Il giovane Sgarbozza davanti a Dancelli.

Il giovane Sgarbozza davanti a Dancelli. Una sorpresa per il secondo posto Il giovane Sgarbozza davanti a Dancelli. Motta ha deluso - Poco convincenti le prove di Bitossi e di Taccone - Zilioli è in ripresa - Per la squadra che correrà i «mondiali» già scelti sei titolari vittorioso sprint con cui Zandegù si è imposto a Pescara (Tel. a «Stampa Sera») Nostro servizio particolari* Pescara, lunedì matt. Quella disputata ieri è stata certamente una delle edizioni meno brillanti del Trofeo Matteotti. I corridori, forse perché preoccupati dal caldo torrido, forse perché impegnati in un controllo reciproco (soprattutto Motta e Dancelli) non si sono dati battaglia. E la corsa è vissuta per tre quarti su un episodio agonisticamente interessante ma tecnicamente povero di significato: la fuga di un terzetto composto da Polldori, Zancanaro e Laghi. Questi tre atleti hanno proseguito fino all'ottavo dei nove giri in programma. Hanno raggiunto un vantaggio di quasi nove minuti nel corso della quarta tornata, e sono poi stati ripresi dopo 180 chilometri da una pattuglia trasoinata da Zilioli e composta dal migliori: e cioè da Motta, Dancelli, Zandegù, Bltossi, Tacoone, Passuello, Moser, Portalupi, Cadetto e Orassi. Più tardi anche gli altri superstiti dei 66 concorrenti raggiungevano 1 primi, cosicché una trentina di corridori si preparavano alla volata. Da quel momento. Infatti, non accadeva più nulla tranne qualche scatto di Dancelli, Motta, Zilioli e Passuello. Ma, ad esser sinceri, ben poco era accaduto anche prima, a parte la fuga di cui abbiamo detto. Il gruppo era rimasto compatto e quelli che cedevano lo facevano più che inefficacia loro (provati dal caldo) che per merito del campioni o dei tre che scappavano. Si è arrivati dunque allo sprint: uno sprint attaccato da lontano dai gregari di Taccone e di Dancelli, ma preso saldamente in pugno da Zandegù al duecento metri. Il velocista della Saivarani ha controllato Dancelli che stava rinvenendo al largo, ma che non riusciva nemmeno a superare il sorprendente Sgarbozza, un ragazzino ventiduenne, ex dilettante, ormai abituato a correre alla pari con i campioni. L'autoritaria affermazione di Zandegù (la settima stagionale) è la sola nota positiva agli effetti del valore che la corsa aveva, proiettandola sui campionati del mondo. Il campione veneto, al contrario degli altri suoi colleghi rimasti in Italia durante il Tour, aveva ripreso le corse in linea soltanto domenica scorsa nel campionato italiano, dopo quasi due mesi. Evidentemente gli sono bastati, più che 1 circuiti e le riunioni, gli allenamenti effettuati in maniera molto seria, Zandegù ha affermato di essere in grado di migliorare ancora del trenta per cento. Senz'altro si tratta di una garanzia per i campionati del mondo, soprattutto su quel percorso adatto ai velocisti. Motta non ha affatto impressionato, così come Dancelli, Bitossi e Taccone. E' apparso in netto miglioramento Zilioli. Il quale, a proposito della composizione della squadra azzurra (composizione che verrà comunicata a Camaiore il 16 agosto) ha dichiarato: « Sei corridori sono praticamente sicuri. Rimarrebbero due posti, se Adorni non sta bene e se Bitossi non conferma di poter fare meglio». Carlo Valori Ordine d'arrivo: 1. Dino Zandegù (Salvaranl), chilometri 241,200 in 7 ore 39"; 2. Sgarbozza; 3. Dancelli; 4. Mantovani; 5. Taccone; 6. Bitossi; 7. Soave; 8. Mancini, tutti col tempo di Zandegù; 9. a pari merito: Di Toro, Bàllini, Grassi. Poli, Balletti, Motta, Passuello, Scandelli, Macchi, Battistini, Panlzza, Zancanaro; 21. Portalupi; 22. Denti; 23. Moser; 24. Carletto; 25 Cucchietti; 26. Colombo; 27 Zilioli; 28. De Prà; 29. Cribiori; 30. Polldori; 31. Laghi, tutti col tempo del vincitore. Partiti 66; arrivati in tempo massimo 31.

Luoghi citati: Camaiore, Italia, Pescara