L'industria giapponese dilaga in tutto il mondo

L'industria giapponese dilaga in tutto il mondo Le società nipponiche si fondono per battere la concorrenza L'industria giapponese dilaga in tutto il mondo Ultime notizie di ieri: Tokio costruirà un ponte sul Bosforo e fornirà treni veloci al Brasile - Un'inchiesta di «Business Week» sull'espansione dell'economia giapponese in tutti i campi : siderurgia, automobili, cantieri navali, macchinario pesante, televisori, prodotti chimici New York, 23 agosto. L'industria giapponese dilaga in tutto il mondo. Lo conermano le ultime notizie, giunte oggi contemporaneamente, dalla Turchia e dal Brasile. Ad Ankara si attende una delegazione giapponese, che stabilirà i termini della collaborazione tecnica relativa ala costruzione di un ponte sullo stretto del Bosforo. A Rio de Janeiro, il ministro dei Trasporti, Andreazza, ha annunciato che il Brasile è in contatto con tècnici giapponesi, per uno studio sulla possibilità di utilizzare convogli ferroviari veloci sulla linea fra Rio de Janeiro e San Paulo. I convogli veloci dovrebbero coprire la distanza fra le due città in cinque ore, rispetto alle 7 od 8 ore attualmente necessarie. Un rapporto speciale sulla presenza dell'industria giapponese nel mondo è pubblicato nell'ultimo numero della rivista economico-finanziaria americana Business Week. Il trauma provocato dalla disfatta del 1945 — scrive il giornale — costrinse per circa venti anni il Giappone ad un auto-isolamento. Oggi, però, la sua industria è presente nell'Asia Orientale, nel Medio Oriente, in Africa. Nelle Americhe, dall'Alaska al Perù, gli investimenti diretti aumentano e si consolida il commercio nell'ambito dei mercati statunitensi ed europei. Alcuni dati sull'industria giapponese potranno dare un'idea più precisa: il prodotto nazionale lordo è passato da 45 miliardi di dollari (28.080 miliardi di lire) nel 1960 ai 108 miliardi (67.392 miliardi di lire) del 1966; l'industria automobilistica, che lo scorso anno ha prodotto 2.280.000 veicoli, dovrebbe raggiungere, quest'anno, i tre milioni di unità e forse superare quella tedesca, passando al secondo posto nella graduatoria mondiale. La si- tiaiia-f i li i miiii i ■■■■tiiiiiiaiiiiiiiiiiiiiiitiiiitiiiii dotto, nel 1966, 48 milioni di tonnellate di acciaio e, attualmente, lavora al ritmo di 62 milioni di tonnellate annue. La produzione di tessuti sintetici, di televisori e radio, di prodotti chimici e plastici e di macchinario pesante è in continuo aumento; l'industria navale — da oltre un decennio la più grande del mondo — ha in progetto naviglio per un tonnellaggio che è quasi il doppio di quello dei suoi tre maggiori concorrenti messi insieme. Certamente, ancora molti problemi affliggono l'economia giapponese: uno di questi è la carenza di capitali da parte delle industrie. Altro problema — forse più grave — è che una larga parte della capacità produttiva giapponese è ancora dovuta a piccole ed inefficienti industrie che operano con macchinari antiquati. Ora, però — conclude Business Week — queste ultime stanno scomparendo (lo scorso anno ben 11.058 ditte hanno dovuto cessare le proprie attività) e le industrie si fondono e si associano per poter competere sui mercati mondiali. (Ag. Italia) il ministro Andreotti afferma nell'intervista che « nel 1968 l'economia industriale italiana oltre a dover sostenere un'aspra concorrenza da parte delle produzioni degli altri Paesi comunitari — conseguente alla scomparsa dei dazi tra i Paesi Cee — dovrà essere in grado di competere anche con le produzioni dei più importanti Paesi industrializzati estranei alla Comunità europea, con la sola difesa di una tariffa doganale comune i cui dazi, già di livello modesto, hanno subito, proprio a seguito delle trattative di Ginevra, una riduzione media di circa il 35 per cento ». « Tutto ciò sta a dimostrare — aggiunge Andreotti — quanto sia necessario per la industria italiana proseguire sulla strada già intrapresa, tendente ad un progressivo miglioramento delle strutture produttive e ad una contrazione dei costi di produzione ». (Ansa) Andreotti: ridurre i costi di produzione II ministro dell'Industria ricorda che la scomparsa dei dazi aumenta la concorrenza intemazionale Roma, 23 agosto. « Il contributo dell' industria all'ulteriore sviluppo del Paese » in tutti i settori è sottolineato dal ministro Andreotti in una intervista che sarà pubblicata sul prossimo numero del settimanale « Vita ». In merito all'influenza degli accordi del Mec e del « Kennedy round » sulla struttura industriale italiana,

Persone citate: Andreazza, Andreotti, Kennedy