Nuove prospettive per la cura e la prevenzione del cancro

Nuove prospettive per la cura e la prevenzione del cancro Nuove prospettive per la cura e la prevenzione del cancro Sono date dalle ricerche, iniziate già da qualche decennio, e sempre più promettenti, sulle cosiddette reazioni immunitarie - Lo scopo è di individuare e potenziare quelle difese naturali che l'organismo appronta, spontaneamente, quando è aggredito da un tumore - I progressi compiuti Da quando la patologia umana ha individuato nei tumori maligni malattie a crescita continua, con diffusione ad altre, parti del corpo per mezzo del circolo sanguigno o linfatico, con grave impoverimento . e danno dell'organismo che li ospita, la medicina ha applicato le più svariate misure, secondo le tecniche e le conoscenze delle vàrie epoche, per distruggerli'. In un primo tempo la chirurgia e la radioterapia hanno costituito le sole armi difensive, successivamente si è giunti a uh graduale miglioramento dei risultati: complessivi del trattamento anche con la chemioterapia. La lotta contro i tumori si vale delle difficili e faticose conquiste degli studi di questi ultimi trenta anni che, con complesse e delicate ricerche, hanno individuato alcuni dei fenomeni intricati e in parte ancora oscuri che accompagnano tutto l'arco di svolgimento della malattia tumorale. Gli orientamenti attuali sono concentrati sulle reazioni immunitarie per sfruttarne le condizioni a scopo di difesa. Che l'immunità fosse in gioco anche nel caso dei tumori è stato volta a volta sospettato, negato e infine ripreso con migliore successo negli ultimi 10 anni. Il concetto fondamentale è il'seguente: se il tumore cresce nell'organismo come un tessuto estraneo, dovrebbe essere possibile rivelarne la presenza o attraverso sostanze emesse dallo stesso tumore, o attraverso le reazioni che l'organismo mette in opera per non farsi invadere dal tumore. Se questo è chiaro in teoria, difficile è renderlo evidente nella pratica. Un progresso ulteriore a queste indagini è venuto dall'impiego, , nell'esperimento, di animali cosiddetti isogenici, cioè- dello stésso ceppo, accoppiati insieme. Se pure finora tali studi non hanno dato luogo ad applicazioni pratiche di grande diffusione, hanno fornito almeno, la spiegazione di molti fenomeni che si riscontrano così spesso in patologia umana, aprendo la strada a nuove possibilità di interpretazione e di applicazione. Le esperienze sono partite dal campo dei trapianti, che tanto progresso hanno fatto negli ultimi tempi, per la necessità che tutti conosciamo di sostituire organi ammalati. Ora il tumore, essendo un tessuto diverso da quelli delKorganismo in cui si svihvtv pai-sìComportavers^ rn^qu^ sto come un tessuto trapiantato. Non si può trapiantare qualunque tessuto da uomo a uomo se non sono soddisfatte certe condizioni dell'ospite. Così un tumore non attecchisce in qualsivoglia animale, se le condizioni dell'animale che lo riceve non sottostanno a leggi particolari. All'attecchimento dei tumori trapiantati sperimentalmente si frappongono quindi degli ostacoli, sotto forma di reazioni di difesa da' parte dell'animale trapiantato. Si è tentato di applicare tali reazioni ad una vera e propria cura dei tumori, secondo un metodo detto appunto immunologico. Questo si attua secondo diverse modalità, a cui vogliamo accennare per fornire un'idea del lavoro attuale dei ricercatori. La immunoterapia attiva è quella che procura di sollecitare l'organismo colpito a produrre esso stesso lè difese che devono circoscrivere il tumore dapprima e distruggerlo poi. Si può ottenere con l'asportazione parziale del tumore principale o con la stimolazione delle difese specifiche antitumorali, iniettando cel¬ lule del tumore stesso trattate in precedenza con irradiazioni o con sostanze chimiche che ne attenuano la vitalità. Altre volte si ricorre invece alla cosiddetta immunoterapia passiva: si iniettano cioè sieri di animali previamente inoculati col tumore e salassati. Si possono introdurre anche solo le frazioni attive del siero (le cosiddette immunoglobuline ), per evitare all'organismo gli spiacevoli disturbi da siero. Le prove sugli animali hanno dato finora qualche risultato incoraggiante, ma non definitivo, mentre invece i tentativi di applicare questa terapia all'uomo sono finora falliti. Non solo, ma s'è notato, sia sull'animale sia sull'uomo,' che in qualche caso vi è il rischio di provocare un blocco degli anticorpi già esistenti e quindi una stimolazione abnorme alla crescita del tumore, ottenendo l'effetto contrario. Infine la cosiddetta immunoterapìa adottiva è quella che si effettua con il trasporto, o l'iniezione, nell'organismo affetto da tumore, delle cellule stesse che producono la difesa (cellule cosiddette competenti, cioè le cellule linfatiche o linfociti). L'inoculazione di questi elementi deve naturalmente avvenire con determinate cautele, sia per essere certi che essi siano attivi nell'ospite in cui vengono iniettati, sia per evitare che vi provochino indesiderabili reazioni di incompatibilità. Questo sistema, che viene effettuato con l'iniezione di linfociti di donatori opportunamente scelti, ha già dato qualche risultato anche nella pratica clinica sull'uomo. Col necessario rodaggio potrà forse in seguito fornire ampie e più importanti applicazioni. Le indagini, che qui abbiamo semplificato nel discorso, sono complesse, spesso difficili da perseguire se tutti gli elementi occorrenti non concordano perfettamente. Se non hanno finora servito a salvare vite umane, esse hanno per lo meno radicato più profondamente . il concetto che nei rapporti fra ospite e tumore vi sono elementi che depongono fortemente per reazioni di tipo immuni¬ tario; che cioè entrino in gioco particolari tipi di difesa e che l'organismo non sia sempre una preda passiva dei tumori; Lo dimostrano fra l'altro: la possibilità (rara ma constatata) di guarigioni spontanee in certi tumori; la lentezza con cui si manifesta la diffusione metastatica in taluni soggetti; la presenza di reazioni linfocitarie di difesa nelle ghiandole linfatiche di soggetti che hanno più lunga sopravvivenza; l'infiltrazione di linfociti nel con-, testo del tumore nei casi a prognosi più favorevole; la più frequente insorgenza di tumori in età in cui le difese immunitarie - si impoveriscono. Tutti questi fenomeni, la cui elencazione potrebbe ancora continuare; sono stati osservati già da molto tempo, ma acquistano nuovo significato alla luce delle acquisizioni di questi ultimi anni e lasciano sperare che buoni risultati si possano ottenere nella cura del tumori, stimolando, con nuovi mezzi e tecniche adatte, le reazioni immunitarie, più congeniali e meno dannose. prof. Enrico Aiiglesio dell'Istituto di Oncologia di Torli»

Persone citate: Enrico Aiiglesio