I tedeschi aspettano inquieti la ripresa promessa da Kiesinger di Massimo Conti

I tedeschi aspettano inquieti la ripresa promessa da Kiesinger Incertezza economica e dubbi politici in Germania I tedeschi aspettano inquieti la ripresa promessa da Kiesinger I negozi traboccano di merci accumulale nei tempi prosperi, ma la gente lesina: c'è l'austerità La Borsa è in ribasso e nonostante qualche segno di ripresa ci vorrà del tempo per risalire la china II numero dei disoccupati è ancora alto, il risparmio pubblico ha subito un tracollo: in un anno è calato del 57 per cento - Ripercussioni sulle vacanze: molti quest'anno le trascorrono in patria DAL NOSTRO INVIATO Francoforte, lunedi matt. Un aereo ogni 8 ore per New York, collegamenti giornalieri con 130 città di SO paesi, migliaia di persone che sfilano senza posa sulle scalette dei jets di 52 compagnie: in questa stagione di vacanze il frastuono dei reattori all'aeroporto ' di Francoforte non si spegne neanche la notte. Folle dì tedeschi vanno o tornano da qualche paese straniero, come cigni anno. L'Ita- lia, l'Austria, la Grecia e la Spagna, a fine stagione, potranno fare un bilancio soddisfacente del movimento turistico. Eppure risulta in aumento, quest'anno, il numero di coloro che hanno preferito passare le ferie in Germania. E' per via della congiuntura? Francoforte, la città della Germania che più delle altre «sa» d'America, non ha mutato volto. Il vecchio Teatro dell'Opera scavato dalle bombe non è stato più ricostruito, anche perché non sarebbe stato all'altezza delle esigenze nuove. Ed è rimasto ti, con le mura affumicate, come mobile antico in una casa tutta moderna. Nelle strade del centro trascorrono ancora, a ventidue anni dalla guerra, le camionette della Military Police americana. Dagli snack bars gremiti di tedeschi e di soldati negri si sparge sui marciar piedi l'effluvio dei salsicciotti. Gremiti sono anche i Freibaeder, i bagni e le piscine per i nudisti. « Erotica » uno fra i più celebrati locali notturni della Kaiserstrasse, promette spettacoli sempre più spinti. C'è l'austerità, dicono, e la gente lesina. Accumulata per mesi nei fondachi, la merce ora trabocca dai negozi, offerta anche sui marciapiedi, facendo rovinare i prezzi. Minipreise, insistono i cartelli pubblicitari per pungolare il pubblico sempre più cauto negli acquisti, cioè « miniprezzi». Televisori per sessantamila lire, ondate di scarpe sulle bancarelle poste davanti alle vetrine per quattro o cinquemila lire, un vestito per uomo, novemila. Si capisce bene che le vendite di fine stagione servono a mascherare le angustie del mercato non più incalzato come un tempo dalla domanda. La strozzatura delle automobili tedesche che non si vendono sta diventando paurosa, ad onta della petulanza della pubblicità. Con carovane pubblicitarie, la Volkswagen illustra ora i pregi del « nuovo modello » che appare identico a quello fabbricato negli ultimi venti anni. La ripresa della congiuntura promessa dai successori di Erhard tarda ancora. Gli « stimoli » escogitati dal 'nuovo governo non sono ancora riusciti a rianimare l'economia esausta per effetto del boom artificiosamente prolungato. « Il senso di insicurezza persiste», mi conferma il signor Trouvain, un dirigente della Deutsche Bank. I banchieri di Francoforte fanno trapelare le loro perplessità per la politica del nuovo governo. Karl Blessing, il presidente della Banca Federale, guidala fronda. E' vero che negli ultimi giorni c'è stato qualche segno di ripresa alla Borsa di Francoforte: ma il ristagno è stato lungo e ci vorrà gran tempo, continuando la tendenza, perché le Borse tedesche risalgano la china profonda. Le ultime notizie stampate sui giornali di Francoforte non concorrono certo a fomentare l'ottimismo del pubblico. Il numero dei disoccupati è ancora alto e, scrivono i giornali, decresce con inquietante lentezza col pericolo di contraccolpi. Il risparmio pubblico ria subito un tracollo: nei primi sei mesi dell'anno, il numero dei libretti di risparmio è calato, rispetto al primo semestre del '66, del 57 per cento. Il cancelliere Kiesinger, questi giorni, è in vacanza nella Foresta Nera, ma i giornali sostengono che tiene d'occhio la congiuntura. Rapporti minuziosi pervengono con regolarità nella sua casa di campagna prossima a Tubinga. Fra democristiani e socialdemocratici la convivenza ora appare meno semplice di quanto si ostentasse di credere allorché si trattò di giubilare Erhard. La politica dei socialdemocratici viene giudicata troppo spinta da una parte assai consistente del partito democristiano di Kiesinger. Gli appunti toccano, oltre all'economia, la politica estera. A Bucarest Brandt ha ammesso che la pace dell'Europa va fondata sulle realtà politiche, e ciò, ha spiegato, vale anche per la Germania. E' parso, dunque, che Brandt abbia accettato quel che nessun governante tedesco, finora, aveva osato ammettere, cioè il pratico riconoscimento dell'esistenza di una Germania comunista. Il fatto è parso enorme a molti tedeschi, e i nemici di Kiesinger, probabilmente, cercheranno di trarne profitto. E' ancora duro, per molta gente, accettare la realtà delle cose. Massimo Conti

Persone citate: Brandt, Karl Blessing, Kiesinger, Kiesinger I, Police