La provincia di Alessandria sconvolta da nubifragi, grandinate o alluvioni

La provincia di Alessandria sconvolta da nubifragi, grandinate o alluvioni Una lunga notte ili tex*i*OM*e nelle campagne isolate La provincia di Alessandria sconvolta da nubifragi, grandinate o alluvioni Colpito con particolare intensità il triangolo compreso tra i comuni di Quargnento, Solerò e Lu Monferrato - Un morto - Due ruscelli sono straripati rovesciando nei paesi e nelle strade acqua e fango - La gente è fuggita ai piani superiori - Animali da cortile annegati nella fanghiglia - Campi allagati, frutteti e vigneti distrutti - Danni per centinaia di milioni - Allagamenti ad Alessandria - Vento e fulmini nel Novese e nelle vallate del Borbera e dello Scrivia (Dal nostro inviato speciale) Alessandria, 25 agosto. Vaste, zone della provincia di Alessandria sono state investite la notte scorsa da nubifragi di eccezionale violenza. In parecchie località è caduta anche la grandine che ha provocato nuove distruzioni nei campi e nei vigneti. Corsi d'acqua, quasi rigagnoli in periodo normale, improvvisamente ingrossati dalla pioggia, sono straripati allagando campagne, cascinali e strade. Una persona è morta sull'auto finita nel fango; dell'incidente si parla in un altro servizio sul maltempo. E' ancora prematuro fare un bilancio dei danni: certo sono ingenti. E' stata una notte d'inferno. Nel triangolo compreso tra i comuni di Quargnento, Solérò e Lu Monferrato (ma anche a Frugarolo e Spinetta Marengo) nessuno ha chiuso occhio. I muggiti delle bestie impaurite, alla catena, nelle stalle, le grida delle donne spaventate, quelle dei soccorritori e le imprecazioni degli uomini che si vedevano spazzare via in poche ore di pioggia e grandine rabbiose il lavoro di un anno, hanno creato un'atmosfera allucinante nei paesi sconvolti dalla furia dell'acqua e del fango. A molti è sembrata una beffa: due modèsti ruscelli, il rio Melino ed il rio Mauro, ingrossati dalla pioggia, sono straripati verso mezzanotte rovesciando nelle strade e nelle piazze una coltre di fango di una decina di centimetri. L'acqua ha raggiunto i 78 centimetri. La mota si è infiltrata nelle stalle, nelle abitazioni a pian terreno. E' stato un fuggi fuggi generale verso i primi piani ed i fienili. Mobili e masserizie sono andati rovinati. Centinaia e centinaia di animali da cortile, anitre, conigli, polli e persino qualche cane sono morti imprigionati nel fango. Il nubifragio (che ha avuto a tratti l'aspetto di un tornado) ha investito una zona limitata ed a questo si deve se i danni non sono immensi; ma lo ha fatto con una furia spaventosa. Le prime notizie affluite agli uffici tecnici provinciali, danno già una sommaria visione delle distruzioni. Del resto basta parlare con i contadini delle zone colpite per rendersi conto che si è trattato di un disastro di proporzioni eccezionali, dell'ordine di centinaia di milioni. Giovanni Collerino, 83 anni, interrogato ancora sotto 10 choc della paurosa nottata dice: « Ho 83 anni. Non ho mai visto nulla di.simile a Quargnento ». Carlo e Stefano Platone, padre è figlio, 11 primo di 74 anni il secondo di 40, proprietari di una cascina a Solerò dicono all'incirca la stessa cosa. «Ricordiamo due altri allaga-, menti, ma mai niente di simile. Una volta fu nel 1917, un'altra nel 1951. Ma i danni che abbiamo subito questa volta sono incalcolabili: la melma ha danneggiato irrimediabilmente i trattori, l'automobile, i motori elettrici di uso industriale, l'acqua ci ha rovinato le provviste conservate in cantina: il raccolto di patate e il vino che era nelle botti ». Ferdinando Parigno, 62 anni, di Solerò, è sulla soglia di casa attorniato da montagne di masserizie e cataste di mobili rovinati. Sembrerebbe impassibile, davanti a tanto disastro, se non fosse per una ruga più profonda che gli segna la fronte. Eppure parla serenamente, riesce anche a sorridere e scherzare. E questo è un aspetto sconcertante, che tradisce la tempra di questi contadini. Non c'è disperazione, anzi una sorta di tenace adattamento: come dire che sono coscienti che la natura, la terra, può dare e può prendere a suo capriccio ed è solo la tenacia e la fatica che ne possono dominare la prepotenza. Adelmo Romanelli, 56 anni, salariato agricolo, sei figli, Quargnento, racconta: « Mi sono svegliato al rumore del ruscello che s'ingrossava. Sono corso a chiudere il portone proprio nel momento in cui l'acqua lo raggiungeva. Mi sono dovuto , arrampicare sui sostegni di ferro per non essere portato via. Poi ho raggiunto di nuovo la casa ed ho fatto salire tutti ai piani superiori. Era un inferno». Olindo Longhin, 44 anni, agricoltore di Quargnento, sposato e con due figli: « Ho messo in salvo mia moglie ed i ragazzi, poi attraverso la botola della stalla mi sono calato con una corda ed ho portato su il vitello. L'ho salvato, ma le galline e i conigli sono morti quasi tutti». Nelle strade lo spettacolo è desolante, vigili del fuoco e volonterosi armeggiano con i badili, pompe e secchi d'acqua per togliere il fango. Lavorano tutti di lena, aiutandosi l'uno con l'altro. Prima si spazza la casa di uno, poi la stalla dell'altro, poi la cantina di un terzo. Si puliscono i mobili. Le donne sono già lì con lo straccio umido di cera, per ridare il primitivo splendore al tavolo della sala, o alle gambe del canterano. Ormai è passata. C'è di nuovo il sole.. Si riprenderà a sperare che il vecchio progetto di allargare il rio Melino ed il rio Mauro venga infine approvato. m- jj. liberano Solerò, presso Alessandria, fango dopo il nubifragio (Moisio)

Persone citate: Adelmo Romanelli, Borbera, Giovanni Collerino, Melino, Moisio, Novese, Olindo Longhin, Spinetta Marengo, Stefano Platone