Kieslnger ha posto una condizione per accettare II patto anti-atomico

Kieslnger ha posto una condizione per accettare II patto anti-atomico Kieslnger ha posto una condizione per accettare II patto anti-atomico Il Cancelliere dichiara: «Abbiamo chiesto a Washington che il trattato contenga questa clausola: che un paese senza atomiche possa ritirarsi qualora sia sottoposto a forti pressioni di una potenza nucleare » - Kiesinger afferma che Bonn « onora gli sforzi dell'America nel Vietnam », ma non si pronuncia sul « sostegno morale » - L'esercito tedesco, per ragioni di bilancio, sarà ridotto di 10-15 mila uomini (Dal nostro corrispondente) Bonn, 21 agosto. Davanti a 200 giornalisti, il cancelliere Kiesinger ha illustrato oggi l'andamento dei suoi colloqui con Johnson. Una conferenza-stampa priva di vere e proprie novità, e ricca invece di conferme alla generale impressione secondo cui la «buona atmosfera» dell'incontro tedesco-americano non ha avuto, sul piano delle cose concrete, che modesti corrispettivi. Due « grandi temi » sono stati affrontati nel corso delle conversazioni di Washington: il trattato per la non proliferazione delle armi atomiche e il ridimensionamento della Bundeswehr, che Bonn ritiene inevitabile a causa delle sue difficoltà di bilancio. Né per il primo né per il secondo problema si è giunti a decisioni di carattere conclusivo: Kiesinger lo ha ammesso senza reticenze, pur non mancando di insistere sull'importanza del fatto che fra Stati Uniti e Germania federale « la reciproca fiducia sia stata ora accresciuta ». La parte tedesca « rispetterà, una volta sottoscritto, l'accordo contro la disseminazione atomica ». Secondo Kiesinger, però, determinati aspetti del progetto sottopo sto alla conferenza di Ginevra per il disarmo devono ancora essere meditati e discussi, specie per quanto si riferisce al sistema dei controlli e alle garanzie che i « non nucleari » hanno diritto di chiedere. « Abbiamo avanzato a Washington — ha detto oggi il Cancelliere — una nuova proposta: che il trattato conten ga una clausola in base alla quale uno Stato non in possesso di armi atomiche possa ritirarsi qualora si vedesse sottoposto a forti pressioni da parte di una qualche potenza nucleare ». Per il futuro della Bundeswehr, di accertato vi è solo che non è più il caso di parlare di una riduzione di 60 mila uomini. Si dice che il ritiro degli effettivi dovrebbe essere limitato a 10 o 15 mila uomini, ma Kiesinger non lo ha voluto confermare limitandosi a far presente che nello sforzo per la difesa dell'Occidente i tedeschi sono i più impegnati fra tutti i Paesi in possesso dì soli armamenti convenzionali, e a ribadire che « nel limite delle sue possibilità la Germania federale continuerà a contribuire ai compiti della Nato ». Decisamente ottimista il capo del governo di Bonn si è mostrato per quanto si riferisce agli aspetti comuni della politica distensiva degli Stati Uniti e della Germania Federale. Per i tedeschi la volontà di una migliore intesa con gli Stati comunisti non può in alcun modo contraddire la ricerca della riuniticazione, e non deve pertanto cementare lo status quo in Europa. Su questo Washington è d'accordo « ed è proprio per evitare che possano verificarsi evoluzioni contrastanti che abbiamo concorda to più intense consultazioni periodiche ». Poche parole — ma molto chiare — Kiesinger ha dedicato alla questione dei rapporti con Parigi. Ha detto che «Francia e Germania Federale navigano sullo stesso battello europeo » e per questo mo tivo « sono destinate a coope rare ». Per Bonn, tuttavia, un'intesa con la Francia è concepibile solo se essa non tornerà a scapito degli Stati Uniti e dell'alleanza atlantica. Kiesinger ha concluso rifiu tondo di dire «si» o «no » quando gli è stato chiesto se egli mantenga o no il so¬ stegno morale che il suo predecessore Erhard aveva proclamato a favore della politica americana nel Vietnam. « Non sono abituato — ha detto il Cancelliere — a fare le cose a metà: e bisogna ammettere che quando si parla di sostegno morale non si sa dove esso cominci e dove finisca il sostegno politico ». Ed ha aggiunto: « Noi non critichiamo l'atteggiamento degli Stati Uniti nel Sud-Est asiatico e onoriamo anzi gli sforzi che gli americani compiono per la salvaguardia della pace nel mondo. Sappiamo però che se la Germania federale rappresenta una grande forza economica, essa è una potenza media sul piano politico. E' bene pertanto che le sue prese di posizione si limitino al proprio campo di interesse ». vice Conlerenxa-slampa al ritorno dall'America

Persone citate: Johnson, Kiesinger