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«Cara Torino, come sei ridotta!»
«Cara Torino, come sei ridotta!» laGtto&i sax* ivo mio ssMM ffiax*dÌMii e padelli gioco «Cara Torino, come sei ridotta!» Da ogni parte consensi alla campagna de « La Stampa » - I cittadini documentano le proteste con fotografie eloquenti - Un esempio: il parco giochi di piazza Adriano - Accorato rimpianto di persone anziane per le panchine divelte - Di chi la colpa? Certamente della teppaglia - Ma anche dei servizi comunali - I vigili pensano soltanto a dare multe agli automobilisti La campagna de « La Stampa » per il verde di Torino continua a suscitare consenso ed entusiasmo testimoniati da centinaia di lettere che giungono anche da torinesi emigrati in altre città o emigrati all'estero. C'è di più: i lettori collaborano, segnalano, documentano. Un solo esempio. L'ing. Giovanni Perotti, munito di macchina fotografica è andato in giro a scattare immagini eloquenti. Si è soffermato in particolare nel parco giochi nella zona di piazza Adriano, fronteggiante corso Vittorio e contiguo al campo sportivo Cenisia. Abbiamo davanti agli occhi la desolante documentazione: tre panche di legno private di schienali (non siamo più nella lunga notte del '43 quando tutto finiva nella stufa); quattro pesanti panche in pietra divelte e abbattute (sembra una veduta di Pompei); il cancello scardinato, la recinzione in rete metallica e la siepe squarciate da larghi varchi. Una delle foto ritrae una larga area comunicante con il parco giochi: è incolta, invasa dalle erbacce, ricoperta di sudiciume. Annota l'ing. Perotti: « Di notte il parco e l'area incolta sono ritrovo di elementi poco raccomandabili che cominciano a comparire verso le 18 quando bimbi, mamme e anziani sono ancora nel parco giochi ». Di giorno — li abbiamo visti noi — capelloni in motocicletta, scorrazzano pericolosamente tra i gruppi di bimbi. Tutto questo in un punto della città che non è periferia, se si tiene conto degli orientamenti assunti dallo sviluppo urbanistico: ai limiti di piazza Adriano sorgerà il « centro direzionale » della città. La strage delle panchine suscita proteste dai diversi quartieri. « Accompagno il mio nipotino nell'aiuola di piazza Benefica — scrive un bisnonno — lui non può giocare perché ci sono le immondizie: io non posso se- derc perché da 3 anni i sedili sono quasi tutti rotti ». Giù- seppa Rollano aggiunge: « So- vente ci sono gare di moto. noi anziani non sappiamo più dove andare ». C'orano panchine di pie- tra in piazza Barcellona « e i pensionati andavano a godersi la tranquillità. Adesso c'è rimasto solo lo schienale ». Così alla Cittadella, scrive Rita Bernati, e anche in corso Siccardi: « I vecchi del centro nemmeno a turno possono sostare un po': solo quattro panchine sono rimaste intatte ». Dice Arturo Ratto: « In -corso Umberto, davanti al 65, è stata distrutta una panchina dove tutti i giorni soleva trascinarsi sulle gambe malferme una signora di 90 anni che abita nei pressi. Adesso è costretta a non muoversi di casa ». E' un coro amareggiato di umite che chiede poco « ma neanche quel poco riusciamo a ottenere. Forse perché siamo vecchi e non contiamo più ». Proteste sommesse, a cui altre, più vigorose, si as- sociano. Per esempio la do- lente invettiva di Giuseppe Bossi: « Torino è retrograda. sporca, disordinata, rumoro- sa, incivile ». O lo sbigottì- mento del sig. Borgogno al solo pensiero che il parco della Maddalena possa esse- , , . j ,. re aperto al week-end degli « ineducati » torinesi: « Non Vi chiedete come sarebbe la- sciata quell'unica oasi di pu- tizia da coloro che. consumata la colazione, si guardcreb bero bene dal raccogliere cartacce unte, bucce di banana, scatole di sardine? ». Ha viaggiato in Inghilterra, Unione Sovietica, Norvegia: « Ovunque i parchi sono rispettati dai cittadini con la massima cura, perciò aperti senza restrizione». Cosi lo fosse parte della Tesoriera, sospira una mamma, Carla Menzio, che giudica «inospitale» il vicino corso Monte Cucco. a». a, a: ia ti sonil o. Presenze sgradite, che irrita-1 no e indignano i lettori ci sono anche ai Giardini Reali « diventati ritrovo di malavita. Possibile che i nostri figli debbano assistere, senza clic nessuno muova un dito, a scene di spudoratezza? Cara Torino come sei ridotta! ». Ci si chiede: di chi la col- pa per tanta decadenza? Lo \ abbiamo già detto: dei tep- j pisti, dei vandali, della man- canza di educazione. Ma anche dei servizi municipali: nei paesi civili coppié*di vigili urbani svolgono attenta sorveglianza in tutti i giardini e paichi pubblici. A Torino capitava una volta; ora i vigili sono impegnati a dar multe in via Roma e in altre zone affollate. Essi eseguono gli ordini che ricevono ogni mattino dal loro Comando. Per il Comando e per l'assessore alla viabilità, evidentemente esiste soltanto il problema degli automobilisti; bambini, vecchi, pedoni e relative esigenze non meritano attenzione. Come non meritano una oculata difesa i giardini e i parchi gioco: non sono patrimonio del Co¬ mune? Fotografie inviate da un lettore: il parco nella zona di piazza Adriano, pare d'essere tra le rovine di Pompei. Lo sterpeto, ritrovo di gente equivoca
Persone citate: Arturo Ratto, Borgogno, Carla Menzio, Giovanni Perotti, Giuseppe Bossi, Perotti, Rita Bernati
Luoghi citati: Inghilterra, Norvegia, Pompei, Torino, Unione Sovietica
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