Il soldato di Vercelli non voleva uccidere colpì il suo commilitone a caso, nel buio

Il soldato di Vercelli non voleva uccidere colpì il suo commilitone a caso, nel buio II dramma nel deposito di munizioni presso Udine Il soldato di Vercelli non voleva uccidere colpì il suo commilitone a caso, nel buio Così ha stabilito l'inchiesta della Magistratura - Il fante ventunenne dovrà rispondere soltanto di omicidio preterintenzionale - Interrogato dal giudice istruttore, il giovane ha detto: «Sono disperato. Volevo soltanto spaventarlo con la baionetta perche smettesse di fare gli scherzi col "gavettiiio" » - Giunto a Palmanova il padre della recluta: forse oggi avrà un colloquio in carcere col figlio (Nostro servizio particolare) Udine, 31 agosto. « Omicidio preterintenzionale ». Così il Sostituto Procuratore della Repubblica di Udine, dott. Diez, ha precisato oggi l'accusa nei confronti del soldato Pietro Bianco, di 21 anni, di Vercelli, che l'altra notte con un colpo di baionetta ha ucciso ti commilitone Angelo Puccello, ventiduenne, nel dormitorio del deposito munizioni «Brunar», a Coseat di Codroipo. Stamane alle 11 il giudice inquirente ha emesso l'ordine di cattura per omicidio preterintenzionale: il Bianco, che fino a ieri dipendeva soltanto dalle autorità militari, è ora affidato alla magistratura ordinaria e dalla camera di punizione della caser¬ ma Durli di Palmanova (Udine), dove era stato rinchiuso subito dopo l'episodio, il soldato è stato trasferito alle carceri giudiziarie. Nel pomeriggio è giunto ad Udine il padre del giovane e, accompagnato da un avvocato, ha chiesto un colloquio col figlio: forse il permesso sarà concesso domani. L'indagine ha confermato qiuisi tutti i dettagli dell'accaduto. La violenta reazione del Bianco fu determinata dallo scherzo del « gavettino ». S'è saputo che sarebbe stato proprio il Puccello a lanciare contro il commilitone, dall'alto della sua branda, il sacchetto di nylon pieno d'acqua. Oggi è stato precisato che i due fanti non dormivano su brande affiancate. Il Puccello, nella sua qualità di « anziano » del servizio militare, si trovava sul letto superiore d'un « castello »; il Bianco riposava nella branda inferiore d'un altro «castello » vicino. Si sa come sono andate te cose. Il Bianco sì era messo a dormire alle 22: di lì a due ore (cioè a mezzanotte) avrebbe dovuto montare di guardia. Egli non si è accorto che. mediante uno spago, era stato sistemato, sopra la sua testa, un sacchetto colmo d'acqua. Pochi minuti dopo le 22 le luci sono state spente, è rimasta accesa soltanto una piccola lampada azzurrata. Mezz'ora più tardi (le 22,35), quando il Bianco sì era già addormentato, il Puccello ha dato uno strattone allo spago e ha fatto precipitare in testa al Bianco il sacchetto pieno d'acqua. Il fante, svegliato bruscamente, s'è alzato e ha colpito a caso con la baionetta; il commilitone, che giaceva supino, ha ricevuto il colpo in pieno petto, all'altezza del cuore. La luce, nella camerata era molto fioca e quindi si giustificherebbe un errore da parte del Bianco. Anche al magistrato il giovane ha confermato che la sua intenzione non era quella di uccidere ma soltanto di spaventare il Puccello: « Volevo che la smettesse con quei suoi scherzi. Sono disperato; avrei voluto morire io ». Oggi a Codroipo si sono svolti i funerali di Angelo Puccello. Alle 17. su un automezzo militare, la bara è stata portata nel Duomo della Vittoria. Vicino al catafalco era schierato un picchetto d'onore in armi del 59" reggimento fanteria « Calabria ». E' stata una cerimonia semplice, alla quale ha assistito soltanto il padre del giovane. La madre e un fratello si sono fermati alla clinica « Villa Bianca » perché la donna era affranta. Al rito, officiato dal cappellano don Titti Giorgi, coadiuvato dal tenente don Pietro Casadei. hanno assistito il generale Spano, comandante della fanteria della divisione « Mantova », il colonnello Bellucci, comandante del presidio militare di Codroipo, il colonnello Pecoraro de Vivo, comandante del 59". Era presente anche il sindaco di Codroipo, Cengarle. Il feretro, dopo l'ufficio funebre, è stato portato in furgone alla stazione ferroviaria di Codroipo: di qui, alle 19,12, su un vagone speciale, è partito per Roma. Durante il viaggio erano accanto alla bara il maresciallo Sinatra e il cappellano don Casadei. Con lo stesso convoglio sono partiti i genitori e il fratello del Puccello. t. s.

Persone citate: Bellucci, Bianco, Casadei, Diez, Pecoraro De Vivo, Pietro Casadei, Sinatra, Titti Giorgi