Due coppie di farabutti si imbrogliano a vicenda

Due coppie di farabutti si imbrogliano a vicenda Due coppie di farabutti si imbrogliano a vicenda « Fai in fretta ad uccidermi... ho freddo! » di Matelli: ti ispira alla commedia sofisticata di Hollywood - Altre due "prime" del cinema: « Il marchio di Kriminal» film di malavita; «Il bello il brutto il cretino» con Franchi e Ingrassia (Corso) - Una battuta di dialogo dà il titolo al film a colori di Francesco Maselli: Fai in fretta ad uccìdermi... ho freddo! La dice, in presumibile punto di morte, Monica Vitti nelle vesti d'una avventuriera di alta classe che « lavora ee in società con un giovane farabutto d'uguale livello. Insieme hanno concretato un colpo di cui dovrebbero esser vittime due giovani miliardari, fratello e sorella. La tessitura è assai complicata, tutti giuocano su più scacchiere determinando un discreto assortimento di colpi di scena, che prima di sorprendere il pubblico meravigliano reciprocamente gli Interlocutori. Nessuno dei quali è ricco come si crede, e nessuno nobile: i titoli ostentati dai personaggi sono fasulli, tutto fumo negli occhi per 1 titolati veri da irretire e spennare. La risata finale dei quattro (la Vitti, Jean Sorel, Roberto B Isa eco. Daniela Surina), suggella beffardamente il fallimento d'un piano criminoso che lascia tutti sani, salvi e pronti a continuare il giuoco paradossale. Questa risata ricorda alla lontana quella dell'epilogo di « Falstaff ee e può usare a commento le parole del coro finale dell'opera («Tutto nel mondo è burla... - Tutti gabbati... - irride l'un l'altro ogni mortai»), anche se il tono e la sostanza della pellicola sono tutt'altra cosa. E' evidente,- difatti, che Maselli e il suo aiuto regista Proietti scrivendo questo soggetto si sono rifatti a certi modelli della commedia sofisticata hollywoodiana, attualizzando il tutto con trovatine e situazioni da racconto « beat ee, ossia spinto ai limiti del paradossale e dell'assurdo. Ma una regìa soltanto diligente, non estrosa o «matta» come occorreva, sembra aver posto piombo nelle ali all'eccentrica favoletta con punte macabre. Il ritmo del racconto è discontinuo: dopo un avvio spiritoso, c'è un vuoto centrale che il prodigarsi della Vitti non colma; per fortuna la buona ripresa conclusiva è, utile a mandar via la gente non troppo sconcertata. * * (Metropoli - Corretto mestiere registico quello del torinese Fernando Cerchio nel film a colori II marchio di Krìminal, che si propone soltanto di far passare 11 tempo mostrando le imprese di un temibile farabutto. Costui, tallonato da una banda rivale, è alla ricerca di quattro statuette sacre nelle quali so¬ no nascoste le parti d'una mappa indicante il nascondiglio segreto di due preziosi dipinti rubati. L'accenno è sufficiente a indicare la qualità del film, che si porta appresso, senza troppo orrore, delitti vari e si conclude in modo spettacolarmente drammatico. Kriminal è Glenn Saxon; Andrea Bosic il tenace investigatore Milton che lo bracca; Helga Line la donna di maggior rilievo. * * (Alexandra, Faro. Eliseo, Vìnzaglio) - Ancora una parodia dei western d'epoca secessionista: Il bello il brutto il cretino, echeggiante nel titolo un film di Leone. E' soprattutto un'infilata di sketches nei quali Franchi e Ingrassia si spremono a cavar risate destreggiandosi tra insidie e tranelli dentro e fuori il fronte della guerra civile. In un cimitero oltre le linee sudiste, una tomba cela 200 mila dollari: si tratta di identificarla, violarla e appropriarsi del malloppo, al quale aspirano non solo i due compari, ma anche « il bello » e altra gente fra cui uba donna. La farsa è fiacca nell'in sieme, ma i « patiti ee dei due comici siciliani sapranno di vertirsi ugualmente, vice

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