I problemi che assillano la «rivoluzione» cubana

I problemi che assillano la «rivoluzione» cubana Soltanto metà dell'isola è coltivabile; mancano i capitali per creare industrie; il livello culturale medio è bassissimo; l'incremento demografico è molto alto - Ma si deve ammettere che Castro ha dato un minimo livello di vita umano a un popolo dalla secolare miseria L'avventura boliviana di un ..editore italiano ha richiamato l'attenzione generale sull'interessante problema della diffusione del castrismo nell'America Latina. Ma, mentre ognuno di noi pensa di saper poche o molte cose su Fidel Castro, non altrettante, certamente, ne conosce sulla popolazione cubana ch'egli governa. Quali caratteristiche hanno coloro i quali si sono assunti il diffìcile, ma non impossibile, compito di diffondere il loro verbo tra i 240 milioni di persone che abitano il Centro ed il Sud America, territorio, per gran parte, sottosviluppato? Cuba ha una superficie pari a circa un terzo di quella dell'Italia con ima popolazione che non tocca un sesto della nostra. All'inizio del '900 gli abitanti dell'isola passavano di poco il milione e mezzo; l'ultimo censimento del 1953 dava quasi sei milioni di anime, mentre le attuali notizie che si hanno attraverso il tesseramento generale é, completo — dovuto al blocco economico come spiega uno studio del prof. Perez de la Riva dell'Università dell'Avana — Indicano una popolazione di 7.887 mila persone. La composizione per età è molto favorevole: in normale numero sono gli individui in età produttiva, parecchi i giovanissimi, pochi i vecchi. Questa situazione porta con sé un tasso di mortalità bassissimo, e cioè del 7 per mille, di circa tre punti inferiore a quello italiano. Una strana caratteristica di Cuba è costituita dalla grandezza della capitale rispetto al resto dello Stato: la popolazione dell'Avana, che passa il milione e mezzo, è formata dal 230Zo degli abitanti dell'intera repubblica. Fatte le proporzióni debite, Roma dovrebbe avere circa 12 milioni di anime, dovrebbe essere cioè più grande di New York. Le conseguenze di una situazione del genere non erano e non sono, per Cuba, meno gravi di quelle che sarebbero per l'Italia, con l'aggiunta che, nel resto del paese, la miseria era immensa e lo squilibrio dei redditi disastroso Prima della conquista del potere da parte di Fidel Castro, la popolazione Cresceva dell'uno e mezzo o due per cento all'anno; esisteva, per alcune classi sociali, un certo benessere, dato, soprattutto, dagli aiuti americani. Nella più nera miseria vivevano, invece, grandi gruppi di montanari, nelle province orientali; essi sfruttavano terre impervie con agricoltura di rapina, spostantesi. di anno in anno, su nuovi piccoli appezzamenti arrampicati sugli aspri pendii delle montagne. Furono costoro a costituire il primo esercito dell'attuale dittatore. Con una mortalità infantile che doveva essere altissima per questi gruppi viventi al limite dell'esistenza, con il controllo delle nascite probabilmente già diffuso nelle classi più elevate e nella modernissima Avana, le previsioni fatte, anche da economisti celebri, per la popolazione cubana erano ch'essa sarebbe divenuta simile a quella della Svizzera: un lento accrescimento di uomini e di benessere. Ma quest'ultimo era, evidentemente, limitato a pochi gruppi. La venuta al potere del nuovo regime, con la confisca e la spartizione dei latifondi, ha portato a delle conseguenze demografiche assolutamente sbalorditive. Nella massa dei contadini, che, malgrado il tesseramento generale, dovette veder enormemente migliorate le condizioni di vita, continuò e si accrebbe una incontrollata prolificazione che portò la natalità al livello altissi mo del -38^. L'accrescimento annuo della popolazione sali al 3"o. essendo la nata lità accompagnata da una bassa mortalità generale e da una mortalità infantile, almeno ufficialmente, di poco superiore alla nostra. Il fenomeno è interessante perche l'aumento del benessere porta, solitamente, ad una diminuzione delle nascite. Cuba proverebbe che, quando da condizioni primitive le persone passano a condizioni umane, per un primo tempo almeno continuano a moltiplicarsi indiscriminatamente. Il governo attuale è riuscito, intanto, lJ impedire l'ulteriore Inurbamento nell'elefantiaca Avana; a dare una certa sistemazione alle numerose cittadine (oltre metà della popolazione vive nelle città); a creare villaggi agricoli, che il professore cubano di demografia, dal cui studio sono tratte queste notizie, elogia largamente. Ma la situazione appare tutt'altro che rosea. Cuba non è tutta fertile; dei 110 mila kmq. di superficie complessiva poco più della metà è sfruttabile a scopi agricoli; mancano i capitali per creare Industrie; il Uvei- j lo culturale medio è bassissimo; in un decennio la popolazione toccherà i dieci milioni. Considerando la situazione nel suo insieme, si ! deve ammettere, però, che il nuovo regime, pur non essendo riuscito àd incentivare un rilevante progresso economico, ha raggiunto, in- vece, lo scopo di dare il crisma di esseri umani a persone che, prima, non usavano essere considerate tali Diego de Castro IffiSÉ HAITI 3 Un Paese esteso un terzo dell'Italia, con quasi 8 milioni di abitanti I problemi che assillano la «rivoluzione» cubana

Persone citate: Castro, Diego De Castro, Fidel Castro, Perez