Realizzata ieri a Monza la più alta velocità: km 233

Realizzata ieri a Monza la più alta velocità: km 233 PROVE DIL GRAN PREMIO AUTOMOBILISTICO D'EUROPA Realizzata ieri a Monza la più alta velocità: km 233 Jim Clark ha ottenuto sul circuito stradale della pista lombarda un tempo mai realizzato Proseguono oggi gli allenamenti per la gara di campionato mondiale di automobilismo Ferrari: «Vorrei il motociclista Agostini nella mia squadra » (Dal nostro inviato speciale) Monza, 8 settembre. La tradizione ci riporta ogni anno a settembre il Gran Premio automobilistico d'Italia, la più importante nostra manifestazione dello sport del volante, nella consueta cornice dell'autodromo nazionale di Monza. Superfluo dire che la gara, in programma domani e che quest'anno si fregia anche del titolo di Gran Premio d'Europa, è valevole per il campionato mondiale piloti di Formula 1, di cui costituisce il nono episodio stagionale. Questo significa la presenza dei più forti corridori del momento e delle auto da corsa, espressione dei massimi limiti di evoluzione tecnica. Le « formule », che periodicamente vengono cambiate, non sono altro che regolamentazioni ideate per mettere i costruttori su un piano di teorica parità. L'attuale Formula 1, entrata in vigore l'anno scorso, prescrive motori di cilindrata non superiore ai 3000 cmc, e un peso minimo delle macchine, con acqua e olio ma senza carburante, di 500 chili. Su queste basi, sono state realizzate vetture di potenza vicina o addirittura superiore ai 400 cavalli, e con peso di pochissimo più elevato del limite regolamentare. Questi mezzi meccanici risultano tanto leggeri che con il pilota a bordo e con il « pieno » di carburante, il loro peso arriva a circa 750 chili, cioè poco più di una Fiat 500, con il guidatore e due passeggeri: « spinti » da una potenza così spaventosa, sono estremamente diffìcili da condurre, richiedono nei piloti una eccezionale sensibilità. E' per questo motivo che i conduttori delle « F 1 » di oggi arrivano a mala pena alle due dozzine nel mondo. Il G. Premio si disputerà sul tracciato cosiddetto « stradale » dell'autodromo lombardo, dello sviluppo di 5750 metri, da percorrere 68 volte. Nelle gare di campionato mondiale finora disputate nella corrente stagione, cinque volte si è affermata la Brabham, alternativamente con il suo costruttore Jack Brabham (detentore del titolo) e con il non più giovanissimo neozelandese Denis Hulme; due volte la Lotus, pure di costruzione britannica, con Jim Clark; una volta l'americana Eagle pilotata da Dan Gurney. Ferrari, Brm, Honda e Cooper-Maserati non hanno mai vinto. Tutte queste macchine si ritrovano di fronte a Monza, più alla ricerca di un'affermazione di prestigio che nella speranza di modificare la graduatoria del campionato del mondo, il titolo essendo ormai quasi deciso a favore di uno dei due uomini della Brabham. Ma altri motivi di attesa risiedono nella presenza in corsa di tre piloti italiani: il vincitore dell'anno scorso Ludovico Scarfiotti, che dopo il « divorzio ii dalla Ferrari correrà al volante di una Eagle; Giancarlo Baghetti sulla Lotus, e il giovane promettente Andrea De Adamich su una Cooper-Maserati. C'è chi vuole vedere in questi accoppiamenti una risposta polemica alle decisioni di Enzo Ferrari di voler fare a meno di corridori italiani nella sua squadra, nessuno di essi, dopo la morte di Bandini, essendo a suo parere all'altezza della situazione. E così la gloriosa marca modenese gareggerà domani con una sola macchina, affidata a Chris Amon. Sarà comunque, questo 38" Gran Premio d'Italia e d'Europa, una gara di esito molto incerto, condotta per due ore sul filo pauroso dei 220 e più chilometri l'ora di media. Già oggi, nella prima giornata di allenamenti, lo scozzese Jim Clark ha sfiorato con la Lotus-Ford i 233 orari sul giro (tempo l'28"5), ottenendo la miglior prestazione assoluta e la maggior velocità mai raggiunta a Monza. Il pilota della Ferrari, Amon, si è aggiudicato il secondo risultato (l'29"4), seguito da Hill su Brm (l'29"7) Ad assistere alle prove è venuto all'autodromo anche l'ingegnere Enzo Ferrari, subito sottoposto a un fuoco di fila di domande sul perché quest'anno si limiti a far gareggiare una sola macchina, e come mai non voglia saperne di piloti italiani. « I tempi sono cambiati — ha detto il costruttore modenese —; og¬ gi le corse coinvolgono grandi interessi, e sta perciò tramontando l'epoca dei corridorì-gentlemen. Le case hanno bisogno di piloti professionisti che a questa attività si dedichino senza riserve, meglio ancora se sono anche dei buoni meccanici e possono collaborare con i tecnici nella messa a punto delle macchine. In altre parole, piloti e collaudatori a un tempo, come era il povero Lo- renzo Bandini. Un uomo come il motociclista Giacomo Agostini, ad esempio, mi piacerebbe molto poterlo avere l'anno prossimo nella Scuderia Ferrari ». Ferruccio Bernabò

Luoghi citati: Europa, Italia, Monza