Malraux dopo 1O anni di silenzio pubblica a Parigi le «Antimemorie» di Sandro Volta

Malraux dopo 1O anni di silenzio pubblica a Parigi le «Antimemorie» Malraux dopo 1O anni di silenzio pubblica a Parigi le «Antimemorie» E' un libro di 600 pagine - Contiene rivelazioni sui principali protagonisti della vita contemporanea, da De Gaulle (di cui è ministro) a Mao Tse-tung - Stralciate alcune pagine più impegnative: l'autore ha deciso che siano pubblicate soltanto dopo la sua morte con altri tre volumi - Traduzioni in tutte le lingue - Gli editori americani hanno già versato 150 milioni (Dal nostro corrispondente) Parigi, 28 agosto. « Chiamo questo libro "Antimemorie" perché risponde a una domanda che le memorie non pongono e non risponde a quelle che esse pongono. Ed anche perché vi sì trova, spesso legata al tragico, una presenza irrefutabile e insinuante come quella del gatto che passa nell'ombra, la presenza dello stravagante di cui senza saperlo ho risuscitato il nome». Con questa spiegazione, piuttosto ermetica, André Mairaux annunzia il suo nuovo libro, che Gallimard pubblicherà in autunno. i4ni!7né77Joires è un grosso volume di seicento pagine, primo di ima serie di quattro volumi che sembra siano già stati scritti, ma per gli altri tre l'autore ha disposto che vengano pubblicati soltanto dopo la sua morte. Anche da questo primo volume egli ha stralciato alcuni passaggi, che verranno reintegrati nel testo quando sarà ristampato In edizione postuma. Benché sottoposto a un'au- tocensura cosi rigorosa, 11 li-1 bro presenta un interesse eccezionale, non soltanto perché segna il ritorno di André Mairaux alla letteratura dopo dieci anni di attività essenzialmente politica, da quando, cioè, nel 1958, lo scrittore, che aveva appena pubblicato La métamorphose des dieux, diventò ministro del generale De Gaulle, ma anche perché i ricordi di guerra, di viaggio, le rivelazioni non soltanto sulla personalità di Charles De Gaulle, ma anche su molti dei principali protagonisti della storia contemporanea, come Leon Blum, Nehru, Mao Tse-tung, Ciu En-lai, ne fanno un documento di primaria importanza. Tanto interesse ha messo, naturalmente, in movimento tutti gli editori del mondo, cosicché, insieme all'edizione francese, Antimémoires uscirà anche tradotto nelle principali lingue. Prima ancora di conoscere il testo, gli editori americani avevano già pagato più di centocinquanta milioni per acquistarne i diritti. Frattanto, alcuni giornali francesi pubblicano oggi am- pi estratti del libro Mairaux conobbe il generale De Gaulle nel 1945. Ecco come racconta il primo incontro: « Ero meravigliato. Non troppo: ho tendenza a credermi utile. Fui introdotto all'ora precisa: grandi carte di stato maggiore ai muri davano alla stanza austera una atmosfera di lavoro. Mi fece segno di sedere a destra del suo tavolo. Avevo conservato un ricordo preciso del suo viso: verso il 1943, Ravanel, allora capo dei gruppi franchi, mi aveva mostrato la sua fotografia paracadutata. A mezzo busto: non sapevano neppure che il generale De Gaulle era altissimo ». Però, Mairaux aveva già visto il generale nelle attualità cinematografiche, ma sullo schermo De Gaulle parlava e il ritmo della sua parola somigliava a quello dei suoi discorsi, mentre invece quel giorno il Generale interrogava. « Si trattava — scrive Mairaux — d'una distanza interiore che non ho ritrovato, più tardi, altro che in Mao Tsc-iung ». A proposito del quale, riferendo la visita che gli fece a Pechino nel 1965, per rimettergli un mes¬ saggio del Presidente della Repubblica, racconta: « La sua accoglienza è allo stesso tempo cordiale e curiosamente familiare, come se stesse per dire: al diavolo la politica ». Negli estratti pubblicati finora non è detto l'argomento della conversazione. Mairaux dice soltanto che poco prima di prender congedo il discorso cadde sulla Russia: « Non eleva la voce, ma la sua ostilità, quando parla del partito comunista russo, è altrettanto manifesta che l'odio di Ciu En-lai quando parla degli Stati Uniti. Eppure nelle strade di Pechino i ragazzi, che ci prendevano per russi inon avevano visto altri bianchi) ci sorridevano. "Ciò che si esprime col termine banale di revisionismo — disse Mao — è la morte della rivoluzione. Bisogna fare da per tutto ciò che abbiamo fatto nell'esercito. Vi ho detto che la rivoluzione è anche un sentimento: se noi vogliamo farne ciò che ne fanno i russi, un sentimento del passato, tutto crollerà. La nostra rivoluzione non può essere soltanto il consolidamento d'una vittoria"». Mairaux era stato in Cina trent'anni prima, quando aveva partecipato alla rivoluzione del 1926, e la nostalgia della sua gioventù gli ha dettato ora pagine fra le più emozionanti del libro: « Come l'Asia ritrovata dopo trent'anni dialogava con quella di allora, tutti i miei ricordi sopravvissuti dialogavano, ma forse non ho conservato della mia vita che i suoi dialoghi ». Gli estratti pubblicati dai giornali hanno necessariamente un carattere frammentario che impedisce una visione d'insieme di « Antimémoires ». Sono frammenti che, presi così isolati dal contesto, assumono un carattere anche più letterario e prezioso di quanto risulterà probabilmente nel complesso dell'opera: un carattere che può anche dar fastidio. Non mancano tuttavia, anche in quel poco che se ne conosce finora, i magistrali ritratti di personaggi, la lucida sintesi delle situazioni, una generosa franchezza che compensa quel certo estetismo da cui André Mairaux non è mai riuscito a liberarsi completamente. Sandro Volta

Luoghi citati: Asia, Cina, Parigi, Pechino, Russia, Stati Uniti