Un villaggio « western » in miniatura a Parigi per gli adulti che sognano eroiche avventure

Un villaggio « western » in miniatura a Parigi per gli adulti che sognano eroiche avventure INTERESSANTE INIZIATIVA, FRA IL CIRCO E LA MOSTRA PAESANA Un villaggio « western » in miniatura a Parigi per gli adulti che sognano eroiche avventure E' costruito per dar l'illusione di vivere all'epoca dei pionieri: c'è l'ufficio dello sceriffo, il « saloon », il forte dei soldati, le tende degli indiani - Accanto ai carri dei visi pallidi, un manifesto con la foto del celebre bandito su cui hanno imposto una taglia -1 visitatori (in media 5000 persone, ogni domenica) entrano realmente nella parte: indossano gli abiti del cow-boy, del pellirossa, del sergente federale, del cercatore d'oro - E non di rado si azzuffano (Nostro servizio particolare) Palisi, 21 settembre. Darsi l'illusione di essére un personaggio da film western è diventata una possibilità che costa meno di cinquecento lire al giorno. Basta andare a Fleurines, paesetto ad una sessantina di chilometri da Parigi, dove sono stati fedelmente ricostruiti un antico villaggio del West, uno di indiani pueblos, un accampamento di indiani nomadi, e si trova tutto l'occorrente per giocare al cow-boy, al cercatore d'oro e ai pellirosso C'è folla ogni fine di settimana (cinquemila entrate domenica scorsa)' nella Vallèe des Peaux-Rouges; molti adulti, arrivati sul posto,, spogliano gli abiti civili e indossano quelli del personaggio che, intimamente, vorrebbero essere: lo Sceriffo, il cow-boy violento, quello che prende la difesa dei deboli, Zorro, il ladro, un capo di tribù... E' facile, lasciando correre un po' la fantasia, darsi l'illusione di vivere all'epoca dei pionieri in quello spazio di 29 ettari che era, alcuni anni fa, un'antica cava di sabbia circondata dà querce e da abeti. Gli alberi furono abbattuti e con essi vennero costruiti, nella parte alta le case di tavole e di tronchi, la bank, la trriing post, lo sheriff office, il saloon, ecc. mentre in fondo a quella che era stata la cava sorge l'accampamento di tende rotonde, e in disparte il Forte Cheyenne, poi la tipica casa di fango secco abitata dalle tribù Pueblos, e più in là la golden mine vicina ad un ruscello d'acqua fangosa... Davvero, è un mini Far-West, e non mancano qua e là i carri dei pionieri fermi, i cavalli legati ad un palo. Tra il villaggio dei visi pallidi e la miniera d'oro c'è, rovesciata sull'orlo di un burrone, parzialmente incendiata, la diligenza. Accanto ad essa, alcune modeste tombe con una rustica croce di legno, e le ossa dei cavalli, dimostrano la strage. Nella strada principale del villaggio circola, mescolata a chi è vestito normalmente, una folla che sembra uscita da un film di Broncho Billy o di Davide Wark Grifflth: cow-boys col largo cappellone, camicia a quadretti, pantaloni attillati e pistola al cinturone, uomini che indossano casacche variopinte, arco a tracolla e capo coperto di piume... La gente fa ressa alla biglietteria del trenino di legno della «Western Union» col quale si fa un giro intorno al villaggio; oppure viaggia su una diligenza che sembra cadere ad ogni scossone provocato dal terreno pieno di buche e di sassi; o si pigia nelle botteghe dove si vendono àbiti di cow-boy o di pellirosse; od è seduta nel saloon a tracannare bicchieroni di birra o di whisky; o si ferma dinanzi ai manifesti che, con tanto di fotografia, indicano il premio promesso a chi permette la cattura di un malfattore. Parecchi di coloro che sono travestiti da cow-boy o da indiano appartengono naturalmente all'organizzazione, sono pagati, ma nessuno li distingue dagli altri i quali hanno quindi l'impressione di partecipare alla vicenda quando, improvvisamente, sc.gono quattro uomini, i famosi fratelli Dalton dei film western, sguardo torvo, cappellaccio spavaldo, ed entrano nel « saloon » affollato, sparano un colpo di pistola, afferrano due uomini che bevono al banco e scoppia una rissa che fa urlare le donne, fa tremare 1 bambini, mentre, fuori, arrivano due cercatori d'oro che portano alla banca due sacchetti del prezioso metallo, ma sono appena entrati che altri malfattori arrivano a cavallo, assaltano la banca, e lo sceriffo interviene coi suoi uomlni... La zuffa è generale, i cazzotti piovono, parla la polvere, due uomini cadono e mentre i ladri fuggono arriva un cow-boy a cavallo che ne acchiappa uno col lazo, e segue il carro delle pompe funebri per portar via gli uccisi. E' uno spettacolo, come è spettacolo l'assalto degli indiani al Forte Cheyenne difeso dai visi pallidi, l'assalto alla diligenza e quello al trenino, ma la gente vi partecipa direttamente, fa numero, magari qualche ingenuo,crede sia una vera rissa, urla e fugge contribuendo involontariamente a far apparire verità ciò che è solo finzione. Non è soltanto per vedere questo spettacolo, però, che molti vanno spessissimo, certuni ogni domenica, nella valle « dei pellirosse » dove gli psicologi hanno trovato materia di riflessione. Si vedono uomini che passano allo staccio la sabbia raccolta nel ruscello, come se davvero sperassero di trovarvi una pepita d'oro; altri, su un apposito terreno si esercitano a sparare sui piattelli con la rapidità del fulmine, come certi eroi dei western; altri ancora tirano all'arco, o stan- no allungati per terra con la sella .sotto il capo a guardare il cielo, o si riposano accucciati sotto una tenda di indiani nomadi... E' per gioco, evidentemente, e in quegli atteggiamenti ognuno prova un'intima soddisfazione. Quando la «valle dei pellirosse » venne aperta, il successo stupì, ed alcuni studiosi di certi problemi andarono ad interrogare coloro che si travestivano. Perché lo facevano? Le risposte furono sostanzialmente le stesse: «E' uno sfogo; quando si lavora continuamente fra quattro mura si ha bisogno ogni tanto di cambiare aria, dì mutare personalità, tentare di vedere quél che si potrebbe essere se avessimo vissuto in un'altra epoca... ». Lo svago preferito, però, è il tiro, e ciò significa che la maggioranza ha in sé un fondo di violenza. C'è del resto chi chiede di poter partecipare direttamente ad un assalto, sia dalla parte dei «buoni», sia da quella dei « cattivi », raramente da quella delle vittime, cioè gli in- diani. Quasi tutti preferiscono essere quello che uccide, non quello che muore. Fra i pellirosse si trova spesso una coppia di portinai parigini. Nella parte di vittime si sentono meglio che nelle altre perché forni¬ sce il pretesto dl disprezzare gli oppressori, ri marito è un esule spagnolo e non esita a dire che, travestito da pellirosse, si sente solidale con gli indiani del Sudamerica massacrati dai «conquistadores». L. Mannucci Cow-boy a cavallo, nel «Villaggio degli indiani ». Naturalmente, è tutto Irreale

Persone citate: Dalton, Davide Wark Grifflth, L. Mannucci

Luoghi citati: Parigi, Sudamerica