In volo sulla immensa foresta del Canada ricchezza minacciata ogni giorno dal fuoco

In volo sulla immensa foresta del Canada ricchezza minacciata ogni giorno dal fuoco AVVENTUROSO VIAGGIO VERSO L'ESTREMO NORD DELL'AMERICA In volo sulla immensa foresta del Canada ricchezza minacciata ogni giorno dal fuoco Si estende su metà del territorio, rappresenta il maggior patrimonio del paese: ma deve essere difesa quotidianamente dal pericolo degli incendi Nel mese di giugno ne sono scoppiati oltre duemila - Le suggestive immagini dei grandi boschi, dove corrono alci, lupi, orsi e caprioli, fra laghi azzurri e torrenti impetuosi - Sulle antiche piste indiane si incontrano ancora oggi i cacciatori di pellicce, che ad ogni autunno partono verso il Nord (Dal nostro inviato speciale) Quebec, agosto. Gli incendi nelle foreste del Canada sono stati, in giugno, 2068. Ho questi dati dal Ministero Federale delle Foreste. Non si conósce ancora la cifra di luglio: si ritiene che sia inferiore, ma non di molto. In questo momento sei o sette, incendi avvampano nelle foreste canadesi e parecchie centinaia di uomini lottano per spegnerli. Un funzionario della « forc-' stale» mi dice: «Il Canada è il primo produttore del mondo di platino, di nichel, di amianto; è al secondo posto per l'oro, l'uranio, l'alluminio, 10 zinco, l'elettricità; è al terzo o quarto per l'argento, il rame, il piombo, il grano; sta diventando uno dei principali produttori di petrolio e di gas naturale. Ma la sua ricchezza maggiore è la foresta. Ogni anno il Canada esporta legno, pasta e carta per più di un miliardo e mezzo di dollari: un terzo delle esportazioni del paese. La foresta e le industrie del legno danno lavoro ad oltre 100 mila persone ». E' una ricchezza che sembra inesauribile. Infatti, quasi la metà della superfìcie del paese (più grande degli Stati Uniti, superato solo dall'Urss) è occupata dalla foresta. Non si sa come abbiano fatto a contarli, ma i canadesi assicurano di avere 5 mila miliardi di alberi. Un patrimonio immenso: dunque, si può essere prodighi, spensierati. Non si vede 11 motivo di preoccuparsi, anche se ogni anno venti milioni di piante vengono abbattute e alcune centinaia di migliaia, sono divorate dalle fiamme "d'uraritc I l'estate. Eppure, il Ministero veglia trepidò'stille sue foreste come una mamma sulla culla. Ha laboratori, stazioni di studio e zone sperimentali. Migliaia di botanici, chimici, biologi, ingegneri, agrimensori, funzionari, piloti e guardie. Subito si rimbosca dove le seghe meccaniche o il fuoco hanno aperto un vuoto. Si tiene la foresta sotto costante controllo: dove si scoprono insetti nocivi, batteri, virus e muffe, là vanno aerei ed irrorano gli alberi con la medicina adatta. « Ma è il fuoco il nostro nemico- peggiore — mi dicono. — Otto incendi su dieci sono causati dall'uomo, gli altri dalia folgore ». Lungo le strade che portano alla foresta vi sono cartelli con Vindice di infiammabilità, che può essere basso, alto od estremo: dipende dalla siccità e dal vento. Nei periodi di maggior pericolo parecchie foreste sono proibite ai gitanti. Sopra gli alberi emergono torri di vedetta dalle quali, ventiquattro ore su ventiquattro, una guardia scruta l'orizzonte e dà l'allarme al primo filo di fumo. Anche gli aerei volano alla ricerca dei fuochi. Questa sorveglianza permette di intervenire prontamente e di limitare il danno. Prima che venisse istituita, il fuoco era padrone: distruggeva fin che c'era qualcosa da distruggere, o non interveniva il cielo. Domando qual è stato l'incendio più catastrofico. Rispondono: «Quello del 1825, nella vallata Miramichi del New Brunswick. Un colono accese un fuoco che poi non riuscì a controllare: le fiamme divorarono la foresta per una lunghezza di 130 chilometri e una larghezza di 40, bruciarono villaggi e fattorie e 160 persone ». Mi mostrano il film di un incendio girato dall'aereo. E' tutta una valle che brucia e le fiamme avanzano veloci verso altri alberi, che ardono all'istante, Poi, sopra il rogo, una vampata: l'aria satura di gas ha preso fuoco. Il braciere erutta tizzoni e scintille che il vento porta lontano, ancora accese, causando altri incendi. Arrivano aerei: uomini e materiale vengono paracadutati. Per qualche minuto non si vede più nulla, perché il fumo avviluppa la zona. Che ne è dei pompieri paracadutisti? Eccoli, ora che il fumo dirada, che fanno il vuoto davanti al fronte delle fiamme, abbattendo alberi e scavando una trincea; con palate di terra soffocano i focolai scaturiti dalle scintille; con delle speciali pompe utilizzano l'acqua di un laghetto. II film finisce a questo punto. Comunque, con l'intervento dei « pompieri della foresta » quest'incendio non ha più praticamente storia. E' questione di poche ore: bloccato, si esaurirà. Più tardi, da un aereo che sorvola a bassa quota la foresta della zona del Sagucnay, a nord di Quebec, vedo una foresta devastata da un recente incendio. Uno spettacolo di morte che stringe il cuore. Grazie al ciclo usciamo da questa desolazione ed ora l'aereo vola sul verde degli abeti e degli aceri. E' la foresta viva, che palpita sotto il vento. Brulica di alci, di lupi, di orsi, di caprioli, di lepri, ha un tappeto di fiori, è percorsa da ruscelli e fiumi, scintillano laghetti. E' la profonda e misteriosa foresta che ha tentato lo spirito di avventura dei « coureurs de bois » e dei « voyageurs », che hanno , scoperto l'interno del Canada e la sua ricchezza. L'aereo punta verso il lago St. Jean. Non ci sono più « vagabondi dei boschi » ma vivono ancora, sulla riva di questo lago, i cacciatori di pellicce, che partono d'autunno quando gli aceri si colorano in rosso e per vecchie piste indiane vanno al Nord. Vivono, in pieno isolamento, nella neve. Non' si annoiano,' perché' la Vita dèi bóschr sviluppa- lirh'maginazione. CaraàhóiHfen&oSò^ trappole. Mangiano del capriolo e della lepre, bevono una mistura bollente di alcool puro e di vino rosso, che è quasi fuoco. Ritornano a primavera carichi di pelli di castoro. La zona del lago St. Jean. E' dunque la terra di Maria Chapdelaine, la donna canadese più conosciuta. Dolce e coraggiosa, ha vissuto in questa foresta « impenetrabile, ostile, piena di sinistri segreti, che ti stringe come un pugno crudele che bisognerà aprire a poco a poco, anno per anno, durante tutta una lunga vita oscura e dura ». Però Maria Chapdelaine non è mai esistita: l'ha inventata Louis Hémon, romanziere. 11 libro è famóso in tutto il mondo, ma qui non piace. Meglio non parlare ai canadesi di Maria Chapdelaine: rimproverano al romanzo di presentare la foresta come un nemico e una maledizione. « Cosa ha capito Louis Hémoti della foresta? — mi dice il pilota e mi indica in basso. — Guardi laggiù, ecco che cosa ha fatto la foresta ». Giù ci sono due città che trent'anni fa non esistevano. Allora c'era soltanto la foresta di pini e di ubeti con fiumi impetuosi che si gettavano nell'estuario del San Lorenzo. I primi esploratori avevano definito questa terra « buona per niente », con soltanto alberi e rocce mal messe. « C'è da pensare ;— avevano scritto — che sia la terra regalata da Dio a Caino ». Nel 1936 il colonnello Robert McCormick, editore del Chicago Tribune, venne qui per pescare il salmone. Pescò e si guardò attorno: un'infinità di alberi, i fiumi irruenti, capaci quindi di trasportare tronchi ed alimentare una centrale elettrica. « Costruirò qui — disse — la cartiera per il mio giornale ». Diede anche un nome alla zona: Baie-Comeau. Un mese dopo arrivarono minatori, carpentieri, boscaioli. La foresta fu piena del rumore dei bulldozers e dei camion. Sorsero tende che presto furono sostituite dai quartieri di abitazioni, mentre si costruivano la cartiera e la diga. Nel dicembre del 1937 usci il primo rotolo di carta della « Quebec North Score Paper Company », ora una delle più grandi cartiere del mondo. Luciano Curino MONTREAL, 19 agosto — Un Incendio di gigantesche proporzioni divampa nelle foreste sui monti al confine tra il Canada e gli Stati Uniti. Centinaia di ettari di boschi sono in preda alle fiamme e le autorità canadesi ed americane hanno proclamato nella zona lo «stato d'emergenza». Nella foto: veduta aerea del rogo (Tel. AnsaJ iiiimiimMiiiniiimiiimiiiiiiimiiinitiiiiitiiiuiiiuH

Persone citate: Comeau, Louis Hémon, Louis Hémoti, Luciano Curino, Maria Chapdelaine, Paper, Robert Mccormick

Luoghi citati: Canada, Stati Uniti, Urss