Due giovani sospettati per la strage dei camosci al parco del G. Paradiso

Due giovani sospettati per la strage dei camosci al parco del G. Paradiso Il grave episodio nel vallone Grant Etret Due giovani sospettati per la strage dei camosci al parco del G. Paradiso Abitano a Pont Valsavananche, hanno 27 e 26 anni - Negano ma un guardacaccia li accusa: «Erano quattro, mascherati, mi puntarono i fucili» - I bracconieri avevano ucciso tre femmine, un maschio e tre piccoli di sei mesi (Dal nostro inviato speciale) Aosta, 25 settembre. Per la strage dei camosci del Gran Paradiso, compiuta sabato pomerìggio da un gruppo . di bracconieri mascherati, i sospetti dei carabinieri di Aosta sono rivolti a due giovani di Pont Valsavaranche: Biagio Dupont di 27 anni, operaio ed il suo amico Lorenzo Blanc di 26 operaio e portatore del Cai. I due giovani, interrogati, sono stati invitati a tenersi a disposizione degli inquirenti. Entrambi respingono le accuse e non vi sono prove a loro carico. Ma un guardaparco del Gran Paradiso, Franco Nicolussi di 29 anni, sostiene che il Dupont era uno dei bracconieri che (col volto imbrattato dì nero fumo per non essere riconosciuti) lo hanno minacciato. Quando è avvenuto il fatto imbruniva e riconoscere una figura mascherata, sia pure a quattro o cinque metri di distanza è tutt'altro che facile. Inoltre i due giovani hanno un alibi e se lo convalidano reciprocamente. La scena è stata ricostruita dal guardacaccia. « Ho sentito dei colpi lassù — dice indicando il vallone Grant Etret — e sono accorso. Ho subito visto i quattro bracconieri che scendevano a valle. Ciascuno di essi portava sulle spalle un camoscio come fosse un collo di pelliccia: ho poi potuto constatare che erano tre femmine e un maschio. Uno dei cacciatori di frodo aveva sulle spalle anche un sacco da montagna rigonfio (dentro c'erano tre piccoli di appena sei mesi). Quando ho visto sbucare i quattro uomini, ho estratto la pistola d'ordinanza, ma loro hanno. imbracciato i fucili. Erano apparsi dietro una svolta e non erano a più di quattrp o cinque metri da me. Siamo rimasti cosi, loro con i fucili puntati e io con la rivoltella spianata. Ci siamo fìssati per tre o quattro minuti. Ero senza fiato... ». « Ho subito riconosciuto uno del gruppo — prosegue | il guardaparco —. Nonostan¬ te la "mascherata" non mi sbagliavo: era il Dupont. Loro non dicevano una parola ed io ero riuscito a dire soltanto "alt", quando li avevo visti e stavo zitto anch'io. Poi hanno lasciato cadere a terra le bestie che avevano in spalla, e quello che portava anche lo zaino se ne è liberato. Hanno incominciato ad indietreggiare len¬ tamente, sempre tenendomi sotto il tiro dei fucili e se ne sono andati. Allora sono corso a P.ont ed ho chiamato altre guardie ed il capo guardaparco Rinaldo Chabod. Abbiamo compiuto una battuta, poi sono arrivati anche i carabinieri, ma non c'era più traccia dei bracconieri ». Il Dupont è stato avvicinato dai carabinieri ieri sera verso le 20 mentre era con alcuni amici. E' stato interrogato e la sua versione dei fatti esclude del tutto qualunque sua partecipazione all'episodio. «Io e Lorenzo — dice — ci alleniamo per una "prima".' Si tratta di una scalata difficile e ci diamo dentro ». «Quale? »." « Non si dice. Dobbiamo superare una parete di duecento metri particolarmente aspra. Siamo partiti sabato mattina dirigendoci verso il Nivolet, poi, saliti per la punta Basei, siamo andati sulla Galisia al confine francese. Siamo tornati di sera. Non sapevamo nulla di quello che era capitato e io non vado a caccia e non sono mai andato a caccia nella mia vita. Non ho neppure un fucile e non capisco a che cosa devo queste fantasie. In tutti i modi sono venuti da me i carabinieri e credo che mi denuncino sulla parola della guardia ». Il danno che i bracconieri hanno causato all'amministrazione del parco del Gran Paradiso è di oltre due milioni e mezzo. Il professor Videsot, presidente della riserva, ieri ha voluto compiere un sopralluogo nella zona della strage ed ha poi disposto perché i camosci uccisi siano venduti. Li ha acquistati un ristorante di Castellamonte, che ha esposto i quattro camosci adulti come trofeo per richiamare i clienti. Ma lo stesso albergatore non ha voluto appendere in vetrina i tre piccoli. « Fanno troppa pena; prendevano ancora il latte... » ha detto. m. b. Un gruppo di giovani camosci uccisi dai bracconieri e venduti a Castellamonte Biagio Dupont, 27 anni, il presunto bracconiere

Persone citate: Basei, Biagio Dupont, Franco Nicolussi, Lorenzo Blanc, Pont, Rinaldo Chabod

Luoghi citati: Aosta, Castellamonte, Pont Valsavaranche