La bella Giovanna Frecchio dice: «Sono contenta che siano in carcere»

La bella Giovanna Frecchio dice: «Sono contenta che siano in carcere» La ragazza ferita nella sparatoria di piazza Rivoli La bella Giovanna Frecchio dice: «Sono contenta che siano in carcere» « Così non potranno più fare del male » - Per qualche giorno la giovane non andrà al lavoro in banca: i dirigenti le vogliono evitare qualsiasi emozione 22 gennaio 1964. Ore 9,40. Agenzia numero 14 del Credito Italiano, in piazza Rivoli. Otto impiegati, due clienti. Ad una macchina calcolatrice lavora una graziosa ragazza di 21 anni. Si chiama Giovanna Frecchio. E' il suo primo giorno nell'agenzia: sostituisce una collega ammalata. Nella sala il silenzio è rotto dal battito della sua calcolatrice, da qualche parola detta sottovoce. Irrompono i banditi: tre. Mascherati, impugnano mitra e pistole. «Mani in alto, nessuno si muova». TI cassiere aziona il segnale d'allarme: l'ululato della sirena riempie la sala col suo suono assordante. Uno degli impiegati afferra un grosso timbro e lo scaglia contro uno dei banditi. L'uomo si scansa e immediatamente reagisce sparando tre colpi. Uno va a vuoto, l'altro colpisce l'impiegato ad una spalla. Il terzo ferisce la signorina Frecchio alla tempia. Da quel giorno sono passati quasi quattro anni. Giovanna Frecchio ha subito otto operazioni. Ha perso l'occhio sinistro. Ha trascorso più tempo nelle cliniche che a casa. Il 4 settembre dell'anno scorso si è sposata col fidanzato Pier Luigi Traversa, il giovane che le fu vicino durante la lunga tormentata convalescenza. Dall'aprile di quest'anno è tornata al lavoro, nella sede centrale del Credito Italiano. « Il ricordo di quella brutta avventura è ormai lontano — ci ha detto Ieri — anzi, non esiste neppure». E' serena, senza rancori. Le ansie, i dolori di tutti questi mesi non hanno intaccato il suo morale. E' tornata la bella ragazza d'un tempo: le operazioni di chirurgia plastica hanno nasco¬ sto la cicatrice alla tempia, 1 capelli, rasati a zero per l'operazione, sono ricresciuti morbidi e folti. Ha appreso la notizia dell'arresto dei banditi mentre era in ufficio. «Quando me l'hanno detto sono rimasta per un attimo senza parola — racconta —, l'emozione mi ha serrato la gola, sentivo una gran confusione in testa. Poi, pian piano, l'effetto si è attenuato e mi sono resa conto, per la prima volta, che tutto era finito». Le chiediamo che effetto le fa sapere che il suo feritore è in carcere. « Provo una gran pena per lui e tutti gli altri. Li ho già perdonati da tempo. Quello che mi hanno fatto è orribile, ma nessuna vendetta potrà annullare il dolore sofferto, ripagare i miei genitori di tante ansie, ridarmi l'occhio che ho perduto. Non ho mai provato odio per questi assassini ma sono contenta che siano finalmente in carcere perché non potranno più fare del male ». Parla con voce calma. E' tranquilla. « L'altro lunedì, quando dalla televisione ho appreso della sparatoria a Milano, mi sono sentita venir meno, tremavo di paura. Ma anche allora non ho pensato che potessero essere gli stessi rapinatori che avevano assalito la filiale di piazza Rivoli. Per me quegli uomini non avevano volto. Non ricordo nulla ». Nella memoria di Giovanna Frecchio c'è un vuoto: i suoi ricordi dì quel lontano giorno di gennaio sono fermi all'istante in cui sono entrati i banditi. « Ho intravisto i rapinatori, poi ho sentito l'ululato della sirena. Ero seduta davanti alla calcolatrice: l'ultima immagine che ricordo è quella della tastiera. Poi. quando ho riaperto gli occhi, ero evìtarmi qualunque emoeio- 1distesa in un letto d'ospedale. Quanto tempo era passato? Non lo so. Mi hanno detto che ero caduta e mi ero ferita alla testa. Soltanto dopo un mese ho saputo che mi avevano sparato con una pistola ». La madre, Concetta, di 46 anni, interviene. « La sua grande fortuna — dice indicando la figlia — è stata proprio quella di non ricordare nulla. Ma otto giorni dopo il ricovero alle Molinette, una notte si è svegliata d'improvviso gridando: " Fuoco, fuoco. Mamma, quell'uomo grosso mi ammazza ". In tre, fra medici e infermieri non riuscivamo a calmarla. Per fortuna il giorno dopo l'incubo era già stato dimenticato e almeno la sofferenza di quel ricordo orribile le è stata risparmiata ». Andrà ad assistere al processo dei banditi? « Se dovrò andarci, lo farò, così come ho fatto tutte le volte che la polizia mi ha convocata per mostrarmi delle foto o farmi vedere delle persone. Ma preterirei non esserci. Io di quella rapina non ricordo nulla e non voglio più pensarci. Provo tanto dolore per i parenti delle vittime innocenti di quei banditi. Ma anche per i loro familùiri; coinvolti in que- \ sta tragica storia di violenze e di morte. In fondo sono anche loro vittime senza colpa ». Per alcuni giorni Giovanna Frecchio non andrà in ufficio. « E' la direzione che ha disposto così: vogliono ne e fanno tutti a gara per coprirmi di attenzione. Ne approfitterò per riordinare un poco la casa: il .mestiere di moglie non l'ho ancora imparato molto bene ». Sorridente, tranquilla. Una ragazza coraggiosa. f. for. Giovanna Frecchio, l'impiegata che era stata gravementa ferita dai Rovoletto nella Banca di piazza Rivoli

Persone citate: Frecchio, Giovanna Frecchio, Pier Luigi Traversa, Rovoletto

Luoghi citati: Milano