Il gruppo staccato di oltre due minuti

Il gruppo staccato di oltre due minuti Così ha vinto Marino Basso Il gruppo staccato di oltre due minuti L'azione decisiva nata a 140 chilometri dal traguardo - Undici uomini in fuga - Decisione in volata • Il velocista veneto è professionista da due anni - Polidori aveva vinto una corsa dieci giorni prima del Tour Amiens, lunedì mattina. Operazione « Primavera » sul traguardo della terza tappa del Tour. La squadra B italiana, guidata da Gastone Nencini, ha fatto Yen plein sotto lo striscione di arrivo di Amiens: Marino Basso, il velocista veneto che corre per il G. S. Mainetti, ha vinto la tappa ed è balzato al comando della speciale classifica a punti; Giancarlo Polidori che ieri mattina alla partenza da Caèn era terzo alla graduatoria generale, ha conquistato la maglia gialla; inoltre, per un soffio, la « Primavera » ha mancato il premio di tappa per squadre. Una giornata che, tradotta in termini finanziari, ha fruttato alla squadra italiana numero due poco meno di 300 mila lire: un giusto premio per la combattività messa in mostra, sin dal primo giorno, dai dieci ragazzi che hanno tentato la avventura in Francia sotto la direzione di Gastone Nencini e di Marino Fontana. Prima dell'episodio decisivo, verificatosi dopo 104 chilometri di corsa, la tappa Caen-Amiens era andata avanti a sussulti, con frequenti tentativi di personaggi di secondo piano, tra i quali avevano fatto puntualmente la loro comparsa, a turno, anche gli italiani: prima Dalla Bona, poi il « Primavera» Tosello, poi il suo compagno di squadra Portalupi, poi ancora il « nazionale » Poggiali. A questo punto, dopo settanta chilometri, mentre Portalupi era in fuga con il belga Jacquemin, inseguito a breve distanza da Poggiali con Riotte, Van Clooster, Maliepaard e Karstens, si è verificato nel gruppo un episodio che avrebbe anche potuto portare a delle serie conseguenze. Il plotone si è diviso in tre tronconi, nell'ultimo dei quali erano rimasti insabbiati Aimar, Jimenez, Janssen, Huysmans. Gimondi, con Poulidor, Pingeon e Simpson, era nella pattuglia di centro e, appena si è accorto delle importanti « assenze », ha forzato l'andatura, ha cercato la collaborazione degli altri per approfittare della favorevole occasione: Poulidor, che aveva Aimar attardato, non si è mosso, Simpson ha risposto all'invito a tirare «on un'alzata di spalle e felice, logicamente, non ha voluto lavorare per gli altri, ed ha lasciato perdere. Subito dopo la salitella della Còte de l'Aventure, sulla quale passava primo Jacquemin, il gruppo si è ricomposto, riassorbendo nel contempo i primi. La tranquillità non è durata molto. Poco prima di Saint Ouen du Tilleul, cioè dopo 104 chilometri di corsa, è scattato Dumont, un giovane incluso nella squadra francese numero 3. diretta da Geminianl. A lui si sono uniti lo spagnolo Ventura Diaz, i « nazionali » francesi Riotte e Genet, i belgi Paul In't Ven e Spruyt, l'olandese Haast, altri due francesi delle squadre cadette, Letort e Bayssière, e due «Primavera», Marino Basso e Giancarlo Polidori. Il gruppo ha lasciato fare. Tutti aspettavano che fosse Gimondi a prendere l'iniziativa dell'inseguimento, pensando che toccasse al favorito del Tour assumersi la responsabilità della corsa. Felice invece non ha reagito: in fuga non c'era alcun uomo da classifica. Sul rettilineo d'arrivo di Amiens l'avanguardia si presentava a disputare la volata ridotta ad undici uomini, poiché il francese Letort aveva ceduto su una salitella. Basso e Polidori avevano dovuto prodigarsi per neutralizzare i continui tentativi di sortita operati a turno, negli ultimi chilometri, da Genet, da Bayssieere e da Riotte, ma il velocista veneto non voleva a nessun costo rinunciare a questa occasione per tornare alla vittoria, dopo un inizio di stagione piuttosto grigio. Sul rettolineo d'arrivo dunque, il francese Riotte ha operato ancora uno scatto, ai duecento metri, ma Basso, raccogliendo le sue ultime energie, è scattato a sua volta, è riuscito a portarsi nella scia del rivale, ad affiancarlo sulla destra e poi a rimontarlo prepotentemente quasi sul traguardo.. Basso, professionista da due anni, aveva vinto la tappa di Napoli al Giro d'Italia 1966, ma in questa stagione, era riuscito a classificarsi primo solo in una prova minore, il Gran Premio Campagnolo a Vicenza. Ci voleva il Tour per fargli ritrovare le sue doti di velocista. Giancarlo Polidori che, pago della maglia gialla, è arrivato penultimo nella volta, è un marchigiano di 24 anni che aveva vinto la sua unica gara professionistica, a Pieve di Soligo, dieci giorni prima della partenza del Tour. Due ragazzi che hanno incominciato molto bene la loro prima avventura in Francia. Gianni Pignata Basso (a sinistra) e Polidori al giro d'onore (Telefoto)

Luoghi citati: Amiens, Francia, Italia, Napoli, Pieve Di Soligo, Vicenza