La coraggiosa crociata dell'Abbé Pierre per alleviare la miseria del mondo
La coraggiosa crociata dell'Abbé Pierre per alleviare la miseria del mondo IL «PRETE DEI BARBONI» PARLA STASERA A TORINO La coraggiosa crociata dell'Abbé Pierre per alleviare la miseria del mondo Il sacerdote è noto tra l'altro per un suo polemico gesto: invitò un ministro del governo di Parigi ai funerali di un bimbo morto per il freddo Sono vent'anni che l'Abbé Pierre combatte per l'amore e per la pace. Gli chiediamo se non ritiene che i muta menti politici, e soprattutto sociali, non esigano anche una diversa impostazione del¬ la sua lotta per aiutare i più poveri e più infelici. In una parola, se qualche volta non è stanco o perplesso. Risponde senza esitare: « La caratteristica fondamentale è ancora la stessa: un impegno costante per il trionfo della vita e della pace. Dobbiamo servire coloro che soffrono più di tutti. Quand'anche un giorno scomparissero i poveri, resterebbero sempre il dolore e le disugliaglianze. Se nella famiglia (che è una società minore) la madre abbandona il figlio piccolo e debole, questo muore. E allora la famiglia non c'è più. La legge di Dio è la legge dell'amore. Dobbiamo dimostrare questa legge attraverso la sofferenza e la debolezza, rendendole operanti così da costituire una provocazione per le coscienze addormentate ». L'Abbé Pierre ha 55 anni, ma ne dimostra di più. Solo gli occhi grigi, nel volto emaciato, sono rimasti giovani. Parla adagio, ma con spontaneità. Il suo vero nome è Henri Groués. Piglio d'un facoltoso industriale lionese, terminati gli studi diventò sacerdote e poi frate cappuccino. La guerra lo sorprese in un convento di Grenoble, da dove fuggì dinanzi all'avanzata nazista. Pierre fu il nome di battaglia con il quale partecipò alla Resistenza, mettendo in salvo centinaia di patrioti e di israeliti, e che ha voluto conservare. Aiutò a fuggire in Svizzera anche un fratello del generale De Gaulle, Jacques, colpito da paralisi e ricercato dalla Gestapo. Dopo la Liberazione egli fondò a Neuilly Plaisance la prima comunità di Emmaus, al servizio « dei poveri più poveri di noi ». Intanto gli amici resistenti chiedevano al cardinale Suhard di consentirgli l'entrata in Parlamento. Fu eletto deputato tre volte: la prima come indipendente, la seconda nel movimento repubblicano popolare, dove aveva seguito un vecchio compagno d'infanzia. Ma poi si sganciò, dinanzi ad episodi di violenza, e la terza volta fu ancora indipendente. Quando venne approvata la legge degli « apparentamenti », non volle più saperne della politica e abbandonò la Camera per sempre. Continuò la sua missione fra i « barboni », gli ex-galeotti, gli alcoolizzati e i vagabondi, ai quali insegnava a ricostruire l'esistenza. Nel '54 a Parigi un bimbo morì di freddo in una baracca. L'Abbé Pierre invitò al funerale il ministro Lemaire, che il giorno prima aveva rinviato lo stanziamento di un miliardo per le case popolari. 11 progetto fu ripreso ed approvato, vennero realizzati 12 mila alloggi nuovi. Quindici giorni fa l'Abbé Pierre era ad Assisi. Si fermò brevemente alla « tavola rotonda » della Pro Civitate I Christiana, alla quale erano I presenti politici democristia¬ ni, socialisti, liberali e comunisti. Incontrò anche l'on. Ingrao. Gli chiediamo le sue impressioni. Risponde con calma: « Ho visto il signor ingrao insieme con la moglie, ma ho parlato poco con lui. Mi hanno spiegato l'importanza della sua azione politica. Penso che questi incontri siano utili, per un colloquio leale tra persone che da punti opposti cercano una strada comune al servizio dell'umanità. Se la fede è forte, non dobbiamo avere paura delle dottrine contrarie ». Adesso l'apostolo dei « barboni » è venuto in Piemonte a visitare i « campi internazionali di lavoro » per i giovani, fondati dal movimento di Emmaus come già in Francia. Ieri era ad Ivrea, oggi sarà a Torino dove i campi sono stati organizzati in collaborazione con l'assessorato per la gioventù. Parlerà alle 21 al Teatro Nuovo, per illustrare gli scopi dell'iniziativa, presentato dal sindaco prof. Grosso. Nei campi centinaia di giovani e ragazzi di ogni parte d'Europa, trasformati in chiffoniers o cenciaioli, vanno alla ricerca di stracci e ferri vecchi da rivendere a beneficio di chi non ha pane, né casa. L'Abbé Pierre non lo dice, ma certo pensa che un simile esperimento sia molto utile per la gioventù italiana. bi a# o L'Abbé Pierre Ieri durante la sua visita ad Ivrea
Persone citate: Civitate I, De Gaulle, Henri Groués, Ingrao, Lemaire
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