Consulto medico per Paolo VI Forse sarà operato in novembre

Consulto medico per Paolo VI Forse sarà operato in novembre Consulto medico per Paolo VI Forse sarà operato in novembre Un comunicato, a firma dei professori Valdoni, Arduini e Fontana, dice che si ricorrerà ad un intervento chirurgico se la terapia in corso non sarà sufficiente - Probabile un'ipertrofia prostatica e in Vaticano si dà per certa l'operazione tra un paio di mesi - Per il Papa « impedito » non è prevista nessuna supplenza - Per il Codice Canonico egli è Vicario di Cristo sino alla morte, a meno che sia infermo di mente o si renda responsabile di eresia (Nostro servizio particolare) Città del Vaticano, 13 sett. Paolo VI quasi certamente dovrà essere operato. Le cure antibiotiche non bastano a rimuovere le cause più gravi che hanno determinato, come già in passato, la cistopielite acuta di cui il Papa soffre da lunedì 4 settembre. Un anormale ingrossamento della prostata — secondo tre fonti quanto mai attendibili — provoca i seri disturbi che rischiano di diventare cronici. A parere di un'altra fonte si tratta, invece, di calcolosi renale. Non si sa quando né dove sarà compiuto l'intervento chirurgico. Esso è stato deciso, in linea di massima, stamane dopo un consulto al quale il Pontefice è stato sottoposto dal prof. Pietro Valdoni, direttore della clinica chirurgica della Università di Roma. Il celebre chirurgo ha visitato Paolo VI per un'ora, forse più. Era stato chiamato dai curanti, professori Mario Fontana, medico personale del Papa, e Mario Arduini, l'urologo convocato nei giorni scorsi. Terminato il consulto, è stato per la prima volta diramato un vero bollettino medico, firmato dai tre clinici. Esso dice: « Il Santo Padre è notevolmente migliorato in rapporto all'episodio di cistopielite sofferto. I medici ritengono di proseguire nell'indirizzo terapeutico in corso, riservandosi di eventualmente modificarlo in senso chirurgico, allo scopo di raggiungere la completa e definitiva guarigione dell'Augusto infermo ». Dosato in ogni espressione, il bollettino — che, per somma discrezione, è ancora chiamato « comunicato » — va letto in trasparenza. L'accenno, velato d'una diplomatica riserva, all'« eventuale » intervento chirurgico sta a significare che l'atto operatorio è ritenuto pressoché indispensabile. Altrimenti il comunicato non vi avrebbe accennato affatto. Il Papa, per la prima volta, è definito «Augusto infermo », dizione sin qui accuratamente scartata perché indica uno stato permanente di infermità. Illuminante è, infine, la parte che riguarda la « completa e definitiva guarigione» che i tre medici si ripromettono dall'operazione, qualora le terapie mediche non raggiùngano gli effetti desiderati. Si ritiene che la diagnosi sia di ipertrofia prostatica, cioè un irregolare ingrossamento della prostata che blocca le vie urinarie. L'operazione è fastidiosa, ma senza eccessivi rischi (la subì nel marzo del '64 De Gaul le con esito felice). In Vaticano si dà per certo l'in¬ tervento chirurgico, e viene indicato il mese di novembre. Tranne nel caso di urgenza imposta dalla malattia, si vorrebbe che l'intervento avvenisse dopo il Sinodo nel quale, discutendosi questioni vitali, la mediazione e la decisione del Papa sono considerate necessarie. Il Sinodo dovrebbe chiudersi il 29 ottobre. L'intervento — che verrebbe compiuto dal prof. Valdoni — potrà svolgersi in Vaticano. Nell'appartamento privato del Papa al terzo piano del Palazzo apostolico, esiste, sin dagli ultimi mesi di Pio XII, un gabinetto medico. Nel 1961 servì per l'asportazione d'una piccola cisti a Papa Giovanni. Sembra improbabile, quindi, la voce che il Papa verrebbe trasferito per l'intervento al Policlinico « Agostino Gemelli », appartenente alla facoltà medica dell'Università Cattolica, aperta da sei anni a Monte Mario. Se il Papa verrà operato, la sua « temporanea vacanza » per impedimento non sarà colmata da alcun altro. Ogni Papa, a meno sia colpito da infermità di mente o responsabile di eresia, resta « Vicario di Cristo » sino alla morte. Non v'è malattia che possa togliergli la responsabilità diretta; e il Codice di Diritto Canonico — a parte i casi citati e quello di rinuncia al Trono Pontificio — non prevede « supplenza» del Pontefice da parte di chiunque. La ragione è teologica: il Papa è eletto dal Sacro Collegio, ma « per ispirazione dello Spirito Santo ». Tutti gli atti verrebbero compiuti dalla Segreteria di Stato e dalle congregazioni in nome e con l'autorità del Papa, veda egli o non veda le decisioni. Resta però la possibilità che Paolo VI, prima dell'operazione, disponga altrimenti: il Papa è superiore al Diritto Canonico. Nessuno sa dire stasera se Paolo VI presenzierà l'inaugurazione del Sinodo mondiale dei vescovi in programma per il 29 settembre. Ieri la sua presenza era stata confermata, almeno come augurio, dal segretario generale del Sinodo mons. Rubin. Vi sono voci che questa assemblea sia rinviata, ma gli am¬ bienti responsabili ribadiscono che essa si svolgerà regolarmente sino al 29 ottobre e oltre se necessario. Si osserva che il Papa lo desidera. Perciò ha nominato i tre cardinali delegati a presiedere il Sinodo: e lo decise poche ore prima di abbandonare Castel Gandolfo in gran fretta sotto la minaccia dell'infezione. Lamberto Fumo Alcuni romani leggono sull'«Osservatore» le notizie sulle condizioni di salute di Paolo VI (Telef. Ansa)

Luoghi citati: Castel Gandolfo, Città Del Vaticano, Roma