Per le irregolarità del Banco di Sicilia saranno giudicate in Tribunale 28 persone

Per le irregolarità del Banco di Sicilia saranno giudicate in Tribunale 28 persone «Re ara Miota Isa ss&miì&ssss^ cHe cfJbiucfe i'issts*WLttoz*ia Per le irregolarità del Banco di Sicilia saranno giudicate in Tribunale 28 persone Tra i principali imputati: il comm. Bazan, ex presidente del Banco; il direttore generale La Barbera; alcuni consiglieri; l'attuale presidente dell'istituto di credito Santo Spirito marchese Sacchetti; il filatelico torinese Bolaffi; l'ex amministratore del giornale «L'Ora» di Palermo Carbone; il dottor Ardizzone, presidente della provincia di Messina; il giornalista Baldacci - L'accusa è di peculato - Delle 72 persone incriminate all'inizio, 44 sono state assolte - Tra queste il figlio di Bazan, l'ex sindaco di Palermo dott. Lima, due nunzi apostolici - Il comm. Bazan e Bolaffi sono in stato di arresto - E' mantenuto il mandato di cattura per Baldacci che si trova a Beirut (Dal nostro corrispondente) Palermo, 14 settembre. E' stata resa nota questa mattina la sentenza del giudice dott. La Barbera che chiude l'istruttoria per il caso Bazan. Ventotto persone — delle 72 che erano state incriminate — dovranno comparire a giudizio del Tribunale per rispondere di peculato e di interesse privato in atti d'ufficio. La sentenza aggrava le richieste del P. M. dott. Mazzeo perché questi si era limitato a chiedere il processo per venti persone. Vengono confermati la detenzione per il principale imputato, il dott. Carlo Bazan, e il mandato dì cattura (non eseguito) contro il giornalista Gaetano Baldacci. In più è stato fatto arrestare il filatelico torinese dott. Giulio Bolaffi. Ecco l'elenco delle persone rinviate a giudizio: Bazan Carlo (presidente del Banco di Sicilia); La Barbera Giuseppe (direttore generale del Banco di Sicilia); Baiar di Antonino (alto funzionario del Banco); Laganà Giuseppe (funzionario del Banco); Mendàlia Alberto (funzionario del Banco di Sicilia); Hardt Francesco. Serio Filippo (funzionario del Banco di Sicilia); Sala Claudio: Terrasi Alfredo (ex presidente della Camera di commercio di Palermo ed ex componente del consiglio di amministrazione del Banco di Sicilia); Sacchetti Giovambattista; Cheli Luigi; Stassi Francesco (funzionario del Banco di Sicilia); D'Ambra Carmelo; Bolaffi Giulio (per il quale è stato eseguito a Torino il mandato di cattura); Baldacci Gaetano (mandato di cattura); Carbone Giovanni (già amministratore del giornale «L'Ora» di Palermo); Muccioli Antonio (deputato regionale democristiano); Corrao Mario (fratello del deputato nazionale comunista); Pagliuca Salvatore; Maggio Valveri Giuseppe; Guidarelli Anna; Felici Rosina; La Gumina Salvatore (consigliere del Banco di Sicilia); Piccione Corrado (consigliere del Banco di Sicilia); Innorta Giuseppe (consigliere del Banco di Sicilia); Ardizzone Vincenzo (consigliere del Banco dì Sicilia e presidente della provincia di Messina); Nicotra Gualtiero (consigliere del Banco di Sicilia); Usigli Arrigo (consigliere del Banco di Sicilia). Nella sentenza depositata dal giudice istruttore Mazzeo, si nota che quattordici degli imputati per i quali il P.M. aveva chiesto a suo tempo il proscioglimento sono ora invece stati rinviati a giudizio. Tra coloro che, inizialmente incriminati, ora sono stati prosciolti in istruttoria con formula piena, i principali sono: Francesco Crispi, Gaetano Cesareo, Giuseppe Febo, Santo Schimmentì, Giuseppe Giacalone, Luigi Camozza, Michele Di Gregorio, Emilia Candia, Claudio Cutolo, Luigi De Luca, Francesco De Rosa, Francesco Flores D'Arcais, Giorgio Mango, Valeria Novello, Maria Luisa Salustrì, mons. Antonio Travia, Pietro Vallati, Mario Bazan, Carla Angela Durini, Salvatore Asta. Anna Asta e mons. Giuseppe Asta, nunzio apostolico. Mario Bazan è figlio di Carlo Bazan, e fa il medico a Roma. Per insufficienza di prove sono stati assolti dal reato di peculato Salvatore Buscemi, Francesco Beneventano, Carla Besozzi, Lucio Calderaro, e l'ex sindaco dì Palermo Selva Lima. Assolto per insufficienza di prove dall'accusa di interesse privato in atti d'ufficio Giuseppe Mirabella, vice direttore del Banco. L'Innorta e l'Ardizzone, insieme con Gualtiero Nicotra Arrigo Usigli e Corrado Piccione, componevano quel consiglio di amministrazione che decise di pagare al dott. Lima, ex sindaco di Palermo, attuale segretario provinciale della de, gli stipendi per un ammontare di circa 6 milioni, relativi al periodo in cui il Lima non frequentò la banca (di cui era alto funzionario) per ricoprire la carica di presidente dell'Ente di riforma agraria siciliana. Molte delle operazioni passive della banca, sulle quali il giudice ha compiuto la sua scrupolosa indagine, sono state valutate nella loro realtà tecnica. L'istituto di credito, nel momento in cui concede un prestito corre un'alea. Poniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiii tra riprendere le somme anticipate e potrà anche perderle e ciò non significa che tutto quanto è andato in passivo costituisca il prodotto di un accordo extra bancario nel quale sia possibile individuare l'estremo del peculato, per distrazione o per personale profitto. Rimangono al fondo di questa vicenda i piccoli favoritismi, le beghe personali, i « compensi » forniti ad' .uomini prividiscrUp&Vo,pfónlià. ricattare sotto le voci più impensabili: «consulenze» non sì capisce bene in che materia, pagate profumatamente, probabilmente per acquistare il silenzio su altri scandaletti di. bassa lega, che avrebbero però certamente gettato discredito sulla classe dirigente dell'istituto bancario e sull'istituto stesso. Un panorama squallido che vede il commerciante di francobolli favorito — secondo la sentenza istruttoria — nella datazione di un contratto: una partita di francobolli ceduta al Banco nel '59 e fatturata in data '56 per cui l'Istituto di credito ha dovuto corrispondere 92 milioni di interessi passivi; le connivenze tra alti funzionari del Banco e colleghi del Banco di Santo Spirito che hanno condotto all'incriminazione anche il marchese Giovanbattista Sacchetti, tuttora al vertice dell'istituto romano; gli smaccati favoritismi verso super funzionari che ottengono il distacco presso enti e continuano a percepire con il nuovo stipendio anche il vecchio. Tutte cose purtroppo non inconsuete nella Sicilia di oggi: situazioni che si riscontrano al Banco di Sicilia e che si individuano facilmente presso altri enti. Dalla sentenza istruttoria sembra mancare la profonda analisi dei motivi che hanno condotto una delle banche italiane più fiorenti a denunciare attivi di molto lontani da quelli che il suo giro di affari autorizza a prevedere. E ciò non perché l'opera del magistrato sia stata parziale od incompleta --che anzi il dott. Mazzeo ha lavorato con semppiiisità.- ammirevole — pia perche^, ancor oggi man"cima i''mWB per penetrare a fondo in quel sottobosco di carattere strettamente polìtico che controlla e detiene le leve di potere in Sicilia. Una classe chiusa, quasi una casta. f. d. 4 I magistrati del «caso Bazan»: il p.m. dott. Mazzeo, a sinistra, e il giudice La Barbera