L'accordo di Londra orienterà la politica monetaria mondiale

L'accordo di Londra orienterà la politica monetaria mondiale L'accordo di Londra orienterà la politica monetaria mondiale Due punti sicuri: 1) riconosciuta la necessità di adeguare i mezzi di pagamento internazionali allo sviluppo degli scambi; 2) escluso l'aumento del prezzo dell'oro e delle emissioni in dollari - Intesa generale su maggiori «diritti di prelievo» (cioè crediti in lire, marchi ecc.) creati dai Paesi europei presso il Fondo Internazionale Gli obblighi dei debitori: utilizzare le varie valute in modo « armonico » e in proporzione alle rispettive riserve Le notizie sicure, che si possiedono per il momento, attorno all'accordo monetario internazionale — raggiunto a Londra ier l'altro — sono poche. Talune evidenti lacune saranno colmate nei prossimi giorni. Per altre, converrà attendere la pubblicazione del testo che — sottoscritto dai Dieci — verrà presentato alla conferenza del Fondo monetario internazionale, convocata per fine settembre a Rio de Janeiro. A Londra, comunque, è stato compiuto un buon lavoro e l'attività della delegazione italiana fu certamente apprezzata. Riassumiamo, interpretandolo, ciò che sembra sicuro sulle caratteristiche generali di questo accordo. Innanzi tutto, i Dieci (cioè ì paesi più sviluppati del mondo e più interessati alla stabilità monetaria mondiale) sono unanimi sulla conveniènza di mettere a punto un congegno comune, per adeguare la liquidità internazionale all'aumento nel volume e nel valore degli scambi. QUesto adeguamento, tuttavia, (ed è il secondo punto sicuro) non sarà ottenuto attraverso un aumento del prezzo dell'oro; e neppure con altri aumenti nelle emissioni di dollari. Verrà ottenuto, invece, con un aumento dei «diritti di prelievo »; oppure, se si preferisce, delle «posizioni di risèrva» (sostanzialmente crediti in lire, marchi, ecc.) creati dai Sei, presso il Fondo monetario internazionale e da quest'ultimo affidati a debitori. * * Qui s'inizia l'esposizione di ciò che fu convenuto a Londra. Allora, primo problema: quale l'ammontare delle «posizioni di riserva» oppure dei «diritti di prelievo » creati dall'Europa presso il FJM.I.? La loro fissazione in cifra tonda, à forfait, avrebbe avuto il grosso inconveniente di creare altri problemi di distribuzione e di non armonizzarsi alla logica che governa li Fondo. Esso inietti, fin dalle sue origini, ottiene molte delle sue caratteristiche istituzionali dall'altezza delle « quote » versate dai singoli sottoscrittori. Meccanismo di votazione; capacità di prendere a prestito dal Fondo, ecc.. Tanto è vero che, a fine '45, per determinare le singole quote dei diversi Stati, si dovette utilizzare una formula molto complicata; che rimase per lunghi anni nota a pochissimi e fu .pubblicata solo nel '56. Perché, dunque, non legare l'ammontare dei crediti, potenzialmente concessi dai paesi europei, alle quote; o più direttamente ai « diritti di prelevamento » loro, nei riguardi del Fondo? Così è stato fatto. Gli europei dovranno concedere crediti al Fondo in misura, a quanto sembra, pari al doppio dei loro « diritti di prelevamento » presso il Fondo. L'ammontare globale in lire o dollari o marchi resta ancora nascosto. Risulterà dai calcoli. Ma la logica del Fondo è salva e si giustificano le maggiori facilitazioni di cui godranno gli europei, in fatto di diritto di voto. * * * Si è visto cosi un lato della medaglia. Si è parlato della creazione della nuova liquidità. Come dovrà essere utilizzata? Non vi sarà, ad esempio, il pericolo che il debitore insista nel prelevare una certa valuta europea, anziché un'altra? Ed entro quanto tempo dovrà rimborsare i debiti a suo carico? A queste domande, non si può per ora compiutamente rispondere. Sembra però che a Londra, per ovviare a cotali pericoli, si siano delineate due direttive generali. In primis, il Fondo dovrà distribuire i nuovi diritti di prelievo, creati dai paesi europei, in modo « armonico » alle riserve globali dei paesi debitori. Il concetto merita molte altre precisazio ni anche se — almeno grossolanamente — il suo significato sembra evidente. Su questa «armonizzazione» ha insistito, a varie riprese, l'on. Colombo. D'altro lato, però, (e sarebbe questa una seconda linea di buon comportamento) anche i debitori avrebbero certi obblighi. Attingere ai diritti di prelievo « armonicamente », come essi attingono all'oro ed ai dollari. E se dovessero utilizzare diritti di prelievo, poniamo in lire, in misura sproporzionata alla loro prassi abituale (quale dettata dal passato) potrebbero essere richiamati all'ordine sia dal creditore, sia dal Fondo. * * Sorge allora, a questo punto, la terza grossa questione. Quale garanzia hanno i paesi europei che questi accordi verranno seguiti sia dal Fondo sia dai paesi debitori? Per quanto riguarda i debitori, possono valere i mezzi persuasivi che ciascun creditore possiede sulla sua controparte. Per quanto riguarda invece il Fondo, valgono le norme approvate a Londra: in base alle quali le decisioni del Fondo dovranno essere approvate con una maggioranza dell'850Zo dei voti va¬ ni del Fondo. E le loro maggiori elargizioni saranno cosi compensate; si tratta infatti di crediti dai quali il Fondo, vedendo accrescere le sue disponibilità, ha tratto indubbi vantaggi. * * Questo, a grandi tratti, l'accordo monetario londinese. Molte delle sue particolarità sono incerte; altre debbono ancora essere messe a punto. Per esempio, con quali criteri sarà concesso ad un singolo paese europeo di recedere dall'accordo, se mai lo desidera? A Londra, comuque, è stato compiuto un buon lavoro, sciogliendo alcuni grossi nodi (la determinazione del volume dei crediti accordati, con l'aiuto delle « quote » di base) e soprattutto indicando un indirizzo che condizionerà molte decisioni future. Rallegriamoci. Ferdinando di Fenizio J risultati delia riunione dei «Ciub dei Dieci ppggranza dell'850Zo dei voti vanài. Orbene, poiché i paeseuropei posid i europei possiedono oggi voti per un ammontare pari al 170.b circa del totale, ecco che essi — strio a quando rimarranno uniti -— possiederanno una sorta di «diritto di veto » sulle decisio¬ iiiiiiuMiiiiiirii[iiuii[iMiiiiiniiiiiiiuii!iiiiiiii)iiiiiiiiiitiitiMiiutiiiiiniiiiiitiiiiiiiiiiiiiii ti iiirtifiiiiii niiiiiiriiHitiiiiiiiiiiiiniiiriB

Persone citate: Ferdinando Di Fenizio

Luoghi citati: Europa, Fondo, Londra, Rio De Janeiro