Nei vigneti «bruciati» dalla grandine per due anni non si vendemmierà più

Nei vigneti «bruciati» dalla grandine per due anni non si vendemmierà più Si Consiglio provinciale di Asti sui luoghi del disastro Nei vigneti «bruciati» dalla grandine per due anni non si vendemmierà più Sulle colline di Nizza Monferrato sono rimasti solo i pali che sostenevano i vitigni -1 danni si aggirano sui tre miliardi - Ieri una folla di agricoltori ha assistito alla riunione del Consiglio provinciale - Chieste immediate provvidenze per i danneggiati e per le cantine sociali che quest'anno rischiano il fallimento - Prestiti per 200 milioni concessi senza interessi dalla Provincia ai sinistrati (Nostro servizio particolare) Asti, 24 agosto. L'intera provincia di Asti non parla che dei danni della grandine: una distruzione di raccolti così drammatica ed estesa non si era mai vista, nemmeno nelle annate più burrascose. I danni, saliti a quattro o cinque miliardi, si ripercuoteranno su tutta l'economia astigiana. Del problema, oggi, si è occupato il Consiglio provinciale, fiancheggiato, assistito, sospinto da qualche manifestazione popolare. Prima della riunione straordinaria fissata per le ore 17, i componenti del Consiglio si sono recati nella zona di Nizza per constatare personalmente il disastro causato dalla grandinata del 12 agosto. Intanto circa trecento contadini, giunti in pullman ad Asti da vari centri della provincia, si riunivano nel capoluogo per assistere alla seduta provinciale. Nei giorni scorsi abbiamo descritto, in un lungo itinerario nel nord dell'Astigiano, le distruzioni subite da decine di comuni, ma a Nizza l'ultimo temporale ha infierito con una violenza spaventosa e su una distesa enorme di colline. La prima tappa dei consiglieri è stata Mombaruzzo, e precisamente la frazione Casalotto. Qui le vigne appaiono come bruciate dal fuoco: sono rimasti i pali e i vitigni spogliati di foglie e di grappoli. Le colline non sono più verdi, ma rossicce, e i filari quasi non si distinguono dal colore della terra. E' un panorama angoscioso che, in molti nostri sopralluoghi, abbiamo visto talvolta su qualche versante di collina, ma non a vista d'occhio, su tutte le colli..e che ci attorniano per centinaia e centinaia di ettari. Cerchiamo di dare un'idea dell'estensione del disastro con alcune cifre. Il territorio comunale di Nizza si estende per 3041 ettari; di questi 1500 sono stati colpiti dalla grandine e devastati dal 60 al 100 per cento. Ecco la valutazione dei danni: 800 ettari di vigneti (reddito 300 mila lire per « giornata », ossia un milione per ettaro) distrutti: danno 800 milioni. Altri 700 ettari coltivati a granturco, cardi e altri ortaggi, frutta, hanno avuto un danno di 700 milioni. Totale danni per il comune di Nizza un miliardo e mezzo. Distruzioni per un miliardo ha subito Mombaruzzo; e perdite per 500 milioni i paesi vicini (Maranzana, Fontanile, Quaranti, Castelboglione, Castel Rocchero, Castelletto Molina). Totale dei danni di Nizza e dintorni: 3 miliardi. A Nizza sono state presentate 600 denunce di agricoltori che invocano un risarcimento o un aiuto; a Mombaruzzo 50 denunce. Da Casalotto la comitiva dei consiglieri provinciali si sposta, per ardue strade di collina nel territorio di Nizza, sulla collina di San Michele che, insieme con quella di San Nicolao, Squarza e altre località, è pure «bruciata » dalla grandine. A S. Michele e S. Nicolao si raccoglievano le uve del miglior barbera di Nizza. Come è avvenuta tanta distruzione? Lo raccontano gli agricoltori che attorniano il presidente della provincia dott. Andriano per commentare con voce rotta dalla commozione, le conseguenze della grandinata: « Il 12 agosto, alle 17,30 il cielo s'era coperto di nuvole d'uno strano colore biancastro. Cadde un po' di pioggia e tirammo un respiro di sollievo, perché fa paura la grandine secca, non quella mischiata ad acqua. Ma era una vana speranza: in mezz'ora giunsero tre ondate di grandine da tre diverse direzioni. Una tempesta spaventosa, nulla poteva salvarsi da quel bombardamento, furono rotti anche i pali delle vigne e grossi tronchi. Mezz'ora durò, e tutto era perduto». Tra i filari vediamo degli agricoltori che potano alla base, col falcetto, le piantine della vite; qualcuno le estirpa, dovrà piantarne altre. C'è chi suggerisce di irrora-1 re il verderame sui vitigni che si vogliono salvare. Ma tutti sono d'accordo nel ritenere che per due annate in queste vigne non si vendemmierà nemmeno un grappolo. Il danno, catastrofico per le centinaia di famiglie colpite, sarà pure gravissimo per Nizza, a cui questi paesi fanno capo. Si prospettano gravi difficoltà economiche anche per il capoluogo e un problema di disoccupazione. Sono citati vari casi di mezzadri che già cercano lavoro in città. Il consiglio comunale di Nizza, riunitosi alla presenza di centinaia di agricoltori, ha votato ieri un documento per chiedere l'applicazione delle provvidenze di legge a favore dei danneggiati. Per le cooperative e le cantine sociali, che quest'anno rischiano il fallimento, si chiedono prestiti decennali al tasso dell'uno per cento e contributi statali sulle spese di gestione. Si invitano il governo e i gruppi parlamentari alla sollecita istituzione del Fondo nazionale di solidarietà, e si affida al sindaco di invitare sui luoghi del disastro i ministri on. PieracCini e Restivo. Terminato il sopralluogo, i consiglieri provinciali tornano ad Asti e trovano la sala del consiglio già affollata in modo mai visto nello spazio riservato al pubblico e nel corridoio. Il presidente apre la seduta e, ricordando le iniziative, le riunioni di tecnici e parlamentari, e i viaggi a Roma per ottenere che venisse affrontato il problema della grandine, dice: « Vorremmo che questa amministrazione potesse dire di aver fatto qualcosa, anche modesta, nei limiti delle sue possibilità». La Provincia agisce in questo senso, superando i suoi stretti compiti, per il dovere morale di intervenire in un problema che per la provincia di Asti, essenzialmente agricola, è d'importanza vitale. Finora chi ha dato un contributo è stata la Provincia con la collaborazione di qualche ente. Il presidente espone poi gli ultimi provvedimenti. La Provincia è disposta a concedere mutui senza interessi per un importo massimo complessivo di 200 milioni. Quattrocento famiglie potranno così ottenere un prestito gratuito di mezzo milione ciascuna, restituibile in cinque anni. « E' poco, ma è quanto la Provincia può fare'per. dimostrare la sua solidarietà con i danneggiati ». Si dichiara d'accordo con tutte le iniziative che possono sollecitare l'istituzione del Fondo di solidarietà, ma l'esito non è né per oggi né per domani. Perciò la Provincia appoggia ancora la proposta fatta nel convegno antigrandine della scorsa ; primavera: « Veniamo incontro agli agricoltori con la polizza di assicurazione, contribuendo cioè al pagamento del " premio ", in modo da garantire un rimborso di danni in caso di grandinata». «Per quest'autunno — ha concluso il dott. Andriano — vorremmo varare queste due iniziative: la concessione dei mutui e il contributo per le polizze di assicurazione ». Veniva quindi messa in discussione una mozione della maggioranza illustrata da uno dei presentatori, Giovanni Boano, il quale rilevava che la provincia di Asti negli ultimi sei anni ha perduto 15 miliardi a causa della grandine. Prendevano poi la parola i sette capigruppo e altri cinque consiglieri. La riunione iniziatasi alle 17 durava fin dopo le ore 22, seguita e commentata dal pubblico, fra cui spiccavano cartelli con varie scritte: « Chiediamo il Fondo di solidarietà», «Bisogna garantire il reddito del contadino » e altre simili. Venivano presentate due mozioni: dalla maggioranza, dal centro-sinistra e un ordine del giorno del consigliere liberale e del rappre; sentante dei contadini. Alla votazione la mozione Boano veniva approvata con 12 voti (de, psu), e 7 astensioni. La mozione chiede l'immediata approvazione di una legge istituti¬ i va del Fondo di solidarietà nazionale, e dà mandato alla Giunta di prendere accordi, al riguardo, con le i altre province piemontesi. Affida al presidente la convocazione dei sindaci della provincia (che si terrà domenica) e chiede l'applica¬ zione dei provvedimenti di legge a favore dei danneggiati. Inoltre chiede che vengano concessi contributi di gestione alle cantine sociali delle zone colpite e auspica l'esenzione dei danneggiati dal pagamento della imposta di famiglia, concedendo ai Comuni una erogazione di mutui per il pareggio del bilancio. Infine sollecita la costituzione dell'ente Regione affinché in tale sede possano essere concesse ulteriori provvidenze a favore degli agricoltori. Ettore Doglio Il presidente, della1 Provincia dott. Andriano, al centro, in un campo « bruciato » dalla grandine a Nizza Agricoltori con cartelli di protesta assistono al Consiglio provinciale ad Asti