Hong Kong: cinquecento comunisti arrestati dalla polizia britannica

Hong Kong: cinquecento comunisti arrestati dalla polizia britannica Dura replica dagli inglesi alle violenze dei giorni scorsi Hong Kong: cinquecento comunisti arrestati dalla polizia britannica Con una fulminea operazione notturna di rastrellamento - In alcuni scantinati sono stati scoperti veri e propri arsenali dei rivoltosi • Le incursioni degli agenti hanno colto di sorpresa i terroristi, ma vi è stato qualche scontro - In uno di questi un cinese è stato ucciso ■ Mao Tse-tung ha interrotto alcune sorgenti che da oltre confine forniscono d'acqua la città soltanto sporadica resistenza. In uno dei quartieri generali comunisti, poliziotti e soldati hanno dovuto abbattere con la dinamite una pesante porta di bronzo: nello scantinato hanno trovato fucili mitragliatori, maschere antigas, bombe a mano e bombe «Molotov», e i volumetti dei «Pensieri dì Mao Tse-tung». Altrove sono venuti alla luce veri e propri arsenali di armi rudimentali: lance, catene, spade, rivoltelle « scacciacani ». « E' stata una retata eccezionalmente profìcua » ha dichiarato un portavoce. Buona parte degli arrestati saranno probabilmente rilasciati oggi, dopo ventiquattro ore di prigione, ma i responsabili dei fatti di sangue degli ultimi giorni saranno processati. Le autorità della colonia hanno dato disposizioni alla polizia e all'esercito di adottare « il pugno di ferro »: sono proibiti persino gli assembramenti; le «intimidazioni» e l'«incitamento a torbidi» saranno puniti come reati gravi. Gli agitatori comunisti non hanno concesso scelta alla colonia. Ieri sera, poco dopo gli arresti, feroci combattimenti sono scoppiati nel quartiere di Wahcia: la polizia ha aperto il fuoco in risposta ad un assalto, uccidendo un uomo e ferendone due altri. Un agente è rimasto a sua volta ferito. Sempre ieri, una bomba è stata fatta esplodere in una sala danze del porto, per fortuna senza ferire nessuno. Due poliziotti sono stati accoltellati nel nuovo centro industriale di Tsuen e si trovano adesso in ospedale. Due giornalisti e due turisti sono stati aggrediti per strada e percossi. E' arrivato a Hong Kong, per un esame della situazione, il comandante in capo delle forze britanniche in Estremo Oriente, sir Michael Carver. La sua attenzione si è soffermata in modo particolare sugli scontri di frontiera di dieci giorni fa, quando «guardie rosse» e miliziani cinesi hanno ucciso cinque poliziotti della colonia. Non si sa con esattezza a quanto ammontino gli effettivi dell'esercito inglese a Hong Kong, si crede diecimila: ma non è escluso che siano inviati rinforzi, da Singapore o da Sarawak. Un attacco militare da parte della Cina è ritenuto quanto mai improbabile, ma la presenza di nuove truppe è resa opportuna dal continui atti di terrorismo e dalle dimostrazioni interne. Le autorità britanniche non vogliono che Hong Kong segua il destino della colonia portoghese di Macao, che ha dovuto cedere alle pressioni di Pechino e concedere vasti poteri ai rappresentanti comunisti nella sua amministrazione. Un vero e proprio braccio di ferro è In corso tra Inghilterra e Cina. La colonia è a corto d'acqua, perché molte sorgenti in territo rio cinese sono state bloccate. Non passa ormai giorno senza che gli agitatori comunisti attacchino i punti nevralgici della città, le banche, i negozi. Hanno anche posto taglie sulle teste dei poliziotti e dei soldati. Le incursioni notturne della polizia e dell'esercito hanno lo scopo di prevenire ulteriori azioni di « guerriglia » interna comunista. e. c. 128 Uff Un gruppo di comunisti arrestati a Hong Kong, costretti a star seduti sulla scala della sede di un sindacato

Persone citate: Mao, Michael Carver, Molotov