La maglia gialla Pingeon sorprende gli assi

La maglia gialla Pingeon sorprende gli assi La maglia gialla Pingeon sorprende gli assi A 40 chilometri dal traguardo l'inatteso attacco dei francese sulla scia di sei fuggitivi - Solo Mugnaini non si è fatto staccare - L'inseguimento è stato frammentario e disorganizzato - Gimondi aspettava che fosse Janssen a prendere l'iniziativa; l'olandese studiava le mosse degli italiani - A Divonne-les-Bains, il vantaggio di Pingeon era di 22 secondi Divonne-les-Bains, lun. matt. Il belga Guido Reybroeck, già vincitore sul traguardo di Roubaix, ha latto il bis ieri a Divonne les Bains, battendo in volata un gruppetto di altri quindici uomini che comprendeva anche la Maglia gialla Pingeon, l'inglese Simpson, il belga Huysmans ed il nostro Mugnaini. Il plotone, con Janssen, Aimar, Gimondi, Balmamion e Jimenez, dopo essersi lasciato sorprendere nella discesa dopo la Còte des Rousses, a poco più di quaranta chilometri dall'arrivo, ha reagito con vigore negli ultimi chilometri — soprattutto per l'impegno della squadra olandese — eri ha limitato il suo distacco dai primi a poca cosa, una ventina di secondi appena. Questo è stato praticamente l'episodio decisivo di una tappa che si è trascinata senza molte emozioni fino a cinquanta chilometri da Divonne les Bains. Il percorso di 238 chilometri della corsa scattata alle 10 da Belfort era ricco di curve e di saliscendi, adatto insomma per la battaglia, se qualcuno avesse avuto intenzione di scattare all'offensiva. Evidentemente lo spauracchio del Galibier, da scalare oggi nella tappa che conduce a Briancon, ha calmato i bollenti spiriti: gli uomini di classifica hanno badato soltanto a controllarsi reciprocamente, la squadra francese ha lavorato com'era logico in testa al gruppo, scoraggiando qualsiasi iniziativa. I ripetuti tentativi di fuga, ai quali hanno partecipato anche Tosello, Scandelli, Portalupi, Poggiali e, con particolare insistenza Mugnaini, non hanno avuto esito. Tanto è vero che dopo il primo traguardo della montagna di terza categoria,, vinto dallo spagnolo Saez sulla Còte de Maiche, si sono avute soltanto insignificanti scaramucce fino ai piedi della seconda salita di terza categoria, la Còte des Rousses, a poco più di cinquanta chilometri dall'arrivo a Divonne les Bains. Qui è scattato il francese Ignolin, inseguito dapprima dallo spagnolo Manzaneque e poi da Mariano Diaz accompagnato dal nostro Bodrero e da un altro spagnolo. Ventura Diaz, insieme all'olandese Haast. Sulla vetta Mariano Diaz è passato primo, davanti a Haast, con lievissimo margine su Bodrero e Manzaneque, ma nella discesa il gruppo si è rifatto sotto, riprendendo tutti. . L'iniziativa per l'azione decisiva è venuta poco dopo da Lebaube, che è scattato dal plotone, inseguito dallo svizzero Blanc, dal belga Huysmans, dall'olandese Van Der Vleuten e dagli spagnoli Ventura Diaz e Gines Garda, i quali in breve lo hanno raggiunto. Sembrava una fuga da niente, destinata magari a proseguire fino al traguardo con la complice indulgenza del gruppo. Ma la Maglia gialla Pingeon, che corre in modo del tutto personale, senza misurare gli sforzi, è partito dal gruppo a tutta andatura, trascinandosi dietro Mugnaini: chissà, forse il francese voleva rispondere personalmente all'offensiva d'un uomo pericoloso come Huysmans, visto che nessun altro della sua squadra era pronto per farlo, oppure voleva cercare l'occasione per strappare una manciata di secondi ai suoi avversari, o desiderava semplicemente essere in prima fila dal momento che abita in un paese ad un'ottantina di chilometri da qui. Nella scia di Pingeon e Mugnaini si sono comunque lanciati Simpson, Van Neste, Van Schil, Brands, Letort, Lopez Rodriguez ed il lussemburghese Schlek e la pattuglia ha raggiunto ì primi al km. 201, cioè a 37 km. dall'arrivo. L'inseguimento da parte del gruppo era frammentario e disorganizzato: Gimondi ed i suoi aspettavano che fosse Janssen a prendere l'iniziativa, l'olandese studiava le mosse degli italiani. Di queste incertezze approfittava Reybroeck per andarsene da solo ed unirsi all'avanguardia mentre, rotti gli indugi, Janssen ed i suoi si decidevano ad uscire alla ribalta per guidare la caccia ai fuggitivi. La pattuglia di testa però, trascinata all'attacco soprattutto dai belgi, filava a tutta andatura verso Divonne les Bains, mantenendo inalterato il suo margine di 30-35 secondi sul plotone. Soltanto negli ultimi dieci chilometri di pianura, dove Janssen ed i suoi potevano meglio sviluppare il loro inseguimento, il margine dei primi scendeva leggermente. Al primo passaggio davanti allo striscione d'arrivo, sulla pista dell'Ippodromo di Divonne les Bains, il distacco era ridotto ad una ventina di secondi e risultava ufficialmente di ventidue secondi quando Reybroeck vinceva lo sprint davanti allo spagnolo Lopez Rodriguez, al connazionale Huysmans, a Simpson e agli altri compagni di fuga, tra i quali Pingeon e Mugnaini si classificavano rispettivamente nono e decimo. Toccava all'olandese Karstens l'onore, del tutto platonico, di vincere la volata del gruppo. Gianni Pìgnata Il vittorioso sprint del belga Reybroeck (a sin.) sul traguardo di Divonne-les-Bains davanti allo spagnolo Lopez Rodrlguez (Tel. a • Stampa Sera •)