ha telefonato stamattina r. Pezzi per informarlo delle Ultime novità, dicendosi disposto a tentar l'avventura. In programma per domenica, però, c'è la Parigi-Tours. Meglio, la prudenza, meglio un turno di riposo. Motta, invece, è venuto sino a Bologna, ma lo hanno visto in pochi. Il brianzolo s'è' unito, ai suoi compagni dì squadra, ha mangiato con loro a mezzogiorno. Ieri, Albani aveva comunicato che la presenza di Motta alla gara doveva esser considerata certa nella misura del novanta per cento, il suo arrivo pareva la conferma definitiva del suo ritorno alle competizioni. Gianni, però, zoppicava. Tendinite alla gamba destra, contratta, secondo una versione, durante un allenamento, e, secondo una versione probabilmente più vicina alla verità, in una battuta di caccia. Dieci giorni di bendaggio rigido e di assoluto* riposo, con - l'eventualità di ricominciare a gareggiare nel 1968, «saltando» tutte le competizioni di fine stagione, Giro di Lombardia compreso. E, allora, perché Motta s'era scomodato per quello che aveva l'apparenza di un viaggio inutile, poiché i sintomi della tendinite s'erano già manifestati ieri sera? La domanda cercava risposta senza trovarla. S'andava a tentoni, come in un indovinello. Tornava a dominar il campo la notizia del ritiro della Molteni dall'attività sportiva, dovuto, in gran parte, ai contrasti nati proprio dall'atteggiamento di Motta, che, a stare alle dichiarazioni degli industriali dì Arcare, sì sarebbe trovato in serio contrasto con molti dei compagni d'equipe, stanchi del carattere balzano dell'estroso capitano. Gianni, avuta la [conferma dello scioglimento della compagine, ha voluto tastar il terreno. Ha capito di aver commesso errori in serie. Ora. guarda al futuro. Non solo per sé, ma pure per i suoi gregari con i quali oggi ha avuto un aperto colloquio. Girotondo di « voci », dif- ficili da controllare. Molte « case » evidentemente sarebbero liete di aver il brianzolo nei ranghi. Ma desidererebbero Albani in veste di direttore sportivo. Ed invece Albani resta legato alla Molteni. E allora? Motta intenderebbe conservare il « blocco » per trattare il passaggio ad altra compagine; solo qualcuno sarebbe d'avviso contrario e tratterebbe per conto suo. Altig, ad esèmpio, con Motta non rimane, il suo trasferimento alla Salvaranì è sicuro. Alla Salvaranì interesserebbero pure De Prà e Fezzardi, mentre stasera Alceo Moretti, direttore sportivo della Max Meyer, prende contatto con Balmamion, che ha appreso d'essere... disoccupato rientrando dalla Francia dov'era impegnato in un circuito. Voci, ripetiamo. Con un pizzico di malinconia per la scomparsa della Molteni dalla scena quando la stagione sarà finita. E con Motta protagonista dietro le quinte, un Motta che attraversa un momento delicato, stretto com'è dalle accuse di aver agito, almeno negli ultimi tempi, con incredibile leggerezza, sotto l'impulso di cattivi suggeritori. Voci. Che hanno comunque distratto l'attenzione dalla corsa di domani, che pure merita d'esser seguita con cura, non fosse altro che per il lodevole e diligente slancio degli organizzatori. Si tratta di una gara non eccessivamente dura, di 266 chilometri, piana in principio e tormentata nella fase centrale dalla rampa di Serramozzoni. Nel finale, a 23 chilometri dal traguardo, fissato al velodromo di Bologna, un'altra salitella — il Mongardino — che potrebbe operar la selezione definitiva. Proprio l'assenza di Gimondi e di Motta, insieme con la difficoltà solo relativa del tracciato, alimenta le speranze dì tutti. Il gioco dei pronostici diventa arduo. Tre velocisti in prima fila, Dancelli, Basso e Zandegù. Poi, il drappello degli « outsiders », tra i quali si raccomandano Denti, Poggiali, Vicentini, Zilioli, Bitossi, Ballini, De Rosso, Galbo, Zancanaro, De Prà, Guerra, Vittiglio. Tanti nomi alla rinfusa ad offrire la più bella delle incertezze. All'insegna magari della sorpresa. Perché chi sa, o chi teme, di restar senza un posto, sì batterà a denti stretti. Il ciclismo non è fatto soltanto di lunatici campioni, il ciclismo è fatto anche di gregari, umili e tenaci. Che magari non. si divertiranno a sbalordire con le stranezze o con i medici personali, ma che sudano la loro onesta fatica, alla ricerca della umile tranquillità d'uno stipendio. Proprio per questo vai la pena di seguirli con affetto. Gigi Boccacinì L'arrivo in tv Le fasi finali del Giro ri., distico dell'Emilia in programma oggi verranno trasmesse in televisione sul Programma Nazionale. L'arrivo è previsto verso le 16. Basso, al centro, e Dancelli, a destra, due tra I favoriti dell'odierno Giro dell'Emilia