Le libere spiagge del Sud

Le libere spiagge del Sud IL TURISMO ITALIANO E' CONCENTRATO IN POCHE ZONE Le libere spiagge del Sud (Nostro servizio particolare) Roma, 14 settembre. Mezza Italia dev'essere scoperta dai turisti. Un esempio: le coste marine, comprese le isole, fasciano il territorio italiano per circa cinquemila chilometri. La distanza fra Roma e New York, una miniera ininterrotta (e non sfruttata) di sorprese, paesaggi, stupendi litorali. Ma il turismo è concentrato in poche regioni; bagnanti e villeggianti si contendono i centimetri sugli arenili tirrenici e adriatici, senza superare d'un passo la « linea gotica ». E intanto tremila chilometri di costa sono sconosciuti: quasi tutti nel Sud e nelle isole. Sono le libere spiagge del Sud, rimaste allo stato dì natura, deserte tutto l'anno e che, invece, meriterebbero diversa sorte. Le statistiche qui pubblicate dicono, con chiarezza, che nel 1966 su ogni cento turisti — italiani o stranieri — sessantacinque non hanno oltrepassato la « linea gotica ». ventotto si sono spinti alla trasversale Latina-Campobasso, venendo in gran parte solo a Roma, appena dieci si sono avventurati nel Mezzogiorno e nelle isole. Forse questi ultimi hanno trovato, in regioni del tutto vergini, quegl'incanti che altrove mancano o sono sommersi dal fracasso, dallo scempio del paesaggio, come mimetizzati dalla marea umana dell'estate. Nelle Calabrie, in Puglia o in Sicilia le libere spiagge, senza vita, sì susseguono a perdita d'occhio. Centinaia di chilometri solitari, una ricchezza potenziale, inutilizzata da un paese che vive specialmente di turismo. La Costa Viola della Calabria, tirrenica con le zagare e il bergamotto, Tropea, Viatico, Monte e S. Elia, Bagnara. Scilli. la Costiera Salentina sono appe- na nomi geografici, e in gran parte ignorati: dovrebbero essere, al. contrario, stazioni balneari di prim'ordine. Si sta ripetendo, nell'epoca della civiltà di massa e dei consumi, il fenomeno che colpì il Mezzogiorno d'Italia nel secolo scorso, quando la rivoluzione industriale si espandeva nel Nord, vicino all'Europa centrale da dove il progresso partiva, ma non raggiungeva il Sud, anche per colpa della lunghezza dello stivale. Adesso questa eccentricità geografica, rispetto alle grandi correnti turistiche, pesa sull'Italia meridionale ed insulare. Una famìglia che da Torino o da un paese europeo parte per la vacanza, sceglie di solito località raggiungibili, al massimo, in uno o due giorni di viaggio, che andranno conteggiati anche al ritorno. Al turismo non bastano il mare azzurro, il sole, le giornate quasi sempre serene. Il turismo richiede un complesso di opere; strade, aeroporti, comunicazioni ferroviarie rapide, alberghi, acquedotti, fognature efficienti, attrezzature balneari, locali di divertimento ecc. Tutte cose che mancano, tranne qualche caso, nelle spiagge deserte del Sud, ultima oasi di chi ama la quiete e la natura. Nei programmi di governo è previsto per il 1969 il «- lancio turistico del Sud », così da opporre regioni nuoi ve, non ancora sfruttate. alla crescente concorrenza di paesi mediterranei come Spagna, Jugoslavia e Grecia. Non è davvero facile questo « lancio ». A parte gli enormi problemi da affrontare, c'è il fattore « distanza » che gioca a sfavore del Sud. I competenti sostengono perciò che oltre a realizzare le «infrastrutture» indispensabili e le attrezzature propriamente turistiche, si dovrà tener conto del decentramento geografico di queste regioni. E concludono che ci vuole nel Sud una rete dì aeroporti intercontinentali (e non semplici piste per aerei modesti) dove possano atterrare e partire i grandi jets di prossimo impiego. L'anno scorso quasi due milioni di persone sono giunte in Italia dal cielo. L'avvenire svilupperà questi viaggi, mentre le autostrade contribuiranno a spingere verso il Sud i turisti oggi restii ad affrontare il lungo percorso. E' un aspetto non secondario del grande problema meridionale. Finora nel Mezzogiorno sono stati spesi, per il settore turistico, 107 miliardi di lire. I posti letto negli alberghi sono 135.000 ai quali, entro il 1970. dovrebbero aggiungersene altri 50.000. « Sarebbe inutile costruire alberghi, villaggi turistici, stabilimenti balneari — dicono gli esperti — senza dar modo a milioni di turisti di raggiungerli con rapidità ». Lamberto Fumo 1 TURISTI DEL 1966 SEC0ND0 LE GRAND! ZONE GEOGRAFICHE ITALIANE (In mllionl) Rlpartlzlonl Itallanl Stranlerl Totale Percentuale Nord (fino alia traaversale La Spezia-Rivlera romagnola) . . 12.600.000 7.600.000 20.200.000 65 Centra (fino alia traaversale 1 Latina-Campobatso) . . . . 5.400.000 3.200.000 8.600.000 25 Slid e Isole 2.000.000 1.200.000 3.200.000 10 Totale Italia j 20.000.000 12.000.000 32.000.000 100 (Fonte: stlme arrotondate dl espertl del Minlstero del Turisnio).

Persone citate: Bagnara, Centra, Scilli, Tropea