Tre titoli in palio oggi ad Amsterdam

Tre titoli in palio oggi ad Amsterdam Mondiali di ciclismo su pista Tre titoli in palio oggi ad Amsterdam Inseguimento a squadre dilettanti, mezzofondo e velocità professionisti - Le probabilità degli azzurri - Verzini e Gonzato spiegano il loro successo nel tandem (Dal nostro inviato speciale) Amsterdam, 28 agosto. « Siamo proprio amici, tanto è vero che non siamo soddisfatti, se non bisticciamo almeno due volte al giorno ». Nella dolce cadenza veneta, è Gonzato che parla. E Verzini, seduto accanto a lui nell'albergo che ospita gli azzurri, dice di si, dice che Gonzato ha ragione. Verzini, nel tandem italiano che ha conquistato il titolo mondiale, è l'atleta che guida. Ma, quando i due scendono di sella, Verzini preferisce cedere la parola a Gonzato, il terz'anno di ingegneria. Gonzato, ragazzo che ama ragionar d'ogni vicenda, cerca di spiegare l'affiatamento indispensabile perché l'equipaggio di un tandem possa rendere alla perfezione. Tra i due ciclisti ci dev'essere un'intesa istintiva, spontanea, un'intesa nella vita di tutti i giorni, che poi s'affina nella pratica sportiva. oc Le confesso — sorride Gonzato — un particolare, lei magari non ci crederà, però, ogni tanto mi capita di pensare d'improvviso a qualcosa e sono sicuro che anche Verzini pensa la medesima cosa. E' telepatia, autentica telepatia, altrimenti certi fatti sarebbero inspiegabili». Come hanno preparato questo grande successo? « A poco a poco — risponde Gonzato — prima si prepara il morale, poi si bada al fisico. E l'allenamento, le assicuro, non è mancato, sempre su quel tandem, o in pista o su strada. Su strada, in pianura, si fila che è un piacere, ogni tanto ci divertivamo a far volate a sessanta, sessantacinque all'ora ed avrebbe dovuto veder la faccia dei tipi che guidavano le automobili che superavamo allo sprint ». Il discorso scivola su cento argomenti diversi, si accenna, per esempio, alle cadute. « Quella di ieri con i belgi — interviene Verzini — è stata roba da niente. Due mesi fa, a Berlino, un tandem di tedeschi orientali ci è venuto addosso. Quando ci hanno tirati su, non avevamo più un centimetro di pelle che non sanguinasse. Era un martedì, la domenica dopo, per gareggiare a Copenaghen, ci hanno presi di peso e ci hanno messi in sella, da soli non ci saremmo proprio riusciti... ». Verzini continua, ora tocca a lui: « Quel che mi piace di più è restare in "surplace" con il tandem. Nessuno ne era capace, Gonzato ed io, invece, troviamo che sia relativamente facile. Ieri, al giro d'onore, il pubblico ci ha chiesto una dimostrazione pratica e lo abbiamo accontentato ». Ancora Verzini. Dice che è vero, suo padre è stato discreto corridore ciclista, si è impegnato in due Giri d'Italia. E adesso suo fratello, che ha quindici anni, vorrebbe seguir la stessa carriera, ma lui, Dino Verzini, glielo impedisce. Perché? Perché si soffre troppo e, di due fratelli, basta che ce ne sia uno a soffrire. S'è fatto tardi, suona un telefono, chiamano Gonzato dall'Italia. Al suo posto si siede Costa e ci si proietta su domani, giornata di chiusura dei campionati mondiali sulla pista. Tre titoli sono ancora da assegnare, inseguimento a squadre dilettanti, mezzofondo professionisti, velocità professionisti. Nell'inseguimento, alla vigilia delle competizioni, gli azzurri erano i netti favoriti. Sono rimasti in lizza, ma la nostra formazione, composta da Chemello, Roncaglia, Castello e Pancino, ora è tutt'altro che . sicura del trionfo. Deve battersi in semifinale contro la Germania Occidentale, quindi, in caso di successo, avrà di fronte i vincitori dell'altra semifinale tra Unione Sovietica e Cecoslovacchia. Nei quarti di finale, questi sono stati i tempi realizzati: Unione Sovietica 4'34"42, Germania Ovest 4'35"41, Italia 4'35"74, Cecoslovacchia 4'57"39; lotta addirittura sul filo dei centesimi di secondo. Tra gli stayers, la maglia iridata ha aspiranti stranieri, olandesi, belgi, spagnoli, con la speranza, da parte di De Lillo, di un onorevole piazzamento. Nella velocità professionisti, tre azzurri contro il belga Sercu. Beghetto non faticherà a superar Damiano in una delle due semifinali, il risultato dell'altra semifinale è incerto, dal momento che il « match » vedrà come rivali diretti Maspes e Sercu. I due hanno un vecchio conto da regolare, nel 1965 ai « mondiali » di San Sebastiano, l'ultima sfida tra Maspes e Sercu finì con Maspes lungo e tirato sulla pista, dopo un urto, probabilmente involontario, del suo più giovane avversario. Il milanese, da quel giorno, non risali più in sella fino ad un paio di mesi or sono, quando stabilì di riprendere l'attività. Ed ora il nostro trentacinquenne campione si trova a ricominciare il discorso proprio con Sercu. Maspes mette in mostra un' assoluta sicurezza. E tenta il record assoluto di un ottavo titolo mondiale. Sercu, però, non è tipo da tirarsi indietro. Come finirà, l'aspro duello? Beghetto aspetta. Beghetto parla poco. Ma intende dimostrare con i fatti d'esser degno comunque di una nuova maglia iridata, che sarebbe la terza di fila, dopo quelle conquistate a San Sebastiano ed a Francoforte. Gigi Boccacini