Un altro rapimento dei banditi in Sardegna

Un altro rapimento dei banditi in Sardegna Un altro rapimento dei banditi in Sardegna E' il dottore in giurisprudenza Gianni Caocci, 24 anni, figlio d'un noto oculista di Cagliari - Sequestrato martedi notte nella sua villa di Aritzo a 85 chilometri da Nuoro -1 malviventi armati hanno imposto alla madre — se voleva salvare il ragazzo — di denunciare il fatto soltanto il giorno dopo - L'altro ieri era stato liberato l'industriale Catte dopo una terribile avventura durata venti giorni prigioniero nelle caverne e nei boschi (Nostro servizio particolare) Nuoro, 23 agosto. L'industriale Peppino Catte, liberato ieri dai banditi nei pressi di Mamoiada, stava narrando oggi alla radio la sua avventura durata venti giorni, e già un nuovo episodio criminale gettava l'allarme in Sardegna. Sei fuorilegge hanno rapito ieri notte dalla sua villa di Aritzo, paese di 3000 abitanti a 85 km da Nuoro nella Barbagia di Beivi, un giovane dottore in giurisprudenza, Gianni Caocci, di 24 anni, figlio di un noto oculista che esercita a Cagliari; al momento di allontanarsi con l'ostaggio i banditi hanno intimato alla madre di non denunziare il fatto prima delle 16 di oggi. Il giovane era ad Aritzo per le vacanze, abita a Cagliari al n. 53 di via S. Lucifero con il padre prof. Giuseppe, con la madre donna Caterina e col fratello maggiore Luigi, medico. Originari di Aritzo, i Caocci hanno in paese una vasta proprietà affidata alle cure di un fattore: d'estate vengono a trascorrervi brevi periodi. La tenuta si estende in località Gidilau, 2 chilometri fuori Aritzo sulla strada per Beivi: sono molti ettari con frutta, ortaggi e un noccioleto. A fianco della strada statale Aritzo-Belvì sorge la casa del fattore, il quarantacinquenne Carlino Lampis, che vi risiede stabilmente con la moglie Liberata, di 41 anni; una ventina di metri oltre è la villa padronale. Ieri vi si trovavano il dott. Gianni e la madre; il prof. Giuseppe e il figlio Luigi erano rimasti a Cagliari. Intorno alle 22 il cane da guardia ha preso ad abbaiare furiosamente: pensando ad uno sconfinamento di bestiame, il fattore Lampis è uscito dalla sita casetta e si è visto puntare contro un'arma da un uomo mascherato; altri pure armati e mezzo viso coperto di stracci, erano lì vicino. Il Lampis ha fatto il gesto di spostare la canna del fucile che gli era puntata sul viso, ma immediatamente i fuorilegge gli sono saltati addosso immobilizzandolo, poi l'hanno costretto a entrare in casa dov'era la moglie; tutti insieme i banditi e in mezzo a essi i coniugi Lampis sono andati alla villa padronale. Un fuorilegge ha bussato, è venuto ad aprire il dottor Gianni, dietro era la madre: forzandosi nella gentilezza il bandito ha detto al giovane: « Ci segua, ncn abbia paura, non le faremo del male, le conviene seguirci da bravo e zitto ». Donna Caterina, sebbene sconvolta dall'irruzione dei malviventi, ha trovato la forza di parlare con loro offrendosi come ostaggio invece- del figlio, ma i banditi erano ben decisi a prelevare Gianni, hanno ripetuto: « Il signorino non soffrirà: se le nostre istruzioni saranno eseguite, non gli faremo del male ». Parlavano simulando l'ossequio e poiché la tavola era imbandita ogni tanto si versavano da bere, infine uno ha detto rivolto a donna Caterina e ai due fattori: « Non dovete muovervi di qui do- vete rimanere chiusi in casa e guai a chi esce, e se denunciate la cosa prima delle quattro di domani pomeriggio non risponderemo della vita del signorino »; un altro ha detto: « Lei, signora, riceverà istruzioni, ci faremo vivi ». Soltanto ali ' ora indicata donna Caterina ha informato i carabinieri di Aritzo, ma già stamane si era messa in contatto telefonico con il prof. Giuseppe e con il dott. Luigi che sono immediatamente partiti da Cagliari arrivando ad Aritzo nel primo pomeriggio. L'episodio ha suscitato gran■de impressione anche perché nella zona tranquilla fatti del genere non sono frequenti: l'ultima drammatica vicenda risale a 17 anni fa. Nel gennaio del '50 furono uccisi il facoltoso possidente Vincenzo Arangino e il figlio dott. Antonello: il delitto gravissimo parve, tuttavia, un episodio a sé; per diciassette anni Aritzo è vissuta nella normalità. Ma già nel pomeriggio di ieri erano stati visti in lontananza nelle campagne di Aritzo e Beivi uomini armati, mentre pascolavano liberamente numerose mandrie; t pastori, insospettiti dalla presenza nella zona di uomini armati avevano preferito rimanere nella custodia del bestiame anziché rientrare in paese per la notte; la banda in realtà girava, ma non per rubare mucche. Il dott. Caocci è stato rapito poche ore dopo la liberazione di Giuseppe Catte, avvenuta ad Arbatax. rimasto prigioniero dei fuorilegge per venti giorni; è la terza vittima di un sequestro- di persona in questo mese di agosto. Mercoledì 2 cadde in una imboscata mentre in auto rientrava dalla sua azienda di allevamento di trote nella zona di Flumendosa Giuseppe Catte: cinque uomini incapucciati lo fermarono costringendolo a seguirli; poi fecero una richiesta di riscatto sembra di cinque milioni, dopo una richiesta iniziale di quaranta; lo hanno rilasciato ieri presso Mamoiada a una ventina di chilometri da Nuoro dicendogli: « Vada tranquillo ». Sabato scorso è toccato ad Aurelio Bagnino, commissionario Fiat per la provincia di Nuoro: l'hanno prelevato nella sua villa di Cala Liberotto, località balneare a 53 km. da Nuoro nel golfo di Orosei. Ancora i rapitori non si sarebbero fatti vivi. Giuseppe Fiori Gianni Caocci, rapito in provincia di Nuoro