I rinoceronti, una specie minacciata di estinzione

I rinoceronti, una specie minacciata di estinzione I rinoceronti, una specie minacciata di estinzione Hanno avuto origine in America 70 milioni di anni fa - Un loro antenato, il Baluchiterio, era alto fino a cinque metri e mezzo - Ne sopravvivono cinque varietà, in Africa e nell'Asia sud-orientale - I giganteschi corni sul muso: non hanno nulla che fare con lo scheletro, possono cadere e rinascere - Perché diventano sempre più rari Quando si parla di grosse specie animali prossime all'estinzione, il nome dei Rinoceronti ricorre spesso, ma ricorre altrettanto spesso quando si vogliono ricordare le vicende storiche delle faune, cioè le trasformazioni che il mondo vivente ha subito nel corso dei tempi. La famiglia dei Rinoceronti ebbe origine con tutta probabilità nel Nord America durante il periodo Eocenico, cioè una settantina di milioni di anni fa; si diffuse poi in Europa e in Africa dopo aver popolato l'Asia. Nelle regioni centrali di questo continente visse lo spettacoloso Baluchiterio, che fu il gigante della famiglia toccando m. 5,5 di altezza. Gli uomini preistorici, che furono senza dubbio attenti osservatori della natura, riprodussero le fattezze dei Rinoceronti dipingendoli sulle pareti delle grotte o eseguendo graffiti su osso o avorio. Per lo spessore della loro pelle, queste poderose creature ebbero dai vecchi naturalisti la qualifica di pachidermi, attribuita pure agli Elefanti; tuttavia, nonostane il loro aspetto, i Rinoceronti sono molto più affini ai Cavalli che non ai Proboscidati. Mentre durante l'era Terziaria (o Cenozoico) vissero numerose specie grandi e piccole, oggi non ne sopravvivono che cinque: si tratta dunque di un esiguo resto, di una sparuta schiera in netto declino. La ritroviamo in aree sempre più ristrette dell'Africa e dell'Asia meridio- Glovanlsslmo rinoceronte indiano. Le pieghe della pelle, disposte in modo da suggerire l'idea di una corazza, sono chiaramente segnate già alla nascita naie, mentre i resti fossili abbondano in ben più estese zone, anche in altri continenti. I Rinoceronti sono massicci animali la cui altezza alla spalla può raggiungere due metri, con una lunghezza totale di quattro e mezzo. Il peso arriva a un paio di tonnellate. La pelle è di regola quasi priva di peli e in ciascuna zampa vi sono tre dita e altrettanti zoccoletti. In relazione col regime alimentare erbivoro, la dentatura risulta di grossi molari, a cui possono aggiungersi alcuni incisivi, mentre i canini mancano sempre. Una delle più evidenti caratteristiche di tutte le specie attualmente viventi sono le grosse protuberanze o corni che si sviluppano sul muso, in numero di uno o due; per molto tempo si è ritenuto che consistessero di peli fittamente assiepati, mentre oggi queste formazioni sono considerate come masse cornee compatte. I corni non hanno alcun rapporto con lo scheletro, cioè non hanno alcun sostegno osseo; possono cadere e ricrescere. I Rinoceronti vivono nelle praterie, nelle boscaglie, presso le zone paludose e anche nelle foreste, naturalmente con preferenze diverse a seconda delle specie. Il fango disseccato che spesso copre la pelle la difende dai parassiti, i quali sono pure eliminati in buon numero da certi uccelli che sogliono posarsi indisturbati sul dorso dell'animale; fra questi pennuti amici dei Rinoceronti possiamo ricordare la Bufaga, che rassomiglia agli Storni, e un piccolo Airone bianco, assai comune in Africa e in India. sono solitari, lenti. Hanno un solo piccolo per volta, subito capace di seguire la madre; la durata della vita è di una cinquantina d'anni al massimo. Sono assai timidi ma pur capaci di dimostrarsi pericolosi avversari, protagonisti di emozionanti avventure di. caccia. La quale fu spesso condotta con accanimento in quanto ai corni disseccati venivano attribuiti magici poteri terapeutici nella farmacopea cinese. . Il Rinoceronte indiano possiede un solo corno sul muso ed ha la pelle percorsa da alcuni profondi solchi che la dividono in grandi scudi contigui. Abita le zone paludose e le fitte giungle; è ormai molto raro, non sopravvivendo che nell'Assam e nel Nepal. Molto simile per aspetto e per mole è il Rinoceronte di Giava, che un tempo era diffuso fino al Bengala e che dimora nelle "foreste. Il più piccolo rappresentante della famiglia è il Rinoceronte di Sumatra, facilmente riconoscibile per la presenza di due corni, ma soprattutto per l'insolita abbondanza di lunghi peli rossicci che ricordano il vello di cui era ricoperta una grossa specie vissuta in Europa durante il periodo Glaciale; anch'esso vive nelle foreste ed è diffuso dall'India fino all'isola di Borneo. Il cosiddetto Rinoceronte nero si trova tuttora in discreto numero in parecchie regioni dell'Africa orientale dall'Abissinia alla Rhodesia. I suoi corni sono due, di cui l'anteriore più lungo, e talvolta tre; caratteristico è il labbro superiore prensile, ben prominente. Questa specie è considerata come la più aggressiva. La serie si chiude col Rinoceronte bianco, detto anche Ceratoterio, che è il gigante della famiglia: vi si rilevano infatti le dimensioni massime che abbiamo indicato più sopra. Anch'esso ha due corni, di cui l'anteriore — conico, acuto, un po' ricurvo — può misurare un metro e mezzo di lunghezza. Il labbro superiore non è prensile. Questa specie è più rara della precedente e si incontra in due settori dell'Africa: uno a nord (Sudan merid., Uganda, parte del Congo) e uno a sud (tra 1 fiumi Zambesi e Orange). In entrambi i Rinoceronti africani il colore è grigiastro, un po' più chiaro nel Ceratoterio: gli aggettivi « bianco » e « nero » sono quindi scarsamente giustificati. Come non pochi altri.animali, i Rinoceronti vanno facendosi sempre più rari e non sappiamo se le misure protettive recentemente adottate^ varranno a salvarli dalla scomparsa. Senza dubbio, essi ci ricordano le faune di lontanissime epoche; chiunque li osserva viventi, è indotto a ravvisarvi il termine di una lunga catena evolutiva, svoltasi per molti milioni dì anni. Osservare i Rinoceronti viventi non è diffìcile, poiché essi si adattano facilmente alla cattività; nessun grande giardino zoologico ne è sprovvisto. Enrico Tortonese LE INFINITE MERAVIGLIE DELLA NATURA VIVENTE Direttore del Museo Civico di Storie Naturale - Genova

Persone citate: Assam, Orange