Oggi a Kartum tra gravi contrasti si apre il «vertice» dei paesi arabi di Ennio Caretto

Oggi a Kartum tra gravi contrasti si apre il «vertice» dei paesi arabi Oggi a Kartum tra gravi contrasti si apre il «vertice» dei paesi arabi L'algerino Boumedienne e il siriano Atassi (fautori della guerra ad oltranza) non partecipano al convegno per protesta verso «la politica troppo conciliante» seguita finora nei riguardi di Israele - Il tunisino Burghiba (moderato) assente per «ragioni di salute» (Nostro servizio particolare) Londra, 28 agosto. Si apre domani pomeriggio a Kartum, nel Sudan, il « vertice » dei Paesi arabi. L'ospite, il premier Mahgoub, ha già ricevuto questa sera il collega marocchino Ben Hema, re Hussein di Giordania e il principe Hassan El Rida di Libia, in rappresentanza del padre, re Idris. Altri Capi di Stato o di governo sono attesi domattina. Si preannuncia però almeno un'assenza clamorosa: quella dell'algerino Boumedienne, che ha delegato il suo ministro degli Esteri Boutefiika, esprimendo così la propria disapprovazione « per la politica troppo conciliante » seguita fin qui dalla maggioranza dei suoi colleghi verso Israele e l'Occidente. Potrebbe mancare — per lo stesso motivo — anche il siriano Atassi: il suo ministro degli Esteri Makhous, già a Kartum, ha dichiarato questa sera di non essere ancora stato informato della sua decisione. Il tunisino Burghiba s'è fatto sostituire dal premier Bagni Ladgham per precisi motivi di salute. Il « vertice » arabo incomincia dunque tra i dissapori. Il solo fatto che si svolga rappresenta però un successo per la diplomazia di alcuni Paesi partecipanti. Raramente, in passato, il Medio Oriente è riuscito a dare una dimostrazione anche simbolica di unità. La sconfìtta ad opera di Israele ha agito da elemento catalizzatore. Dal « vertice » difficilmente scaturiranno decisioni radicali, ma sarà certamente elaborata una politica più precisa di quella seguita negli ultimi mesi. L'agenda del « vertice » è stata completata oggi dalla conferenza dei ministri riunita fin da sabato. Su di essa si mantiene estremo riserbo, ma le discussioni verranno quasi cortamente divise in due parti distinte: i rapporti con Israele e i rapporti con l'Occidente. Sul primo punto, la stampa britannica anticipa le seguenti, scarse in¬ discrezioni. Tutti i Paesi del « vertice », indistintamente, vogliono il ritiro delle truppe israeliane dai territori occupati: l'unica concessione a cui paiono disposti è la concessione a Israele dell'uso dello stretto di Akaba. Ma vi è una fazione che si batte per una « linea » realistica nelle relazioni con Israele: il presidente tunisino Burghiba ha proposto addirittura il suo riconoscimento in un coraggioso discorso di tre giorni fa. Vi è, ai poli opposti, un'altra fazione che chiede la continuazione dello « stato di belligeranza » con gli israeliani, ed è capeggiata dall'Algeria. Alcuni particolari sono emersi invece sulle proposte concernenti i rapporti con l'Occidente, molto simili, se non indentiche, a quelle della conferenza economica di Bagdad di dieci giorni fa, conclusasi con un nulla di fatto. Sul tappeto è la richiesta dell'Irak di: 1) un embargo di tre mesi su tutte le forniture di petrolio; 2) un aumento delle tariffe per le concessioni petrolifere e dei prezzi del petrolio stesso; 3) l'inizio di una nazionalizzazione « progressiva » delle società inglesi e americane. Ruolo decisivo, ancora una volta toccherà probabilmente al presidente egiziano Nasser. Vi sono segni che l'Egitto nelle ultime settimane ha assunto una posizione più conciliante che in tempi passati. Nasser ha persino accettato, in linea di principio, un piano per la soluzione della crisi dello Yemen già approvato da re Feisal dell'Arabia Saudita. Ne ha discusso ieri e oggi al Cairo col presidente yemenita Sallal, e ne discuterà di nuovo con re Feisal a Kartum sotto la presidenza di Mahgoub. Può darsi che Nasser abbia dovuto piegarsi al senso pratico dei suoi generali, a cominciare dal nuovo « uomo forte » Fawzi. Può darsi che egli voglia ottenere aiuti alimentari finanziari e diplomatici dall'Occidente. Ennio Caretto

Persone citate: Burghiba, Hassan El, Nasser