Due funzionari commerciali della Cina visitano la motonave bloccata a Genova di Filiberto Dani

Due funzionari commerciali della Cina visitano la motonave bloccata a Genova Mentre compaiono altre scritte, tra 11 ridicolo e il provocatorio Due funzionari commerciali della Cina visitano la motonave bloccata a Genova Sono giunti in aereo da Roma - Uno dei due è ripartito ieri sera per la Capitale - Ha dichiarato: «Sono venuto per vedere come sta il mio capo» - Quest'ultimo è il direttore della missione commerciale cinese in Italia: si trova sulla nave da domenica - Si presume che abbiano concordato come proseguire le manifestazioni antiitaliane - Smentito che ì marinai cinesi abbiano bisogno di acqua (Dal nostro corrispondente) Genova, 17 agosto. « Sono venuto a Genova a vedere come sta il mio capo ». Così ha lisposto questa sera alle domande dei giornalisti il signor Chien Paoshen, incaricato d'affari commerciale della Cina comunista a Roma, giunto stamane dalla capitale in aereo e riinasto per circa sette ore a bordo della « Liming », la nave di Canton che da cinque giorni si rifiuta di salpare le ancore. Chien Pao-shen è sceso alle 10.45 all'aeroporto «Cristoforo Colombo ». con il medico dott. Jung Shun-siang, anch'egli membro della missione commerciale cinese in Italia. L'arrivo dei due personaggi era atteso dalle autorità portuali con grande interesse. Si era pensato in un primo tempo che il loro intervento potesse risolvere la grottesca situazione della nave, che non può scaricare le proprie merci finché non saranno fatti sparire i cartelli propagandistici e protestatari. Ma le speranze sono andate deluse. Il vero « numero uno » cinese in Italia si trova già a bordo, fin dall'inizio della vicenda. E' quello stesso signor Liu Jo-ming che, sabato scorso, fece polemiche dichiarazioni ai giornalisti e che, l'indomani mattina, sali a bordo della « Liming » contribuendo (si ritiene, in maniera determinante) alla redazione dei cartelli di protesta e alla traduzione italiana delle altre scritte. Liu Joming è vice rappresentante in Italia del Consiglio generale per la promozione del commercio internazionale. Il che conferma definitivamente che la messinscena è stata orchestrata con una perfetta regia e che i cinesi sono ben decisi a mantenere l'atteggiamento di aperta sfida nei confronti delle autorità portuali. Chien Pao-shen e Jang Shun- siang sono stati accolti, al loro arrivo a Genova, da un dirigente dell'Amat, il dott. Alfredo Jegher (suddito britannico) e da un suo impiegato. L'Amai (« Adriatic Mercantile a trading ») è agente a Genova della flotta di Stato cinese. Con un'auto, il dott. Alfredo Jegher ha accompagnato i due cinesi al grand hotel « Colombia », dove hanno prelevato i bagagli lasciati domenica scorsa dal signor Liu Joming, saldando anche il conto (come è noto il « numero uno » cinese non è più sceso dalla nave). Indossavano impeccabili completi grigi con cravatta, all'occhiello avevano il distintivo rosso con il profilo di Mao Tse-tung; portatisi. sottobordo, si sono rivolti al marinaio di guardia che evidentemente (a giudicare dal suo moto di sorpresa) non attendeva la visita e che ha subito estratto di tasca il libriccino rosso con le massime di Mao, agitandolo in segno di saluto. I due a terra hanno fatto altrettanto, cavando di tasca l'inseparabile «breviario». Poi sono saliti su una barca a remi e si sono fatti condurre allo scalandrone, che s'affaccia sul mare dalla fiancata sinistra della « Liming ». Mentre la barchetta si avvicinava, l'equipaggio s'è rapidamente riunito in coperta: tutti hanno estratto i libriccini rossi, recitando ad alta voce il pensiero del capo comunista, mentre i due nuovi arrivati applaudivano. Saliti a bordo, si è fatto incontro il comandante Ku Fu-shan, che li ha accompagnati verso la sua cabina. Alle 18, stessa sonora manifestazione per lo sbarco di Chien Pao-shen, il quale, alla domanda dei giornalisti (« Quando ripartirà la Liming?; ha risposto: « Non so niente. Sono venuto a Genova per vedere come sta il mio capo ». Quindi, dopo aver salutato con un cortese inchino, si e avviato all'aero- porto e, alle 18,40, è ripartito per Roma. Il medico, invece, è rimasto a bordo. Che cosa si sono detti gli autorevoli esponenti cinesi? A quanto risulta dai successivi avvenimenti, essi debbono senza dubbio aver concertato il testo di due nuovi cartelli che infatti, verso sera, dopo la partenza di Chien Pao-shen, hanno fatto la loro comparsa su quella che ormai tutti a Genova chiamano la « nave a fumetti ». Ecco il loro contenuto, sempre in cinese e in italiano: « Protestiamo energicamente con¬ tro le autorità portuali per l'atto fascista di privare l'equipaggio dell'acqua potabile », e « Protestiamo energicamente contro le autorità portuali per l'irragionevole rifiuto di compiere le operazioni di scarico ». Il gen. Luigi Gatti, vicepresidente del Consorzio del porto. Ita espresso l'augurio che i cinesi smettano il loro grottesco atteggiamento. « E' probabile però — ha detto il generale — che, dopo tutto il baccano che hanno fatto, non vorranno dimostrarsi improvvisamente arrendevoli. Noi siamo pronti ad agevolare qualunque loro atto di " buona volontà ", naturalmente nell'ambito della più decisa osservanza delle disposizioni di legge italiane. «Ogni contatto con la terra — ha ribadito il generale — sarà ristabilito soltanto dopo che saranno state tolte le scritte propagandistiche e provocatorie. Comunque è bene precisare che la richiesta d'acqua non è fondata. Infatti al suo arrivo a Genova il comandante della Liming aveva comunicato di avere ancora 300 tonnellate di acqua potabile a bordo. Non è possibile che siano state consumate ». Filiberto Dani Appena sbarcato dalla «Liming», l'addetto commerciale cinese, indicato dalla freccia, parla ai giornalisti (Tel.)