Suocera e nuora gelose una dell'altra si contendevano l'uomo che le sfruttava

Suocera e nuora gelose una dell'altra si contendevano l'uomo che le sfruttava La giovane donna strangolata in un prato di Mirafiori Suocera e nuora gelose una dell'altra si contendevano l'uomo che le sfruttava Forse la causa dei delitto è in questo groviglio di sordide passioni - L'autopsia rivela che la donna non morì per un accidente in seguito a una « lezione » impartita dalla malavita, ma venne strangolata con piena volontà di uccidere - Per ora sono in carcere : la suocera, l'amante e il figlio di costui, che ha un graffio sulla testa e non sa dire chi glie lo ha fatto La polizia cerca anche i due passeggeri di una «850» blu che avrebbero ospitato la vittima poco prima della morte Antonietta Asero, la vittima. La suocera, Carmela Moncada e Michele Lo Monaco, che sfruttava le due donne Antonietta Asero, la giovane donna trovata uccisa in un prato di via Pio VII, a Mirafiori, non è morta per accidente, mentre subiva una « lezione » da parte della malavita. Questa ipotesi, avanzata in un primo tempo, è caduta dopo 1 risultati dell'autopsia, eseguita ieri dal professor Tovo. Il corpo della donna non presenta segni dl percosse. Ci sono soltanto i lividi attorno al collo. Qualcuno l'ha afferrata con le mani congiunte e ha stretto con tutte le sue energie. Non voleva intimidire, voleva uccidere. Non c'è stato bisogno, come era sembrato, di completare l'opera con uno spago: il solco.sulle carni del collo è stato prodotto dal filo d'oro (Iella collanina, che è rimasto/impigliato néHa-tSjtretta dell'assassino. Le Indagini seguono 'm vita di questa donna sventurata. Nel 1965 Antonietta Asero, il marito Salvatore Moncada e 1? suocera Carmela abitano in una pensione dl via Giolitti 40. In una soffitta della stessa casa vive Michele Lo Monaco, la figura centrale di questa torbida vicenda. Michele ha scontato una condanna per siruttamento della moglie, è tornato a casa, ha violentata la figlia quindicenne ed è in attesa del processo. E' un uomo violento, che è sempre vissuto alle spalle delle prostitute. Ora, in rotta con la moglie che lo manteneva, si lega a Carmela Moncada. la sfrutta e divide i proventi con il figlio di lei, Salvatore, che sta avviando alla prostituzione ancne la giovane moglie, Antonietta. Nel 1965, Michele Lo Monaco, condannato per incesto, torna in prigione e Salvatore Moncada resta l'unico amministratore dei guadagni della madre e della moglie. Ma per poco. Nella primavera scorsa, il Lo Monaco è di nuovo libero e ricompare sulla scena. Non deve più tornare nella squallida soffitta dl via Giolitti: ora le due donne si sono trasferite in due alloggi di via Rismondo 47. Carmela Moncada lo accoglie nel suo, lo arredano con lusso sfacciato. In maggio, la concordia del quartetto viene rotta da un episodio clamoroso. Antonietta denuncia il marito per sfruttamento e Salvatore finisce in carcere. Perché questo colpo dl scena? E' uno del punti su cui le indagini tentano di fare luce. Antonietta non vuol certo porre fine alla sua sordida vita. Con il marito in prigione, continua ad andare in via Pio VII all'angolo con via Vigliani, e porta i guadagni a Michele Lo Monaco. Trecento metri più in ià, all'angolo con via Passo Buole, sosta ogni sera la suocera, amante ufficiale del Lo Monaco. Raccontano alcune colleghe delle due donne: « Litigavano spesso. Abbiamo sentito Antonietta urlare alla suocera: "Sta tranquilla^ te lo porto via il tuo Michele'* ».\.Fra le due donne, la gelosia, acceso un sordo rancore, - Questo rancore ha anclie altri motivi. La suocera rimprovera pure alla nuora dl averle mandato in galera il figlio: « Hai tradito le leggi del nostro mestiere, del mestiere che io ti ho inse-. guato ». Tenta di costringerla a ritirare le accuse di sfruttamento rivolte al marito. Non solo per ridare la libertà al figlio. Ma anche perché se il giovane ritorna a casa, dovrà necessariamente finire la tresca dl Antonietta con Michele Lo Monaco e potrà riavere l'amante tutto per sé. Dal carcere, Salvatore Moncada scrive alla moglie lettere di fuoco. Poiché c'è la censura e non può ricorrere alle minacce aperte, cerca di intimidirla sottolineando tre o quattro volte le frasi significative: « Devi dire, la verità, altrimenti siamo nelle mani di Dio ». Ma Antonietta non vuol ritrattare. Dice: « Altrimenti finisco condannata io, per calunnia ». Ma la vera ragione, pensa la polizia, può essere un'altra: perché si è incapricciata di Michele Lo Monaco e se il marito torna a casa dovrà lasciarlo. Qualche giorno fa, arriva ad Antonietta una citazione del Tribunale: dovrà presentarsi 11 23 settembre al processo contro Salvatore, come parte lesa e testimone d'accusa. Sabato notte, la giovane viene uccisa e abban¬ donata nuda in un prato, a po. chi passi dall'angolo dove sostava ogni sera. Chi l'ha uccisa? Si pensa che sia morta mentre tentavano, con la violenza, di convincerla a non testimoniare contro il marito. Ma l'autopsia dice che è stata uccisa con premeditazione. Inoltre Antonietta non potrà più ritrattare le accuse che ha sottoscritto nel verbali della polizia. Quindi la sua morte dan¬ neggia Salvatore-Moncada. Come danneggia la madre di lui, Carmela. La polizia scava più a fondo nello squallido « ménage » del quartetto ed emergono altri torbidi particolari. Non c'è soltanto la gelosia tra suocera e nuora. Nell'alloggio, è venuto ad abitare anche il figlio diciottenne di Michele Lo Monaco, Luigi. Dicono i vicini: «Abbiamo visto il padre rincorrere il giovane ar¬ mato dl coltello, urlava che le sue donne doveva lasciarle stare ». . Ora Carmela e 1 due Lo Monaco sono sotto inchiesta. Si contraddicono a vicenda. Luigi ha una contusione sopra l'occhio destro e un graffio sulla fronte. Si vuol sapere perché. Dice il nonno, che abita con loro: « Si è ferito in fabbrica,' lavorando ». In che fabbrica? Si stringe nelle spalle: « Non so ». Luigi non ha mai lavorato. Alla polizia dice: « E' stato mio padre, si è arrabbiato e m'ha preso a ceffoni ». Il padre conferma. Negano tutti di sapere qualcosa della morte di Antonietta: « Eravamo a casa, tranquilli ». Ma poi, di fronte alle contestazioni del dott. Sgarra, raccontano la verità. Quella notte, la notte dl sabato, Carmela cade in una retata della polizia e resta in Questura fino alle due dl notte. Quando viene rilasciata, torna in via Pio VII a cercare la nuora e non la trova. Allora viene a casa, sale nell'alloggio in cui Antonietta vive con la madre (ha due bimbi) e chiede di lei. Non s'è vista. Allora, con Michele Lo Monaco, gira gli ospedali della città, in cerca di notizie. ' Ma, a quell'ora, Antonietta è già morta tra l'erba. L'ultima a vederla viva è stata, alle due e mezzo, un'amica: Irene Bertone, 30 anni. Racconta: « Era lì, in quel prato, su una " 850 " coupé color blu. L'ho sentita litigare, mi sono avvicinata. C'era un giovane in piedi, accanto all'auto che aveva la portiera semiaperta. Antonietta era già nuda, con un golf sulle spalle, così come è stata trovata. Le ho chiesto se aveva bisogno di qualcosa, mi ha risposto: " No, Il conosco ". Il giovane ha aggiunto: " Stia tranquilla, ora si mettono d'accordo ". Dentro l'auto, con Antonietta, c'era un altro uomo, più anziano. Me ne sono andata ».

Luoghi citati: Antonietta, Monaco