Marzabotto ha negato il perdono a WALTER REDER

Marzabotto ha negato il perdono a WALTER REDER Un giudizio popolare forse inedito nella storia Marzabotto ha negato il perdono a WALTER REDER AI referendum erano ammessi soltanto i familiari delle vittime - Su 288 votanti, i « no » sono stati 282, i «sì» 4; una scheda annullata e una bianca - TJ sindaco: «Il vostro verdetto riguarda tutti i Reder che possono nascere al mondo. Riguarda il nazismo e non il popolo tedesco » - Presenti operatori televisivi e giornalisti d'Europa e d'America DAL NOSTRO INVIA TO Marzabotto, lunedi mattina. Duecentottantadue «no», soltanto quattro «si»; è la risposta di Marzabotto al maggiore delle SS Walter Reder, che aveva chiesto il perdono per la strage del 1944, sperando di ottenere la grazia e di liberarsi dalla pena dell'ergastolo. Oliando, alle 12.50 di ieri, il sindaco Bottonelli ha cominciato a scandire i «no», segnati sulle schede del referendum, si è fatto un gran silenzio nello stanzone del cinema « Moderno »: il mondo civile era testimone di un giudizio popolare forse inedito nella storia. Sotto gli obiettivi della televisione tedesca, italiana, inglese, americana, di fotografi dei più grandi giornali europei e d'oltre oceano (da Life a Newsweek; e sotto gli occhi di giornalisti venuti perfino dalla Finlandia, i familiari delle 1830 vittime della strage di Marzabotto davano il loro verdetto morale sul massimo responsabile di una delle più crudeli azioni di sterminio del tempo nazista. Alle 13 il sindaco, pallido e sudato, lesse i risultati del conteggio finale: votanti 288, una scheda annullata (c'erano tre «N», inspiegabili), una bianca, 282 « no », 4 «sì». La tensione emotiva era violenta. Non un commento ruppe il silenzio nella sala congestionata, simile a un capannone col soffitto a rombi gialli, rossi, verdi, blu, illuminato da alcuni tubi fluorescenti. Tre giovani carabinieri e vìgili urbani di Marzabotto rimasero immobili davanti alla folla. Fuori del cinema alcuni dovettero accompagnare a casa uno dei votanti che piangeva convulsamente. Era Renato Gamberini, grande invalido della guerra partigiana: ebbe l'intera famiglia distrutta dalle ì mm i< Il sindaco di Marzabotto, on. Bottonelli, legge i risultati SS di Reder. Gli uccisero otto fratelli e sorelle (uno aveva sei mesi, la sorella maggiore 22 anni), la madre dì 40 anni, due zìi. Rimase solo, a vent'anni, con i compagni della brigata partigiana « Stella Rossa ». Vicino al tavolo dei consiglieri comunali un altro superstite, Giuseppe Lorenzini, aveva gli occhi rossi e ripeteva quasi meccanicamente ai giornalisti il racconto della sua tragedia. «Ne uccisequattordici, della mia famglia. Undici contro il mudella chiesa di San Martinmia moglie e 1 miei figli ppiccoli, di quattro e cinqanni, sulla collina di San Gvanni ». Il numero dei partecipanal referendum è soltanto apparenza esiguo, se si penalle 1830 vittime. Negli ulmi tre giorni del settemb1944 furono distrutti inte sua tragedia. «Ne uccisero quattordici, della mia famiglia. Undici contro il muro della chiesa di San Martino, mia moglie e 1 miei figli più piccoli, di quattro e cinque anni, sulla collina di San Giovanni ». Il numero dei partecipanti al referendum è soltanto in apparenza esiguo, se si pensa alle 1830 vittime. Negli ultimi tre giorni del settembre 1944 furono distrutti interi nuclei familiari, dai neonati ai vecchi di ottant'anni. La razione di Caprara fu definia dal censimento del 1951 « nucleo abitato scomparso ». Di cinque famìglie sopravvisse soltanto un uomo, perché si trovava in montagna con i partigiani. Molti di quegli uomini morirono in combattimento; altri sono scomparsi nel giro di ventitré anni, come tante madri e sorelle,0 sono emigrati. Va tenuto conto di un altro fatto: potevano votare solamente i familiari più stretti, con una imitazione non rigida, ma osservata da tutti in modo esemplare. Si è presentato un solo ragazzino, che è stato escluso. Chi non ha potuto trovarsi oggi a Marzabotto ha diritto di spedire per posta il suo voto entro il 20 luglio. Ma è previsto che si tratti di una trentina di schede, non tante da poter modificare il risultato (e probabilmente saranno altrettanti « no »). C'era gente di campagna e di città sulla piazza di Marzabotto e nei dintorni del cinema « Moderno », già alle 8 di mattina. Alle 9,30 il sindaco Bottonelli dichiarò aperti i lavori del Consiglio comunale nella sede .straordinaria. A un lungo- tavolo, semisommersì dai fotografi e cineoperatori, erano quindici consiglieri di tutti i gruppiunanimi nel volere il referendum. Il sindaco lesse amicrofono la lettera di Reder, scritta a macchina su due fogli che portano il timbro della censura interna dereclusorio militare di Gaeta. La cabina per le votazioni era alla sinistra del tavolo del Consiglio; l'urna in cui deporre le schede era sul tavolo stesso. Tre glscrutatori: Lanzi, VenturiniLoffi. Votò per primo Armando Calzolari (furono trucidati nove Calzolari, dai sette agli ottantaquattro anni)mentre una gran fila si addensava al centro della salaTutti portavano il foglio deComune con su scritto igrado di parentela con le vittime e il numero dei familiari uccisi. Alle 12,30 la votazione venne chiusa. Dopo la proclamazione derisultato, il sindaco fece un altro breve discorso, ribadendo che Reder deve espiare e invitando tutti a non dimenticare mai che la strage di Marzabotto non fu un atto di guerra, ma un atto di viltà e di odio su inermi« Il vostro verdetto riguarda tutti i Reder che possono nascere nel mondo. Riguarda il nazismo e non il popolo tedesco. Noi onoriamo qui il tedesco che fu ucciso dagli uomini di Redeperché si era mosso a pietà degli inermi, rifiutando di sparare. Reder non ha nazionalità: è una sintesi di fascismo, nazismo, guerra. Lo aspettino vanamente in Alto Adige ». E' stato un voto di carattere spontaneo, palesementresponsabile, dettato da esigenza di giustizia. Soltant1 meschini e gli arìdi di cuore, o gli amici del nazismopotranno discutere sulla suvalidità giuridica. Il referendum di Marzabotto non aveva le pretese di una sentenza di tribunale: la decisione di concedere o respingere la grazia a Reder tocca soltanto al presidente dela Repubblica. Una delegazione di Marzabotto portera Saragat il risultato del referendum come semplice rsposta dei parenti delle vitime alla domanda di perdono del maggiore, delle SSE' stata una risposta soffeta, espressa in forma severa, avendo a testimoni i cronisti d'Europa e d'Americaimpressionati e commossi. telecronisti tedeschi ci sonsembrati fra i più attentanche sconvolti dai racconraccolti in questi giorni suna strage che. essi praticamente ignoravano. Il valoreducativo della rinnovata soferenza di Marzabotto è evdente, non solo per gli italiani. Mario Fazio