Ondata di terrorismo a Hong Kong Le bombe scoppiano giorno e notte di Igor Man

Ondata di terrorismo a Hong Kong Le bombe scoppiano giorno e notte Ondata di terrorismo a Hong Kong Le bombe scoppiano giorno e notte Gli artificieri non hanno riposo - Spesso accorrono su false segnalazioni: si dà l'allarme per un mucchio di stracci o un fagotto di immondizie scambiati per ordigni - L'attività dei comunisti è in aumento: nelle ultime quarantotto ore, un morto e trentadue feriti (Dal nostro inviato speciale) Hong Kong, 21 settembre. Nuova ondata di terrorismo: l'angoscia, il lamento delle sirene, il fragore delle esplosioni scandiscono le ore di Hong Kong notte e di, ormai da due giorni. Sembra d'esser tornati indietro d'un mese, quando i terroristi non davano tregua. Il ricordo dei sanguinosi moti di maggio affievolitosi con la calma delle ultime settimane — si ravviva nell'ansia del domani. Proprio quando si dava per scontato che i reds (i rossi), come qui li chiamano, scoraggiati dalla dura repressione (proprio stamani una « guardia rossa » diciassettenne è stata condannata a quattro anni), avessero rinunciato alla campagna terroristica — e certi giornali scrivevano di loro in chiave ironica —, eccoli nuovamente scatenarsi, da un punto all'altro della colonia. Bombe a Kowloon, nei nuovi territori, nell'isola di Hong Kong (a Repolse Bay, a Wanchai, a North Point, nel cuore della City). Bombe in mezzo alla strada, davanti alle scuole, sul cavalcavia che dalla marina porta allo Hilton, dinanzi la Corte suprema di Giustizia, nascoste dentro involucri di carta, nelle ceste dei verdurai, in pacchi po stali. Gli artificieri non conosco no riposo anche perché la psicosi della bomba fa sì che alla vista d'un qualsiasi mucchio di stracci, d'un pacchetto abbandonato ai margini d'un marciapiede, chiunque si sente in dovere di dare l'allarme. Per fortuna molte delle « bombe » si rivelano false ovvero innocui rifiuti appallottolati in un giornale, tuttavia la percentuale delle autentiche supera adesso quella delle finte. Per di più i terroristi hanno ripreso a lanciarle, mentre negli ulti¬ mi tempi si limitavano a deporle soltanto qua o là. Ieri notte un ordigno esplosivo è piombato dall'alto d'un caseggiato popolare in Johnston Road, a Wanchai,. il quartiere di Sùzie Wong: cinque poliziotti feriti. Due altri poliziotti, e dieci passanti son rimasti feriti in Peiho Street in seguito al lancio d'una granata. Trentadue feriti nelle ultime 48 ore ed un morto: costui è stato identificato per un terrorista. In casa sua la polizia ha trovato esplosivo, micce, detonatori a tempo. Ed hanno ripreso ad agitarsi i giovani: cortei a Kowloon, nell'isola di Hong Kong, dispersi dalla polizia con bombe lacrimogene e raffiche di mitra. Carosello di j'eeps, 50 arresti. Due bandiere rosse davanti alla Hong Kong and Shanghai Bank, chiodi a tre punte, frammenti di vetro sparsi per le strade. Inglesi e cinesi ostentano imperturbabilità, all'apparenza nulla è cambiato ma circola intorno un'aria strana, tormentosa. La polizia ritiene che la ripresa terroristica fosse stata « pianificata » a suo tempo in modo da coincidere col ritomo in colonia del governatore, Sir David Trench. Sir David ha rinviato il suo rientro (arriverà domenica) all'ultimo momento, essendo stato trattenuto a Londra per ulteriori consultazioni col segretario alle Colonie. Verosimilmente, una volta regolata la macchina terroristica perché scattasse quando e come stabilito, i reds non han potuto far marcia indietro. « Ci aspetta a quanto pare un altro mese di torbidi », scrivono i giornali. Risulta come la polizia sia preoccupata più che dal rinnovato terrorismo, dal timore d'una reazione dei cinesi nazionalisti. Molto più numerosi dei reds (Hong Kong è popolata in massima parte di profughi dalla Cina, sono stati soprattutto i ricchi mercanti di Shanghai gli artefici dell'ultimo boom), i nazionalisti sembra siano in fermento. Del resto potrebbero aver già cominciato a muoversi, sollecitati dai numerosi agenti di Ciang Kal-shek: due bombe sono state trovate dinanzi una sede comunista. Ieri un pattuglione ha fermato un cinese con una gerla sospetta: « Che hai lì dentro? », « Una bomba ». Così era, e l'uomo è stato arrestato, sennonché non si trattava, come si è scoperto al posto di polizia, d'un red, bensì di un fanatico nazionalista. Ma la « bomba » più grossa è un articolo dell'autorevole Far Eastern Review che potremmo paragonare ad un Economist di destra. Il suo direttore ha attaccato il go vernatore in un lungo articolo, scrivendo che quel che serve ad Hong Kong per uscire dalla impasse attuale, per scongiurare più gravi disastri, è un politico e non un bravo funzionario decorativo e mondanamente impegnato quale Sir David. Per evitare che i giovani « frustrati » di Hong Kong (metà della popolazione è inferiore ai quindici anni, lo sfruttamento dei minori è pratica « normale » sul mercato del lavoro, 150.000 ragazzi non ricevono educazione per mancanza di scuole, non esiste assistenza sociale né cassa-malattie) finiscano col vedere nei maoisti i difensori delle proprie istanze, occorre « decidersi a guardare in faccia la realtà e ad agire in conseguenza ». Presto, se non è già troppo tardi. Igor Man

Persone citate: Ciang, David Trench, Johnston, Wong