Lo zio del re del Belgio truffato di 5 miliardi: ora non ha più un soldo di Sandro Doglio

Lo zio del re del Belgio truffato di 5 miliardi: ora non ha più un soldo Lo zio del re del Belgio truffato di 5 miliardi: ora non ha più un soldo Il principe Carlo, reggente dal 1944 al 1950, derubato dal suo agente - Ha scritto ad un amico: «Sono rimasto con i soli vestiti che indosso» - Avrebbe chiesto al Parlamento di concedergli nuovamente la «lista civile» (50 milioni all'anno) alla quale aveva rinunciato dieci anni fa (Dal nostro corrispondente) Bruxelles, 18 agosto. « Sono rimasto con i soli vestiti che indosso » avrebbe scritto il principe Carlo, ex reggente del Belgio e zio di re Baldovino, a un amico, raccontandogli i particolari di una colossale truffa di cui è rimasto vittima. Il principe Carlo ha infatti presentato denuncia per truffa contro il suo ex amministratore. Olivier Allard, personaggio molto conosciuto in Belgio. Secondo l'esposto. Allard si è appropriato di 375 milioni di franchi belgi (oltre 4 miliardi e 600 milioni di lire) appartenenti allo zio di Baldovino. Secondo le informazioni pubblicate stasera dai giornali belgi, il principe Carlo nel 1958 era ricchissimo, aveva circa 180 milioni di franchi belgi depositati in banca a Bruxelles, e aveva rinunciato alla « lista civile » prevista dalla Costituzione: 4 milioni di franchi (pari a 50 milioni di lire) all'anno. Fu in quell'anno che il principe Carlo incontrò Olivier Allard, figlio di banchiere, il cui fratello maggiore, barone Antoine, è presidente del movimento « Stop War », alt alla guerra, ed è conosciuto soprattutto come il « barone rosso », per aver accompagnato la regina madre Elisabetta del Belgio nella Cina comunista, e per gU atteggiamenti che prende anche in pubblico. Olivier Allard aveva saputo convincere il principe a non tenere i suoi capitali in banca, ma a cercare di farli fruttare investendoli: era stato nominato amministratore dell'ex reggente. Per un paio di anni almeno, a quanto risulta, gli affari del principe Carlo gestiti da Olivier Allard andarono a gonfie vele, tanto che il principe poteva contare su una rendita di almeno 130150 milioni di lire all'anno. Nel 1962, tuttavia, Allard decideva di reinvestire in Svizzera, sotto forma di titoli o di società immobiliari, tutti i beni del principe. Senza dubitare di nulla, Carlo firmò, fra il 18 e il 24 febbraio, una serie di documenti che in realtà erano ricevute, sulle quali il principe affermava che Olivier Allard gli aveva restituito in biglietti di banca belgi circa 300 milioni di franchi. « Io credevo si trattasse di una astuzia amministrativa», dice oggi il principe, « perché in realtà non ho avuto neppure un centesimo a. In realtà Allard, secondo la denuncia, aveva fatto passare clandestinamente in Svizzera i capitali, aveva costituito diciotto società, alcune immobiliari, altre finanziarie, una persino proprietaria di un battello, lo « Zurga », che bat¬ te bandiera panamense nel Mediterraneo. Il principe continuava ad aver fiducia nel suo intendente, ma in realtà non era più proprietario di niente. Nel novembre dell' anno scorso, Carlo cominciò ad avere qualche dubbio, convocò Allard e gli chiese i conti: « Siete stato pagato nel 1962. in contanti, e avete persino firmato le ricevute », fu la risposta dell'amministratore. Al principe non è rimasto che affidarsi a due avvocati e chiedere gli venga ristabilita la lista civile. Sandro Doglio llllllilllllilllllliililllliMllllllllllllilllliliillliiiiii 11111111111111111111119111111 tisiiiiiiiiiiiii miniti » tiiiiiiiiiiiiifiiuiiii itiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiitiiiiniiiiiiiiiitiii.iitiiiiiiiiiiiii

Luoghi citati: Belgio, Bruxelles, Cina, Svizzera