Il bandito Mesina circondato spara, lancia bombe e poi fugge

Il bandito Mesina circondato spara, lancia bombe e poi fugge AlValha di ieri9 nelVabitata di OrgosoEo* Il bandito Mesina circondato spara, lancia bombe e poi fugge E* il più temuto fuorilegge sardo, colpito da una taglia di dieci milioni - Sorpreso dalle pattuglie, prima ha tentato di farsi scudo con una ragazza diciottenne; poi ha aperto il fuoco col mitra - I carabinieri e la polizia hanno risposto: un milite è rimasto ferito La porta della casa di Orgosolo, sforacchiata dai prolettili durante II conflitto a fuoco tra le forze dell'ordine e il bandito Graziano Mesina (Tel. a « Stampa Sera ■) Servizio particolare a Stampa Sera Nuoro, lunedì mattina. Un violento conflitto a fuoco è avvenuto ieri prima dell'alba alla periferia di Orgosolo: un fuorilegge, che si ritiene fosse il trentenne Graziano Mesina (il più temuto dei banditi sardi, sul quale pende una taglia di dieci milioni) è riuscito a sfuggire all'accerchiamento. E l 340 U Erano le 3,40. Una pattu¬ glia di carabinieri ed ima di agenti di Pubblica Sicurezza perlustravano Orgosolo: da Informazioni ricevute, la polizia sapeva che Mesina avrebbe trascorso la notte in paese. Sorge, alla periferia, un nuovo rione: poche case costruite su una collinetta. Al carabinieri e agli agenti è sembrato che un'omba si rifugiasse in una di queste case, un po' staccate dal resto dell'abitato. Hanno quindi accerchiato il piccolo edifìcio. Vi abitano un anziano bracciante orgolese, il sessantunenne Salvatore Mulas, padre di sei figli. Con il Mulas, stanotte, erano in casa la moglie Antonia Rosa Soro, di 54 anni, la figlia Anania, diciottenne, ed i figli Giovanni Antonio di 11 anni e Daniele di 8. Tre altri figli sono a Milano. Il Mulas è risultato estraneo agli ambienti della malavita. Accerchiata la casa, carabinieri ed agenti hanno intimato al bandito di arrendersi. All'intimazione è seguito un lungo silenzio. Il fuorilegge ha quindi dapprima cercato di darsi alla fuga facendosi scudo con 11 corpo della figlia diciottenne di Salvatore Mulas; ma ben presto ha capito che non gli sarebbe stato possibile allontanarsi ed ha deciso di rientrare nella casetta, coprendosi la ritirata con raffiche di mitra e con il lancio di bombe a mano. Mesina ne ha scagliate tre e due sonò esplose: un carabiniere, il ventisettenne Antonio Masia, è rimasto leggermente ferito alle mani da una scheggia. I carabinieri e gli agenti hanno reagito con una violenta sparatoria. All'eco delle esplosioni, Orgosolo si è svegliata. Sono accorsi altri carabinieri ed altri agenti del commissariato. La sparatoria è proseguita fino alle quattro e mezzo: 23 proiettili hanno sforacciato il portone di ferro della casa. Quando sono riusciti ad entrare, i carabinieri e gli agenti non hanno trovato traccia di latitanti. Salvatore Mulas ed i familiari negano di aver mai dato rifugio a Mesina o a qualsiasi altro fuorilegge. Racconta Antonia Rosa Soro: «Dormivamo. Io ero giù con mia figlia. Mio marito e i miei ragazzi erano nel solaio. Quand'ecco sentiamo i cani abbaiare. Apro, vedo i carabinieri e richiudo subito. Salgo da mio marito e gli racconto la cosa. Da fuori cominciano a sparare e sento un grido: "Fuori il bandito". Rispondo: "Qui non c'è nessun bandito". Mia figlia si era riparata nel caminetto. Sento le pallottole. La statua della Madonna si è rotta. La casa mi andava per aria, peggio di un terremoto. Vado alla finestra e grido: "Smettetela, qui non ci sono banditi". Alle quattro e mez¬ zeb zo i carabinieri sono entrati e soltanto allora la sparatoria è finita». Il Mulas e la moglie sono ancora in caserma stamane per essere interrogati. Una bomba"' à mano, inesplosa, è stata fatta brillare dai carabinieri. Di Mesina nessuna traccia. Il bandito — evaso un anno fa dal carcere di Sassari assieme allo spagnolo Miguel Atienza, poi trovato morto nel «Supramonte» — si sarebbe rifugiato nei bo sebi di Orgosolo. g.f.

Luoghi citati: Milano, Nuoro, Orgosolo, Sassari