Dopo la richiesta di cattura per Cova il P. M. chiude le indagini sul Monopolio di Guido Guidi

Dopo la richiesta di cattura per Cova il P. M. chiude le indagini sul Monopolio Dopo la richiesta di cattura per Cova il P. M. chiude le indagini sul Monopolio Secondo il magistrato, l'ex direttore dell'Azienda statale per il tabacco favori alcune ditte straniere arrecando danni all'Erario valutabili in «molte centinaia di milioni» - Egli avrebbe portato i suoi guadagni all'estero; il titolare di una delle ditte favorite aveva aperto in Svizzera un conto corrente intestato ad una persona non identificata, che per il P.M. potrebbe essere il Cova - Le irregolarità vennero alla luce nel 1965 - Prima di allóra l'imputato era ritenuto un dirigente modello tanto da meritare il titolo di «Cavaliere del lavoro» (Nostro servizio particolare) Roma, 20 settembre. La notizia che potrebbe essere arrestato da un momento all'altro se il giudice istruttore dovesse accogliere la richiesta del Pubblico Ministero non ' sembra avere turbato il dott. Pietro Cova. Questa mattina, l'ex direttore generale del Monopolio tabacchi si è presentato di buon'ora in cancelleria a Palazzo di Giustizia e ha chiesto di potere consultare — è un suo diritto — i volumi nei quali è raccolta l'indagine che lo riguarda e che, in mancanza di uno scaffale, sono stati sistemati provvisoriamente in cinque scatoloni di pasta alimentare. Era, almeno in apparenza, tranquillo e sicuro. La sua calma in una situazione così, delicata non ha sorpreso chi lo conosce bene. Nessuno lo ha visto smarrito o sgomento di fronte alle gravi accuse rivoltegli 28 mesi fa. Sospeso immediatamente dall'incarico nel maggio 1965 non appena venne Scriminato, non ha mai voluto dare le dimissioni. « Le presenterò — ha sempre detto — soltanto alla conclusione di questa storia. Se lo facessi ora sarebbe come ammettere di essere responsabile. Ed invece io sono innocente ». la accuse nei suoi con¬ fronti si muovono in due direzioni anche se si riferiscono tutte al sistema con cui ha amministrato il Monopolio, sistema che tuttavia gli valse, nel 1956, la nomina a Cavaliere del lavoro. La prima si riferisce agli emolumenti che ha percepito come consigliere delegato di una società creata per facilitare le operazioni di importazioni e di esportazioni del Monopolio: ali'incirca 40 milioni di lire in vent'anni. La seconda invece riguarda il trattamento di favore riservato a talune società private, specialmente svizzere, che sarebbero state agevolate nei rapporti avuti con il Monopolio: interesse privato in atti di ufficio, quindi, ,e peculato per distrazione avendo consentito che dei privati guadagnassero oltre il lecito. Per questa seconda accusa, il magistrato non è riuscito ad accertare se il dott. Cova abbia tratto un vantaggio diretto. Ed allora per quale motivo avrebbe favorito talune società? Per amicizia, in particolare con Giacomo Martignoni, titolare della Soc. Tbbaco Products. Questi è morto e un'indagine penale nei suoi confronti è rimasta bloccata. « Ma — ha sottolineato il P. M. nella sua requisitoria — è contro il comune buon senso, contro la logica ed è sommamente ingenuo che i favoritismi siano dovuti soltanto all'amicizia. Le indagini si sono, dovute necessariamente contenere entro i confini del territorio nazionale ma hanno condotto ad accertare che Martignoni attraverso società finanziarie ed aperture di conto corrente in paesi stranieri ha fatto affluire all'estero i suoi capitali e che presso una banca svizzera assieme ad un conto in proprio favore Martignoni ha intestato un conto ad un certo signor X. Anche se non sussistono prove per identificare il Cova in questo signor X, non può tacersi certamente il sospetto che costui abbia fatto affluire all'estero i suoi illeciti profitti dato che non gli mancano le possibilità in tale senso ». L'ex direttore generale del Monopolio era considerato un dirigente integerrimo, severissimo con i suoi dipendenti e con se stesso. Si è sempre vantato di non avere dato corso a raccomandazioni di ministri per assumere dipendenti, di essersi opposto — senza riuscirvi — alle decisioni dell'on. Trabucchi che come ministro delle Finanze gli impose di acquistare del tabacco messicano, di avere accettato di importare quasi 4 mila tonnellate di tabacco brasiliano notevolmente scadente soltanto perché l'allora sottosegretario alle Finanze Guido Cortese gli fece presente che per motivi di politica commerciale era opportuno procedere all'acquisto. (In verità, l'accusa gli contesta che per una singolare coincidenza l'operazione fini per essere vantaggiosa alla società di Giacomo Martignoni). Il magistrato gli ha fatto sequestrare una piccola tenuta sulla via Aurelia dove ha organizzato un allevamento di bovini, e l'appartamento di via Brescia dove abita con la moglie. « Comunque — ha spiegato meglio il p. m. nella requisitoria dopo avere sottolineato l'impossibilità di dimostrare che il dott. Cova abbia tratto un proprio vantaggio in questa vicenda — l'interesse reso in favore del Martignoni e il danno cagionato all'amministrazione è più che sufficiente alla configurazione del reato di inte- resse privato e di peculato. Il complesso delle prove si basa su documenti, resoconti di colloqui e di conversazioni telefoniche, corrispondenze, fatture, registri, atti ufficiali e sulle deposizioni dì funzionari ». In sostanza secondo l'accusatore il dott. Cova avrebbe favorito talune società vendendo del tabacco ad un prezzo inferiore a quello pagato dal Monopolio; avrebbe riacquistato dalla soc. Tobaco di Giacomo Martignoni del tabacco che la società stessa non era riuscita a vendere; cedette alla soc. Tobaco una partita di tabacco russo che il Monopolio aveva acquistato ad un prezzo superiore per cui lo Stato perse 146 milioni; fece in modo che le sigarette prodotte da una società svizzera passassero per fabbricate in Olanda e in Lussemburgo per avere le agevolazioni del Mec. Quale sarebbe stato il danno che lo Stato avrebbe avuto da questa attività? Lo stesso accusatore non è riuscito a stabilirlo: sì è limitato ad indicarlo sommariamente in molte centinaia di milioni. Pietro Cova nel respingere ogni addebito si è difeso sostenendo di non avere mai compiuto operazioni commerciali che esulavano, dice, dalle sue funzioni di direttore generale. Guido Guidi II dott. Pietro Cova, ex direttore del Monopolio, attende le decisioni del giudice istruttore (Telefoto)

Persone citate: Cova, Giacomo Martignoni, Martignoni, Pietro Cova, Trabucchi

Luoghi citati: Lussemburgo, Olanda, Roma, Svizzera