Direttore, chirurgo e infermieri processati per la morte d'un bimbo

Direttore, chirurgo e infermieri processati per la morte d'un bimbo Il doloroso episodio della clinica San Paolo Direttore, chirurgo e infermieri processati per la morte d'un bimbo I giudici hanno rinviato ieri a giudizio nove persone - Il bambino è deceduto a febbraio per emorragia dopo un'operazione di appendicite - La perizia ha accertato deficienze nella sorveglianza post-operatoria - Il proprietario della clinica è stato colpito da infarto anni, abitanti In corso Teleslo M è' sottoposto ad un intervento chirurgico per l'asportazione dei l'appendice. L'intervento, eseguito Con 11 rinvio a giudizio di tutti gli imputati si è conclusa la istruttoria sulla morte del piccolo Pier Giorgio Ferro, 5 anni, deceduto nella clinica San Paolo di corso Peschiera 180, dove era stato operato di appendicite. Nella complessa vicenda, che ha richiesto lunghi mesi di indagini, interrogatori, analisi e confronti, sono implicate nove persone: il titolare della casa di cura, dottor Aldo Barozzi; il prof. Nino Masera, che ha eseguito l'intervento chirurgico; l'anestesista dott. Luigi Saracco; la dottoressa Teresa Bignante; le infermiere Maria Volpattl e Battistlna Guerlnoni; le suore Leocardla Boldrini, Luisa Merli e Angelina Aperti. Il sostituto Procuratore della Repubblica dott. Neppl Modona 11 ha rinviati tutti a giudizio con l'Imputazione di omicidio colposo. Il titolare della casa di cura è accusato inoltre di avere fatto mancare la necessaria assistenza al pazienti, affidata, secondo il capo d'imputazione «a lui stesso e ad un solo medico di guardia e, a livello infermieristico, a un numero insufficiente di infermiere professionali (una sola per 100 letti) e ad altre persone elle esercitavano la professione pure essendo sprovviste dell'abilitazione di Stato ». Il chirurgo prof. Masera è accusato di avere omesso di fare la controvisita al paziente nelle 12 ore successive all'operazione. La stessa accusa è mossa all'anestesista e al medico di guardia. Le suore e le infermiere sono accusate di negligenza per non essersi rese conto dell'aggravarsi delle condizioni del paziente e non aver avvertito il medico di guardia o il direttore sanitario. I fatti risalgono al 16 febbraio scorso. Quel giorno il piccolo Pier Giorgio Ferro, figlio unico di un operaio Fiat, Romeo, di 37 anni, e di Rosina Tordin, 36 i inumili iiimiiimmimmiimimm dal prof. Masera, con l'assistenza dell'anestesista dott. Saracco e di un'infermiera, dura 13 minuti. Il bimbo viene riportato nella camera di degenza ancora sotto l'effetto dell'anestesia: al suo capezzale vegliano la madre e la nonna. Le due donne durante il giorno si accorgono che Pier Giorgio non è normale. Chiamano le suore e le infermiere, ma costoro non ritengono necessario avvertire i medici. Né il prof. Masera né un altro medico viene a visitare il paziente. A mezzanotte la madre sente il Aglio ardere per la febbre. Chiama aluto. Accorre la dottoressa Teresa Bignante, giovane laureata dì guardia alla clinica. Pratica iniezioni, flebocll- si, ma è troppo tardi. Alle 0,40 Pier Giorgio muore. Il prof. Masera chiede l'autopsia alla Procura della Repubblica; il medico provinciale dottor Gaglio apre un'inchiesta. Pochi giorni dopo ordina la chiusura della cllnica per tre mesi. Il sostituto Procuratore dottor Neppi Modona ordina una perizia medico-legale ai professori Gilli e Pontrelli. La perizia accerta che l'intervento del prof. Masera è stato compiuto a regola d'arte. L'emorragia che ha provocato la morte del bambino è stata lentissima e imprevedibile ma, per alcune difficoltà riscontrate durante l'operazione, il chirurgo avrebbe dovuto accertarsi e prodigarsi perché il paziente fosse sottoposto ad una particolare sorveglianza. Secondo il parere degli esperti il personale sanitario avrebbe potuto accorgersi dell'aggravamento delle condizioni perché i sintomi erano chiari. All'inizio di giugno la clinica San Paolo si è regolarmente riaperta. Tutti 1 medici che prestavano la loro opera nella casa di cura sono tornati, confermando la loro fiducia al titolare dottor Barozzi. L'afflusso dei pazienti è normale e, proprio in questi giorni, alla direzione è giunta l'autorizzazione da parte del medico provinciale per l'ampliamento del reparto ortopedia. Il dott. Barozzi, prostrato dagli avvenimenti, due mesi fa è sta| to colto da infarto. Le sue con; dizioni sono preoccupanti: è costretto a letto, i medici si alterI nano al suo capezzale. Il dott. Barozzi, titolare della clinica, e il prof. Masera che ha operato il bimbo