« Edipo re» in proiezione a Torino

« Edipo re» in proiezione a Torino SULLO SCHERMO « Edipo re» in proiezione a Torino La tragedia greca nella moderna versione di Pasolini giunge nella nostra città a pochi giorni dalla « prima » di Venezia - « Attentato ai tre Grandi»: vicenda avventurosa, con Roosevelt, Churchill e De Gaulle (Cristallo) — La Mostra di Venezia è appena conclusa e uno dei suoi film importanti, Edipo re di Pierpaolo Pasolini è già qui a sollecitare il giu! dizio del grosso pubblico pri' ma ancora che la giuria del Lido abbia formulato il suo. L'alto livello spettacolare della pellicola, la sua vigorìa narrativa, lasciano prevedere che essa avrà fervidi consensi tra la maggioranza degli spettatori. Di Edipo re ha ampiamente parlato, giorni fa, Leo Pestelli nel suo servizio da Venezia, sottolineando come Pasolini, avvicinatosi alla tragedia di Sofocle per una libera trascrizione cinematografica, l'abbia' intesa classicamente, come mito dell'ineluttabilità del male, trasferito nell'angoscia esistenziale dell'uomo moderno. E moderni, infatti, se non contemporanei, sono il prologo e l'epilogo, che incorniciano la storia antica del figlio rinnegato di Laio e Giocasta, re e regina di Tebe. La libertà che Pasolini si è voluto concedere gli ha permesso di non « datare » esplicitamente il dramma, al quale fa da sfondo un Marocco arido e sassoso, insieme con gli archeologici profili di costruzioni millenarie. Fra queste mura grevi o smozzicate si sviluppano per gradi, in un crescendo eccellente, e forti d'una loro solennità barbarica, gli eventi che tutti conoscono, dominati da quel tremendo fato che l'oracolo di Delfo aveva precisato puntualmente. «Ammazzerai tuo padre e sposerai tua madre »: e la sinistra previsione si avvera. Edipo uccide, ignorando chi egli sia, il padre Laio in una scena potente inquadrata e scandita alla maniera del più barbaramente raffinato cinema nipponico; quindi, liberata Tebe dalla Sfinge, gli è concesso di sposare Giocasta; che invita Edipo a non dar ascolto ad alcun oracolo. Ma Edipo, attraverso le rivelazioni d'un vecchio servo, arriva a scoprire e a ricostruire il proprio dramma incestuoso. Terrorizzato dalla verità, ma ansioso fli sconoscerla fino la fondo («Tu sei l'assassino che \ tu stai cercando », gli ha detto il cieco Tiresia), Edipo sbigottito ha quindi coscienza dell'orrendo crimine che gli ha fatto colpire in Laio il proprio padre. Disperato, si trafigge le pupille; Giocasta si suicida. Come già è stato detto da Venezia, Pasolini ha realizzato con Edipo re un film denso e significativo, che da cima a fondo possiede una dolente potenza evocativa, rafforzata dall'incanto di immagini sovente preziose, espresse nei suggestivi colori del direttore della fotografia Ruzzolini. Lo spettatore apprezzerà anche l'interpretazione nella quale Franco Citti, visibilmente guidato dal regista, sostiene il peso del ruolo di Edipo uscendone con onore. Silvana Mangano è una Giocasta efficacissima, a tratti allucinante, mentre gli altri sono Carmelo Bene (Creonte), Julian Beck (Tiresia), Alida Valli (Merope). (Nazionale) - Anche Attentato ai tre Grandi è stato girato in Marocco. Il lungo, sproporzionato antefatto che precede l'evento enunciato nel titolo è ambientato nel deserto dell'Atlante, fra beduini e tuareg, e mostra la difficoltosa marcia d'avvicinamento a Casablanca di cinque « commando » nazisti travestiti da inglesi. Essi hanno come mèta la città atlantica scelta a sede, secondo il soggetto scritto e realizzato da Umberto Lenzi, d'un convegno « al vertice » che deve riunire Roosevelt, Churchill e Stalin. Appunto per attentare alla vita dei tre capi di Stato, i nazisti sono stati scelti e addestrati; e il film, lavorando d'immaginazione, cerca di drammatizzare sia il convegno, sia l'impresa degli attentatori, che è destinata ad andare a vuoto. La vicenda non ha pretese né storiche, né « fantapolitiche »: si limita a predisporre e concatenare dei fatti messi insieme con un certo senso del romanzesco, inserendo fa» le pieghe elementi obbli¬ gati, dallo spionaggio all'amore, e sostituendo, fra le « presenze » illustri, De Gaulle a Stalin: che infatti a Casablanca non c'è mai stato. L'interpretazione è corretta, il cinemascope a colori di effetto, vice f

Luoghi citati: Marocco, Torino, Venezia