La folla solitaria di Remo Cantoni

La folla solitaria Che cosa è V«uomo medio»? La folla solitaria Un libro come La folla solitaria di David Riesinan (tr. it., 11 Mulino, 1967) non lo si scopre certo oggi. Uscito nel 1950, fu subito un bestseller negli Stati Uniti e venne tradotto in quasi tutto il mondo. Da anni costituisce un punto essenziale di riferimento in ogni discussione riguardante i caratteri che contrassegnano l'uomo contemporaneo. Nato come studio che descrive i mutamenti del carattere americano, soprattutto nelle classi medie dei centri metropolitani, il li-, bro col trascorrere degli anni ha acquistato un significato nuovo e più universale: si è rivelato un testo pilota nello scoprire e individuare gli elementi più tipici dell'uomo di oggi, ben al di là dei limiti geografici e ' sociali che Riesman e i suoi collaboratori avevano posto alla loro indagine. L'uomo eterodiretto descritto da D. Riesman, N. Glazc e R. Dcnney, lo si ritrova come un prodotto fatto in sene in quasi tutte le società contemporanee che si stanno rapidamente industrializzando. Il prototipo dell'uomo diretto dagli altri si irradia e propaga oltre le frontiere degli Stati e delle stesse classi sociali. Il suo avvento e il declino dell'uomo diretto dalla tradizione e dell'uomo autodiretto descrivono la parabola dell'uomo del ventesimo secolo. La folla solitaria era già apparsa in una prima edizione italiana nel 1956. Undici anni dopo, in una nuova edizione, il libro si rilegge con immutato piacere e acuito interesse. Poco più di dieci anni sono bastati, ad esempio, per rendere il volto dell'uomo medio americano meno diverso del prevedibile da quello dell'uomo medio russo. E in un decennio l'italiano medio delle aree molto industrializzate assomiglia sempre più al modello dell'* antieroe » eterodiretto disegnato da Riesman, professore di scienze sociali ad Harvard. Le giovani generazioni di tutta quanta l'Europa — se con il termine Europa abbracciamo, come propone acutamente lo storico francese F. Braudcl, non solo l'Occidente, ma anche le nuove Europe « e cioè, da un lato, le molteplici filiazioni americane del continente antico; dall'altro, la multiforme esperienza dei sovietici, europea, checché se ne dica, fin nell'ideologia » — vengono sempre più educate c socializzate seguendo modelli di eterodirezione. Questi accostamenti ci fanno capire che il mondo si contrae e diviene intercomunicante, nonostante le frontiere e le cortine. In questo spazio ristretto e ormai trasparente, dove i gruppi sociali si guardano ininterrottamente e si pongono tra loro a confronto, abbattendo spesso gli schermi della propaganda ideologica e dei suoi logori clichés; l'onnipresenza del nuovo tipo umano che domina la scena del mondo appare in piena evidenza. L'uomo eterodiretto, figlio della civiltà industriale nella sua fase avanzata, lavora e si distrae, produce t consuma, affronta i problemi del sesso e della politica in modi sempre meno differenziati e personali. Forse non è lontano il tempo in cui gli scarti di preferenze, gusti, giudizi, emozioni tra i diversi gruppi sociali si ridurranno ancora fortemente sotto la prersione continua e massiccia dei mezzi di massa che operano un bombardamento quotidiano sulla psiche ormai indifesa della stragrande maggioranza degli uomini. Il fenomeno dell'uomo eterodiretto è, per sua natura, contagioso e dilagante perché gli argini che potrebbero contenerlo sono diventati sottili e potrebbero anche crollare. Ma lasciamo stare queste divagazioni sull'incerto futuro. Cerchiamo piuttosto di ricostruire, aiutati da Riesman, la fisionomia psichica e sociale dell'uomo eterodiretto, stagliandola da altre fisionomie. L'individuo diretto dalla tradizione era in contatto inin terrotto con un numero esiguo di persone. Doveva com portarsi osservando canoni prestabiliti. Si sentiva coperto di vergogna se la s.ua condor ta non veniva approvata. La persona « autodiretta » ha pesato incorporato in sé un giroscopio psichico, messo in moto dai suoi genitori, e obbedisce per principio al proprio pilota interno. Se esce dalla rotta impartita nell'intimità della casa o da un piccolo numero di guide, prova un sentimento di colpa. Dotata di grande stabilità, rimane salda anche quando il controllo dell'approvazione sociale non è utilizzabile, come nella vita tutta di un pezzo dell'inglese isolato ai tropici. La persona « eterodiretta », invece, impara a rispondere a segnali che provengono da una cerchia molto più ampia di quella costituita dai genitori. Come la persona diretta dalla tradizione, essa vive nell'ambito di un gruppo e non si avventura da sola per una strada sconosciuta. Ma il suo gruppo ambientale è diventato cosmopolita. Si trova a casa dovunque ed è capace di una intimità rapida, anche se superficiale, con chiunque. La persona diretta dalla tradizione prendeva i suoi segnali dagli altri, e i segnali giungevano su una sola lunghezza d'onda culturale. La persona eterodiretta, invece, deve poter ricevere segnali da lontano e da vicino, da più fonti che mutano rapidamente. Come afferma Riesman: «Ciò he può essere interiorizzato... non è un codice di condotta, ma l'elaborato equipaggiamento necessario per prestare attenzione a tali messaggi e, in qualche caso, per partecipare alla loro circolazione. In opposizione ai controlli di colpa e vergogna, per quanto questi ancora sopravvivono, una prima leva psicologica della persona eterodiretta è una diffusa ansietà. Questo sistema di controllo, invece di essere simile a un giroscopio, è simile a un radar ». I tre tipi umani descritti costituiscono una tipologia ideale. Nella stessa società americana l'uomo diretto dalla tradizione, l'uomo autodirctto e l'uomo eterodiretto sono frammischiati e convivono variamente dosati tra loro. La tradizione è il modello che aveva diretto i popoli primitivi, gli uomini del medio evo, ma quel modello sopravvive ad esempio nel Sud-Europa agricolo, nell'America latina, in Asia e in Africa, nei gruppi negri e bianchi più poveri, tra gli immigrati provenienti dalle aree rurali più arcaiche dove la famiglia numerosa e il gruppo degli adulti possiedono ancora prestigio. I tipi autodiretti sono più frequenti nelle piccole città e nella parte rurale degli Stati Uniti . del Canada, nell'Europa Nord-Occidentale. I tipi eterodiretti sono dominanti nei centri metropolitani degli Stati Uniti ed emergono ormai nei ceti medi delle grandi città industriali europee. L'uomo eterodiretto, questo protagonista del mondo attuale, è socievole, tollerante, duttile, cordiale, bene informato. E' in costante sintonia con il gruppo dei suoi pari. E' abie nelle relazioni umane ed è capace di negoziare con tatto. Non ha opinioni politiche ben precise, non si lascia travolgere da entusiasmi o compromettere da emozioni, non assume atteggiamenti radicali. Politicamente apatico, la sua condotta è quella dell'uomo dalla mano aperta e tesa. Gradevole e cortese, cerca più la sicurezza sociale che le imprese eroiche, preferisce l'approvazione alla fama, l'erotismo alla gloria, la cooperazione al potere. Mentre l'uomo autodiretto dell'America di ieri lottava con asprezza per diventare un eroe o un divo della produzione, l'antieroe di oggi cerca il riconoscimento e la benevolenza di una amorfa e incostante giuria di pari. Non vuol brillare di luce propria come un astro solitario bensì muoversi nel mezzo di una vera e propria via lattea costituita da contemporanei tra loro indistinti. Costantemente vigile, manovra gli altri come clienti che abbiano sempre ragione, anche se non dimentica che alcuni hanno più ragione di altri. L'uomo che si affida al radar dcll'eterodirézione ha spostato il centro della propria attività dalla produzione al consumo. Buon navigatore nelle acque tranquille, è tuttavia fragile quando la navigazione diviene rischiosa. La sua disposizione gregaria ha inde¬ bolito il suo equilibrio psichico che dipende ormai solo dagli altri, dal loro consenso. Incapace di solitudine, impreparato a una fruizione autonoma e spontanea del tempo libero, privo di interessi individuali autentici, rimane ansioso e atterrito quando il gruppo non lo sorregge e non lo guida con i suoi modelli di consumo, di svago e di comportamento. La persona eterodiretta non riesce a scoprire che la propria vita e il proprio pensiero, i propri sentimenti e i propri pensieri sono interessanti. L'idea che l'uomo sia stato creato libero ed uguale, secondo Riesman, è vera e ingannevole a un tempo. Per cercare di rendersi troppo simili gli uni agli altri, gli uomini dimenticano la loro diversità e rischiano di perdere, senza saperlo, la libertà sociale e la autonomia individuale. Remo Cantoni anpstfifti I II I II 111 1111111111111111 111 i i 11111111111 ! 111111111 ì ! Il

Persone citate: David Riesinan, Mulino, Riesman