In arresto II parroco altoatesino Alutò gli assassini del finanzieri

In arresto II parroco altoatesino Alutò gli assassini del finanzieri ALLA SCADENZA DEGLI OTTO GIORNI DI FERMO In arresto II parroco altoatesino Alutò gli assassini del finanzieri La notìfica del provvedimento consegnata a don Weitlaner nelle carceri di Bolzano ed alla Curia di Bressanone (in base al Concordato) - Secondo il giudice il parroco di San Martino di Casies è colpevole di cospirazione con I terroristi che il 24 luglio 1966 uccisero due finanzieri - Li ospitò in chiesa dove prepararono la vile aggressione (Dal nostro inviato speciale) Bolzano, 2 settembre. Stasera alle otto precise, proprio allo scadere degli otto giorni previsti dalla legge, il procuratore della Repubblica di Bolzano ha trasformato in arresto il « fermo » del parroco di San Martino in Casies, don Johann Weitlaner, contestandogli il reato di « cospirazione politica mediante associazione», per cui l'art. 305 del Codice penale (capoverso 2") prevede una pena dai due agli otto anni di reclusione. A conclusione degli interrogatori protrattisi per otto giorni l'autorità giudiziaria è dunque arrivata alla conclusione che il parroco possa effettivamente aver partecipato all'uccisione dei due finanzieri. E non già perché costrettovi dalle minacce dei terroristi armati (in tal caso l'imputazione sarebbe stata di favoreggiamento e al sacerdote sarebbe stata concessa la libertà provvisoria), ma per precisa deliberazione. Come si ricorderà, il clamoroso fermo di don Weitlaner avvenne otto giorni or sono in seguito alle dichiarazioni rilasciate in carcere dal terrorista austriaco Andreas Egger. Costui, dopo aver confessato di avere partecipato all'eccidio di San Martino in Casies (24 luglio 1966) insieme, con i quattro famigerati terroristi della Valle Aurina (Forer, Steiger, Oberleitner e Ober- lechner), aggiunse che il colpo era potuto riuscire grazie all'aiuto del parroco del paese che aveva aperto loro le porte della chiesa, tra- sformata per l'occasione in una specie di « campo base» per la criminosa impresa. Naturalmente la dichiarazione di Andreas Egger aveva un valore relativo. Non si poteva escludere infatti che egli, vistosi ormai perso, l'avesse fatta per vecchi rancori personali nei confronti del sacerdote o anche, ipotesi più sottile, per mettere cioè zizzania fra.le autorità civili e le autorità religiose della Repubblica Italiana. Ma i carabinieri, nel corso delle successive indagini, hanno trovato altri indizi sfavorevoli a don Weitlaner. Naturalmente sull'intera operazione grava il segreto istruttorio, tuttavia sono trapelate una dopo l'altra alcune notizie non ufficiali, che spiegano la decisione odierna. Sembra dunque che il sacerdote compisse gite in Austria e soprattutto a Innsbruck con una frequenza non certo giustificabile dalle necessità del suo ministero; pare inoltre che nella cittadina tirolese avesse contatti con una personalità che in passato era stata esponente non secondario degli ambienti estremisti. Infine risulterebbe che all'indirizzo di don Weitlaner siano arrivati più d'una volta assegni provenienti appunto dall'Austria. La dichiarazione di Andreas Egger, l'accumularsi degli indizi, la decisione e la fermezza con cui l'autorità giudiziaria ha superato gli inevitabili ostacoli psicologici e diplomatici che in un Paese come il nostro si frappongono sempre all'arresto d'un sacerdote, hanno fatto aumentare la schiera dei colpevolisti. Non è forse vero — essi dicono — che recentemente un parroco dell'alta Valle Passiria ha accolto con grandi festeggiamenti il ritorno dal carcere di un terrorista del suo paese? Basta ingigantire l'abnorme sentimento che muoveva quel sacerdote e avremo spiegato anche il comportamento di don Weitlaner. Costretti alla difensiva dagli ultimi avvenimenti, gli innocentisti — numerosissimi soprattutto in Pusteria e in Val Casies — non hanno certo disarmato. A loro avviso il fatto che don Weitlaner si recasse di tanto in tanto a Innsbruck e ricevesse assegni dall'Austria non è certo sufficiente a provare la sua partecipazione attiva alla strage di San Martino. Tutti i sacer¬ doti delle nostre vallate — essi dicono — ricevono somme grandi o piccole dai turisti che soggiornano nei loro paesi, Gaetano Tumiati Don Johann Weitlaner, il parroco arrestato (Telefoto)

Persone citate: Andreas Egger, Gaetano Tumiati, Johann Weitlaner, Steiger