Ragazzo sepolto nel cunicolo scavato per gioco I suoi amici spaventati fuggono e lui muore
Ragazzo sepolto nel cunicolo scavato per gioco I suoi amici spaventati fuggono e lui muore Orribile disgrazia a Sezzadio presso Alessandria Ragazzo sepolto nel cunicolo scavato per gioco I suoi amici spaventati fuggono e lui muore Aveva 12 anni - Con tre compagni si era recato sulle sponde di un torrente ed insieme avevano aperto una piccola galleria nel terriccio - Travolto da una frana, gli amici prima hanno tentato di aiutarlo da soli, poi sono tornati a casa terrorizzati senza parlare - Soltanto a tarda sera hanno rivelato il fatto, ma ormai era troppo tardi (Dal nostro corrispondente) Alessandria, 1 settembre. Tragica conclusione di un gioco di ragazzi a Sezzadio nell'Alessandrino. Un ragazzo è stato travolto dalla frana di un piccolo cunicolo che aveva scavato nei pressi di un torrente ed è morto soffocato. I suoi compagni, terrorizzati, sono fuggiti senza dir nulla a nessuno e soltanto durante la notte il corpo del ragazzo è stato ritrovato dai carabinieri. La vittima è Fabrizio Calaresu di 12 anni abitante con i genitori ed i fratelli in vicolo Paradiso a Sezzadio. Aveva terminato quest'anno le elementari ed il 15 prossimo sarebbe entrato in un collegio di Casale Monferrato per proseguire negli studi. Ieri pomeriggio, come quasi ogni giorno, Fabrizio era uscito di casa per andare a giocare; incontrati tre amici, l'undicenne Giancarlo Puppo ed i fratelli Salvatore e Francesco Petè di 10 e 9 anni, andava con loro alla periferia del paese, lungo le sponde del torrente Tanavazzo. un canale per l'irrigazione scavato nella terra, poco distante dal fiume Bormida. I ragazzi si rincorsero per qualche tempo, giocando a « guardie e ladri », poi Fabrizio, aiutato dai compagni, cominciò a scavare un buco nei mucchi di terra friabile sorti nella zona dopo la costruzione del canale. Lo scavo divenne ben presto profondo ed il dodicenne, per allargarlo e renderlo più accessibile, s'infilò dentro con la testa e parte del corpo, mentre con le mani continuava a estrarre il terreno. Nessuno dei ragazzi si rese conto del grave pericolo e purtroppo il gioco si trasformò ben presto in tragedia. Aumentata la profondità del cunicolo, la massa di terra franò improvvisamente, serrando Fabrizio in una morsa terribile. Giancarlo, Salvatore e Francesco, pensando di riuscirvi da soli, cominciarono a scavare il terriccio per liberare il compagno, ma i loro sforzi furono inutili e dopo qualche tempo, convinti ormai che Fabrizio fosse morto soffocato, furono colti dal terrore e fuggirono, facendo ritorno in paese. Temevano i rimproveri dei propri genitori e di quelli dell'amico; così, d'accordo, decisero di non dire nulla di quanto era accaduto. Trascorsero alcune ore e, calata la notte, i genitori di Fabrizio non vedendolo tornare a casa cominciarono a temere il peggio. Andarono poi a denunciare ai carabinieri la scomparsa del loro ragazzo ed il maresciallo ed alcuni militi iniziarono le ricerche. Faticosamente ricostruirono i movimenti del Calaresu durante quel pomeriggio e accertarono così che il bambino si era recato al torrente con alcuni amici, riuscendo anche ad identificare gli altri ragazzi. Rintraccinti e interrogati, il Puppo e i fratelli Petè dapprima dissero di non aver visto Fabrizio, poi di averlo lasciato solo, infine, tremanti, raccontarono la verità. Immediatamente i carabinieri con alcuni volenterosi, malgrado le speranze di ritrovare ancora in vita il ragazzo fossero poche, raggiunsero la località e quando — erano ormai passate le 23 — Fabrizio venne libe¬ rato dalla frana di terriccio era già deceduto da 'alcune ore. Se i compagni di Fabrizio, dopo la frana avessero im- mediatamente dato l'allarme, forse il ragazzino avrebbe potuto essere salvato, considerando tra l'altro che poco distante un agricoltore, Giovanni Sardi, era intento al lavoro nei campi. Purtroppo i ragazzi si erano lasciati vincere dal terrore, rendendo poi impossibile ogni soccorso. L'episodio ha probabilmente esasperato l'animo dei familiari della piccola vittima che stamane, parlando con il sostituto Procuratore della Repubblica dottor Cindolo, hanno avanzato il sospetto che Fabrizio fosse stato picchiato dai compagni. Per fugare ogni dubbio il magistrato ha ordinato l'autopsia del cadavere. La perizia, eseguita quest'oggi, ha confermato che' la morte del ragazzino è dà attribuirsi unicamente ad asfissia. Scene di dolore in casa Calaresu quando, nella notte, il corpo del povero Fabrizio è stato riportato dai soccorritori. I genitori del ragazzo, Giovanni Calaresu e Maria Alabiso, che nel 194S persero tragicamente un altro figlio — Ivano, pure di dodici anni, ucciso da un tram a Genova — non riescono a darsi pace. Inutilmente gli altri tre figli — Maurizio, Luciano e Lucia — cercano di consolarli. I funerali del povero Fabrizio si svolgeranno domani pomeriggio. Enorme impressione ha suscitato, a Sezzadio e nella zona, la di sgrazia. f. m. Le piccole gallerie, scavate per gioco presso un torrente, nelle quali il ragazzo è morto soffocato a Sezzadio Fabrizio Calaresu. il ragazzo morto nel cunicolo
Persone citate: Francesco Petè, Giancarlo Puppo, Giovanni Calaresu, Giovanni Sardi, Maria Alabiso, Puppo
Luoghi citati: Alessandria, Alessandrino, Casale Monferrato, Genova, Sezzadio
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