Vacanze in barca a vela tra le isole della Costa Azzurra

Vacanze in barca a vela tra le isole della Costa Azzurra Davanti a Cannes e Saint-Tropez, un mondo primitivo Vacanze in barca a vela tra le isole della Costa Azzurra Correre su un fragile battello, senza aiuto del motore, dà ai nostri viaggi un eccitante sapore d'avventura e di esotismo: una forma di vita sana che attrae molti giovani - Di bolina contro il vènto, non è poi così facile andare - Le raffiche si fanno più violente, riponiamo drizza e scotta, il sole brucia - A sera, tutto è silenzio - Soltanto, di lontano, le note d'un "juke-box" che si spegne (Dal nostro inviato speciale) Isola di Porquerolles, agosto. Arrivo alle isole felici: possono ben dirsi tali queste isole di Hyères, a due passi da Tolone, raggiunte a vela lottando col mistral che soffia gagliardo, o violento, almeno tre giorni su sette. La prima isola, quella del Levante, è nota come asilo dei nudisti: Port-Cros, parco nazionale assolutamente vergine, ammantata da foreste di pini, in gran parte inesplorabile, tanto fitta è la macchia fra gli alberi sontuosi. Più lontana, verso la penisola di Giens, è Porquerolles: grande e distesa, ricca di spiagge bianchissime, rosee, nere, dolce nei suoi pendii coltivati a vigneto, selvaggia nei suoi boschi che arrivano fino alle rocce e all'acqua nascondendo pernici e cinghiali, frotte di conigli selvatici. L'aria, perennemente accesa da una luce quasi violetta, è riempita dal canto delle cicale; a notte, quando il cielo acquista una profondità che sbigottisce, il silenzio assoluto cade sulle insenature in cui si radunano centinaia di yachts a vela (le poche voci italiane arrivano da grandi motoscafi con bandiera panamense a poppa). Nell'ansa di Port-Man, vero e proprio porto naturale di fronte all'isola del Levante, la notte è annunciata dal richiamo di un gufo, unica voce fra i pini che racchiudono lo scenario. Non c'è fragore di motori: qui la vela è il mezzo principe per navigare. La vela restituisce alle peregrinazioni turistiche il carattere di avventura e di lotta, e lo proviamo sulla nostra barca di sette metri e mezzo che ci ha portato in tre giorni dalla riviera ligure, con tappa a Saint-Tropez. Siamo in quattro. Dopo le brezze leggere della Costa Azzurra e dell'Estere!, ecco il mistral fra Port-Cros e Porquerolles, contro la dura mole di Cap-Blanc e di Cap-Bónat, temuti dai naviganti. Nel tentativo di risalire contro il vento che soffia a 25 nodi con onde di 2 metri e mezzo frangenti in brevi cascate di schiuma, lottiamo di bolina per quattro ore. Sottovento alla nostra barca, che è piccola ma agile e solida, va alla deriva un leggero scafo di plastica con un uomo e una donna appesi all'albero per conservare un disperato equilibrio. Reduci dall'isola del Levan te, i due sono completamente nudi, e non riescor- a rivestir si. dovendo usare mani e piedi nella lotta col vento. Hanno volti felici; rifiutano aiuto e continuano soli, contando di finire sulla costa di Hyères, in qualche angolo a ridosso. Attorno a noi, sul mare che si fa nero quando le raffiche di mistral sono più cattive, bordeggiano barche grandi e piccole con vele ridotte, flocchi minuscoli da tempesta, equipaggi fasciati di giubbotti salvagente gialli, rossi, arancione, come vuole la prudenza dei naviganti per diletto che fanno queste cose sul serio. Il vento rinforza ancora e dobbiamo chiudere ermeticamente il boccaporto di prua, anche l'ingresso della cabina; i colpi dì mare arrivano fino a poppa, polverizzati dal vento, e indossiamo le cappe impermeabili dopo aver ridotto, la « randa », o vela principale, facendo « una mano di terzaruoli » (si avvolge la tela in basso, fissandola con appositi legacci chiamati matafioni). Ma le raffiche superano la «forza sei», l'onda è sempre più violenta e decidiamo di ritornare a Port-Cros prima che il sole tramonti. Nella virata si sente all'interno della cabina il frastuono di oggetti che rotolano: raccoglieremo il binocolo impastato di marmellata, in un mare di gallette e di spaghetti usciti chissà come dai ripostigli delle vivande. Nell'ansa di Port-Man ci ritroviamo a decine; quasi tutte le barche dirette a Porquerolles hanno rinunciato alla lotta prolungata col mistral, che si placherà soltanto a notte. Nelle acque ben riparate ancora il saluto del gufo solitario, qualche rumore di pentole. Prepariamo il consueto pasto serale: spaghetti bolliti in acqua di mare, deliziosi dopo qualche giorno di assuefazione che cancella anche i dolori alla schiena, dovuti ai primi sonni sulle nostre cuccette, dure ed esigue. Alla mattina, verso le sei (si diventa mattinieri, contro le abitudini di tanti anni) ci rimettiamo in rotta per Porquerolles con mare in bonaccia. Così fa il mistral, che è duro ma capace di offrire sollievo a chi lo rispetti. Queste isole, e il loro mare, sono veramente il paradiso di chi associa al godimento delle vacanze la pratica della navigazione e la ricerca della genuinità più spoglia, quasi povera. A Port-Cros c'è un solo piccolo albergo, nella baia che dà il nome all'isola e che non è la più riparata; dalla parte opposta, 11 bellissimo rifugio di Port-Man non offre neppure la possibilità di scendere a terra in cerca di acqua dolce. Fra i pini e i canneti della riva una casetta bianca, unico segno di vita, è abitazione delle guardie forestali. Per i rifornimenti si va all'Isola del Levante, attraversando uno stretto canale e ancorando la barca lungo le scogliere riservate ai nudisti. Si scende a terra col battellino dì gomma; poi, fra gente nuda e scottata dal sole, si compie una lunga marcia a piedi fino allo spaccio di viveri dove una bella venditrice, naturalmente, nuda, dispensa frutta, formaggio, acqua minerale, e lunghissime «baguettes » di pane da portare sottobraccio. Il modulo mondano delle vacanze di St-Tropez e delle nostre riviere è cancellato. Mi sorprende il gran numero di giovani e giovanissimi, che si danno a questa vita dura, sana ma tutto sommato spartana, in compagnia di genitori spesso anziani. A ridòsso dell'Isola del Levante siamo ancorati accanto a uno yacht di Tolone: padre e madre sui cinquant'anni, due ragazze sui venti, molto graziose, che fanno asciugare le vele, puliscono la coperta, mettono in ordine drizze e scotte. Sulle altre barche, a centinaia, composizioni familiari analoghe, con molti ventenni che non rifiutano la compagnia dei genitori e che sembrano aver dimenticato gioiosamente le attrazioni delle vacanze in terraferma. Si ha un'impressione di sanità totale, anche nella pratica del nudismo. Quando il vento cede, e le giornate si fanno calme, in un sole africano, le isole svelano l'incanto delle infinite piccole spiagge, dei fondali trasparenti ricchi di fiora multicolore sotto rocce a forma di faraglioni, come i rochers des mèdes, gli arabeschi delle gorgonie, a dieci metri di profondità che annunciano Porquerolles da levante. E nelle sere tranquille 1 naviganti lasciano le barche all'ancora, scendono a terra per i divertimenti paesani che sembrano ricordi di età lontanissime. Mario Fazio Il « mistral » gonfia le vele, lo scafo corre leggero sulle onde appena increspate pMARE I.Porquerolles^t—I.PòJt CrvsEEE EM EDITERRANEO^/y. D'HYERES\

Persone citate: Blanc, Mario Fazio, Port-cros, Port-man

Luoghi citati: Cannes, Tolone