Il giovane fermato confessa: Antonietta è stata strozzata dalla suocera nel prato

Il giovane fermato confessa: Antonietta è stata strozzata dalla suocera nel prato Tre persone sono in carcere per il delitio di IVI ir affiori Il giovane fermato confessa: Antonietta è stata strozzata dalla suocera nel prato Luigi Lo Monaco, 17 anni, figlio dello sfruttatore, è interrogato presente sua madre - Al dott. Sgarra racconta la tragica notte di sabato - « La sera andammo al cinema, ma mio padre e Carmela uscirono quasi subito. A mezzanotte rincasai, non c'erano e andai a letto. Alle 3 Carmela mi svegliò dicendomi: è successa una cosa grave. Mi portarono nel prato, li aiutai a svestire il cadavere, gli abiti li gettammo in un torrente. Poi vi fu una folle corsa a Pinerolo, l'auto ebbe un incidente, fui ferito alla testa, mio padre adirato mi lacerò la camicia» -.Carmela e l'amante negano taci che. torniamo ». Ma la prolezione finisce e non si sono ancora visti. Luigi se ne toma a casa da solo. Suona 11 campanello, ma nessuno risponde: « Doveva esserci solo il nonno — dice — che è sordo e quando Luigi Lo Monaco, il diciassettenne che il padre awtiva alla carriera di sfruttatore, accusa Carmela Moncada di aver strangolato la nuora Antonietta Asero. Un racconto confuso, con contraddizioni, lacune e menzogne. Ma anche con particolari precisi, che sciolgono alcuni degli enigmi minori della vicenda: la camicia strappata, il graffio che 11 giovane ha sulla fronte. Luigi Lo Monaco è un povero minorato. Una grave malattia lo ha paralizzato per tre anni, lasciandolo debole di mente e nel fisico. Come sfruttatore, è grottesco. Il padre lo picchia e gli ripete con scherno (così dice il giovane): « Devi imparare a uccidere. Finché non avrai ammazzato qualcuno, non sarai un uomo ». Le sue mansioni si riducono a fare da « baby sitter » ai bimbi di Antonietta Asero. Durante l'inchiesta sul delitto, interrogato dalla polizia, tenta di mostrarsi ligio alle leggi dell'omertà, ma si contraddice, appare sgomento. Chiamano la madre. Grazia Sanguedolce, che lo esorta: « Tu sei un bravo ragazzo, non c'entri con la morte di Antonietta. Sii sincero, racconta quello che sai ». Alla fine, Luigi crolla e dice: « E' stata Carmela Moncada a strangolarla». Ecco 11 racconto che ha fatto alla polizia. Incomincia verso le dieci della sera di sabato, cinque ore prima della morte di Antonietta. Luigi, suo padre Michele e Carmela Moncada vanno al cinema. A metà dello spettacolo, Carmela e l'amante si alzano: « Dobbiamo fare una commissione — gli dicono — aspet- Da sinistra: il diciassettenne Luigi Lo Monaco accusa Carmela, la suocera della vittima; costei nega. L'altro accusato: il padre di Luigi. — L'uccisa dorme non sente nulla ». Allora sale al piano superiore, dove abita Antonietta, e la madre di questa gli dà da mangiare. « Poi — prosegue Luigi — arrivano mio padre e Carmela, scendiamo nel nostro alloggio. Loro discutono, sembrano agitati, io vado a letto perché ho sonno ». Deve essere, più o meno, mezzanotte. Si sa con certezza, a questo punto, che Carmela Moncada va al « lavoro », in via Pio VII, a trecento metri dal punto dove Antonietta sta passeggiando fin dalle prime ore della sera. All'una, arrivano le camionette della polizia. Antonietta sfugge alla retata, ma Carmela viene ferma, ta e accompagnata in Questura. La rilasciano alle due. « Ho chiamato un tassì — racconta la donna — e sono tornata in via Pio VII a cercare Antonietta. Tutte le sere rincasavamo insieme, astenevamo d'occhio reciprocamente, perché il nostro è un mestiere pericoloso ». Antonietta non c'è, o almeno così racconta la suocera, che si preoccupa, va a casa per sentire se è tornata e si sente dire che nessuno l'ha vista. « Allora — racconta la donna — ho svegliato il mio amico Michele, suo figlio Luigi e siamo andati a cercarla». Fino all'alba». In questo racconto, Luigi ha inserito una parentesi tragica. « Carmela — dice — mi sveglia nel cuore della notte. Le tre erano passate, forse erano le tre e mezzo. Mi dice, agitata: " Vai a svegliare tuo padre, è successa una cosa grave " ». Luigi dice d'aver trovato il padre addormentato: « Saliamo in auto, andiamo nel prato di via Pio Vlf. Vedo Antonietta tra l'erba, mezza nuda. Mi avvicino, penso che sia svenuta, tento di rialzarla. Mi dicono che è inutile, perché è morta. Poi la spogliano del tutto, lasciandole soltanto un golf sulle spalle, mettono abiti, calze e scarpe, con un grosso sasso, vi una scatola che legano con uno spago. Poi risaliamo in macchina, andiamo a Pinerolo, da una cugina. Per via, mio padre è costretto a una brusca frenata e io sbatto la fronte contro il cruscotto e mi ferisco ». Alla cugina, Michele e Carmela chiedono se na visto Antonietta: « E' scomparsa, temiamo che le sia successo qualcosa ». Commenta Luigi: « Io non capivo bene perché facevano queste domande, se sapevano benissimo che Antonietta era morta nel prato. Scendo anch'io dall'auto, mi avvicino, poi, quando risaliamo, mi dimentico lo sportello aperto. Mio padre parte dt scatto con una brusca curva, lo sportello si apre e sbatte con un palo. Allora lui urla, mi wlta addosso e mi picchia, afferrandomi per la camicia, che si strappa ». Poi, la corsa continua: ospedali, commissariati, per chiedere notizie di Antonietta. « E' il tentativo di Carmela e dell'amante Michele — dicono gli inquirenti — di precostituirsi un alibi ». Ma non si nascondono le molte lacune del racconto di Luigi, che tace sui punti principali: come, dove, quando e perché il delitto è stato commesso. A questi quattro interrogativi, fino ad ora è possibile rispondere solo con delle ipotesi. Come: Antonietta è stata strangolata — dicono i periti — da due mani robuste. Mani femminili? Non si può escludere: la suocera, Carmela, ha grosse mani pesanti. Dove: quasi certamente, nello stesso punto in cui è stata trovata, nel prato. La catenina d'oro che si è spezzata sotto le mani dello strangolatore si trovava sotto 11 cadavere. . Quando: certamente verso le 3 di notte. Alle 2,30, l'arnica Irene Bertone la vede, viva e- battagliera, discutere con tre clienti su una « 850 coupé » blu. E' presumibile che si siano trattenuti con lei e l'abbiano poi riportata all'angolo di via Pio VII e via Vigliani: si arriva così verso le tre. Se Carmela Moncada è l'as¬ sassina, ha avuto' a' malapena mezz'ora per riportare Antonietta nel prato, ucciderla e correre a casa per svegliare — prima delle tre e mezzo — Luigi. Il nonno di questo.dice addirittura che erano le tre in punto quando la donna è rincasata per mobilitare 1 due Lo Monaco. Perché: questo interrogativo, nel racconto di Luigi, resta del tutto senza risposta. Quando glielo rivolgono, si stringe nelle spalle. La polizia sostiene che esistono due moventi per Carmela. Il primo è la gelosia. Antonietta le stava portando via l'amante Michele Lo Monaco. 11 secondo è il rancore, perché le ha mandato in prigione il Aglio, accusandolo di sfruttamento. La suocera voleva che ritrattasse le accuse, la giovane rifiutava. Dopo la prima confessione, Luigi Lo Monaco ne ha reso una seconda, diversa. In questa nuova versione, la figura del padre scompare. « Carmela — dice — mi ha svegliato nel cuore della notte. Siamo usciti insieme, io guidavo l'auto. Mi ha portato nel prato dove giaceva il cadavere dt Antonietta e mi ha detto: " L'ho uccisa io " ». E' un evidente, maldestro tentativo di scagionare il padre, che rende ancora più incredibile tutto il racconto. C'è un'altra fondamentale domanda che Luigi lascia senza risposta. Dove sono finiti gli abiti di Antonietta? Dice: « Abbiamo gettato la scatola, appesantita con il sasso, in una roggia, da un ponte sulla strada tra Pinerolo e Torino ». Ma dove sia questa roggia, non sa indicarlo nemmeno approssimativamente. Ieri 1 magistrati che conducono l'inchiesta, dott. Piscopo e dott. Armando, hanno prorogato il fermo di Carmela Moncada, Michele e Luigi Lo Monaco. Le indagini continuano, per chiarire i punti ancora oscuri.

Luoghi citati: Monaco, Pinerolo, Torino