Il Sinodo dei vescovi a Roma discute sulla crisi della fede

Il Sinodo dei vescovi a Roma discute sulla crisi della fede Si apre domani alla presenza del Pepe Il Sinodo dei vescovi a Roma discute sulla crisi della fede Vi partecipano 196 «Padri» di tutto il mondo - La funzione dell'assemblea è soltanto consultiva, mentre c'è già chi vorrebbe che collaborasse « collegialmente » con il Papa, come nella Chiesa ortodossa - Si prevedono forti scontri fra progressisti e conservatori (Nostro servizio particolare) Città del Vaticano, 27 sett. Appena convalescente, e preoccupato delle tensioni dottrinarie, Paolo VI aprirà dopodomani mattina, venerdì, il Sinodo mondiale dei vescovi: il primo in venti secoli di storia della Chiesa latina. Vi partecipano 196 « padri sinodali» di cui 135 eletti dalle novantacinque Conferenze episcopali e appena venticinque nominati dal Papa. Gli altri sono i tredici cardinali capi delle Congregazioni romane e dei tre « Segretariati del dialogo » (cristiani, non cristiani, non credenti), tredici rappresentanti delle Chiese orientali unite e dieci superiori dì Ordini religiosi. In sostanza, quasi il settanta per cento dei membri sono stati scelti dagli episcopati. E' un'importante novità perché i delegati porteranno nel Sinodo le opinioni dei loro elettori e non, come avveniva in Concilio, il proprio parere personale. I vescovi italiani sono rappresentati dai cardinali Urbani e Siri, dai vescovi Carlo Colombo (teologo del Papa) e Nicodemo. L'aspetto di maggior rilievo, che fa par-, lare di « innovazione storica», riguarda le prospettive che si aprono al Sinodo, come organo permanente che affiancherà il Papa nel governo della Chiesa universale. Quando Paolo VI, troncando le discussioni in corso alla quarta sessione conciliare, istituì con proprio decreto il Sinodo episcopale (15 settembre 1965), gli attribuì funzioni puramente consultive, riservandosi la facoltà di convocarlo, di fissarne l'ordine del giorno, di ratificarne i pareri e le « eventuali » decisioni, se il Pontefice le chiede. Sono sorte discussioni giuridiche e teologiche circa la natura del Sinodo: rappresenta un'espressione della « collegialità episcopale », affermata dal Concilio e, come tale, potrà diventare-In'futuro « governo collegiale » della Chiesa? Oppure è soltanto un organo collaterale al potere sovrano ed infallibile riservato al Papa? E' polemica in piedi ma, in genere, i competenti pensano che questo primo Sinodo sia la premessa « insperata » verso una forma di « governo sinodale », analogo a quello che detiene ogni potere nelle Chiese ortodosse ed orientali dove i patriarchi, pur essendo primi inter pares non possono decidere fuori del Sinodo. « Sinodo » — si osserva — viene dal greco e vuol dire collaborazione. Già questi aneliti ad una precisazione del primato papale si manifestarono in Concilio; è probabile ritornino nell'imminente assemblea, di cui il Papa è in teoria presidente. Ma, a causa della salute, ha delegato la dire zione effettiva dei lavori à tre cardinali il francese Vii lot (prefetto del dicastero del Concilio), l'irlandese Conway e l'italiano Pelici: un raro equilibrio fra progressista, conservatore e moderato. Le sedute del Sinodo s'int zieranno sabato 30 e dureranno, presumibilmente, sino al 24 ottobre: un evén tuale prolungamento è legato, in parte, alle condizioni di salute del Papa che a metà novembre dovrebbe essere operato. Gli argomenti in discussione sono stati scelti da Paolo VI. Riguardano cinque punti dibattuti a fondo nella Chiesa post-conciliare (specie in Olanda). «Crisi della fede». Rife rirà, come relatore ufficiale il card. Brown, campione del tradizionalismo curiale. L'anno scorso il card. Ottaviani con l'approvazione del Papa, inviò ima circolare segreta a tutti gli episcopati ctaie dendo il loro giudizio su die ci errori dottrinari, relativi fra l'altro, all'Eucarestia, all'ateismo, al dialogo eccessi vo con marxisti e non credenti. Molti episcopati rispo sero tranquillamente di non ravvisare eresie nella ricerca teologica determinata dalle necessità stesse del mon do moderno; Quindi, sulla linea di Papa Giovanni, niente condanne ed anatemi, ma « canalizzazione » delle tendenze più spinte. Il dibattito si - accentrerà sull'ateismo pratico, cioè del mondo occidentale, dove si sviluppa un « terzo uomo », l'indifferente ai valori religiosi, e si propagano teorie sulla «morte di Dio » nel senso tradizionale di spiegazione della divinità. La regolazione delle nasci te, esaminata dal Papa esclusa dall'agenda. Ma sarà quasi certamente solleva¬ ta almeno in forma indiretta. « Diritto canonico ». Sarà relatore il card. Felici, presi dente della Commissione per la riforma del Diritto canonico. Si chiede una maggiore aderenza delle norme giuridiche ai principi del Vangelo, alla teologia del Concilio, oltre a garanzie per la difesa, per la prosecuzione del dialogo con la società attuale, una definizione del posto spettante ai laici nella Chiesa e, soprattutto, alle donne. « Riforma dei seminari ». Questo problema è fondamentale per la Chiesa che soffre di una enorme diminuzione di vocazioni. E' questione che comprende il carattere e la permanenza del celibato, una formazione pastorale e biblica adeguata alle esigenze ecumeniche. « Matrimoni misti ». Per singolare decisione, la relazione verrà presentata 1 dal card. Marella che si occupa, normalmente, del Segretaria to per i non cristiani. La du- ra legislazione d'un tempo che imponeva al coniuge non cattolico l'impegno scritto di favorire l'educazione cattolica dei figli è stata attenuata nel senso che i vescovi possono - chiedere un impegno orale. ,Vi sonò state altre concessioni che, però, non hanno soddisfatto protestanti, anglicani e ortodossi se; parati. L'atteggiamento del Sinodo in questo campo avrà ripercussióni sul dialogo ecumenico. « Liturgia ». Infine, la riforma liturgica, su cui riferirà il card. Lercaro, indicato qualche mese fa come « più diabolico di Lutero » in un libello conservatore. Là maggioranza conciliare ritiene .che la liturgia debba esprimere un linguaggio del tempo, perdendo tutte le incrostazioni per rispecchiare le esigènze dell'uomo d'oggi. 1, i.

Luoghi citati: Città Del Vaticano, Olanda, Roma