Colloqui confidenziali di Paolo VI sulla Chiesa, il pontificato, la pace

Colloqui confidenziali di Paolo VI sulla Chiesa, il pontificato, la pace Un ritratto nuovo di Papa Montini nei dialoghi con Jean Guitton Colloqui confidenziali di Paolo VI sulla Chiesa, il pontificato, la pace «Mi sento padre dell'intera famiglia umana» - Il significato del viaggio in India, «terra dello spirito», e dell'appello all'Orni Parigi, settembre. Fra due settimane,, il 26 settembre, cioè il giorno stesso in cui il Papa compirà settantanni, l'editore Fayard metterà in vendita un libro per vari aspetti eccezionale: Dialoghi con Paolo VI di Jean Guitton. Filosofo e scrittore cattolico, specialista in problemi teologici e di storia del cristianesimo, accademico di Francia, « osservatore » al Concilio, Guitton dal 1950 ha avuto con mons. Montini prima, e poi con il Pontefice, un gran numero di lunghe conversazioni private. L'ampio volume, di cui il Figaro ed il Figaro Luterai-, re hanno pubblicato ampi estratti, offre un quadro estremamente interessante dei problemi della Chiesa visti dal suo capo, ed insieme un ritratto dell'« uomo » Montini, che illumina' in modo nuovo una personalità complessa e « segreta ». Giudicato soprattutto un diplomatico, vissuto per molti anni nella Curia romana, Paolo VI agli occhi del gran pubblico appare assai meno « prete » dì Giovanni XXIII. Sarà una sorpresa per molti lettori conoscere, attraverso le confidenze a Jean Guitton, una insospettata intensità di sentimenti,, una vera passione pastorale. Ecco come Giovanni Montini vede la sua posizione di Pontefice: « Io credo che di tutti i compiti di un Papa, il più invidiabile è quello della paternità... La paternità è un sentimento che invade il cuore e lo spirito, che vi accompagna in ogni ora del giorno; che non può diminuire, ma cresce perché aumenta il numero dei figli; che non si delega, che non finisce se non all'ultimo istante della vita: se non accade che un papa si ritiri prima della fine, è perché non si tratta soltanto di una carica, ma di una paternità. Non si può cessare d'essere padri. « La paternità è un sentimento universale che si allarga a tutti gli uomini. Io lo sento scendere da me in cerchi concentrici, che vanno ben al di là delle frontiere visibili della Chiesa. Mi sento padre dell'intera famiglia umana: non occorre che i figli conoscano un padre, perché egli sia padre... E' un sentimento che non sazia, che non stanca, anzi che riposa di ogni fatica. Non mi sono mai sentito stanco, nemmeno un solo istante, di stendere la mano per benedire ». Un'ampia parte dei colloqui ha toccato i viaggi di Paolo VI, la novità più evi- dente — e talora discussa — dell'ultimo pontificato. Il Papa rivela che le sue visite a paesi stranieri non rispondono ad un piano preordinato, ad un programma politico («Non faccio previsioni... Procedo di momento in momento, di urgenza in urgenza e, con la Misericordia, di grazia in grazia»); ma gli sono suggerite da preoccupazioni pastorali (« compiere il gesto minimo in sé semplice ma carico dì significato, di simbolo, per aiutare i cattolici, i cristiani, gli uomini a capirsi meglio, a unirsi»), ed in certo senso da meditate ispirazioni. Il primo viaggio, in Palestina, « pellegrinaggio sulla terra dove nacque la Chiesa, dove Pietro fu scelto, e Gesù nacque, soffrì, risuscitò », fu il più « naturale »; eppure suscitò perplessità nella Curia. « Parecchi cardinali mi avevano lasciato capire che non mancavano i rischi, e crèdo che avessero ragione, ma è così bello rischiare quando si è affidati a mani onnipotenti. Allora, davvero si sente che tra Dio e noi non c'è più intervallo ». Il viaggio in India fu più difficile da decidere; e fu per il Papa una rivelazione. « Vidi una folla innumerevole, una moltitudine tutta in atteggiamenti di attesa; indovinai in quelle migliaia di sguardi qualcosa che era più di una curiosità, non so quale simpatia inesplicabile. L'India è una terra dello spirito. Ha per natura il senso delle virtù cristiane. Mi dicevo che se deve esserci nel mondo un paese su cui le beatitudini del Discorso della montagna saranno un giorno realtà vissuta, e non dalle élites soltanto, ma da tutto un popolo, l'India è quella terra». Lo spettacolo della miseria indiana, e l'eco internazionale dell'appello alla pace che egli aveva lanciato da Bombay, portarono Paolo VI all'Onu: «Su una catena, senza che lo volessi ». Nel suo appello alla pace, c'era l'angoscia, ed insieme la certezza che la salvezza dell'umanità può venire soltanto dall'insegnamento evangelico: non co¬ me testo appartenente ad una confessione religiosa, ma come libro della ragione e della giustizia. a Un tempo, il Vangelo poteva sembrare un lusso; ormai è una necessità pratica, una strada urgente, una soluzione sperimentale. E' qualcosa cui dobbiamo ricorrere necessariamente, dopo aver tutto sperimentato, non per speranza di vita, ma sotto pena di morte ». s. v.

Luoghi citati: Francia, India, Palestina, Parigi