Giorni movimentati per Gianni Motta

Giorni movimentati per Gianni Motta Giorni movimentati per Gianni Motta Il corridore lombardo martedì si è ritirato nella corsa di Maggiora a causa d'una foratura - In precedenza, e nel momento dell'abbandono, è stelo protagonista di vivaci scontri con alcuni spettatori - A Camaiore, Motta è caduto, fortunatamente senza danni - La cronaca delle due competizioni m (Dal nostro inviato speciale) Camaiore, 16 agosto. Due giorni dì ciclismo con due corse disputate in località ad oltre 400 chilometri di distanza una dall'altra. Ieri, circuito a Maggiora, in provincia di Novara; oggi, circuito a Camaiore, in provincia di Lucca. Seguiamo l'ordine cronologico degli avvenimenti, torniamo indietro di 24 ore, torniamo al circuito di Maggiora. Ventitré atleti soltanto alta partenza, 32 giri di un tracciato reso pesante dalla breve, ma ripida salita del Balmone. Tutti insieme per circa metà gara, di fronte ad un pubblico incredibilmente folto. Poi, d'improvviso, appunto sulla salita del Balmone, è scattato Balmamion. Gli avversari — Bitossi in particolar modo — gli hanno risposto quasi con rabbia. Il campione d'Italia ha tenuto duro. Per tre giri, il suo vantaggio si è limitato ad un centinaio di metri, quindi il gruppo si è arreso alla superiorità del piemontese. E Balmamion ha tagliato trionfalmente il traguardo con-2'37" su Ugo Colombo e su Moser e con 5'35" sul plotone, dal quale mancava Motta, ritiratosi pochi chilometri prima della fine a causa dì una foratura. Dopo l'incidente Gianni ha fatto i conti. L'inseguimento era impossibile, tanto valeva anticipare i tempi ed abbandonare. Il brianzolo ha messo piede a terra, un tifoso, evidentemente non troppo soddisfatto, l'ha interpellato in modo poco urbano. Motta ha ribattuto per le rime, alzando la bicicletta per fare vedere che la gomma era realmente a terra. Un rapidissimo scambio di opinioni, un ti botta e risposta», per fortuna verbale, e l'incidente si è risolto senza guai. Era però il secondo della giornata, con protagonista il corridore lombardo. Perché già due giri prima, alla Curiosa inquadratura di Balmamion, uno dei ciclisti italiani che parteciperanno al mondiali (Foto Moisio) tro bisticcio. Uno spettatore, a quanto si dice, lo aveva insultato. Ed il brianzolo, in evidente vena polemica, era sceso dì sella per risolvere la questione, sembra, alla maniera forte. Secondo alcuni testimoni lo spettatore sarebbe stato colpito al viso dal corridore, ed un battibecco si sarebbe acceso fra il pubblico, divìso fra i sostenitori e gli «avversari» del corridore. Da Maggiora a Camaiore. Qui, oggi, figurava in programma una corsa per la verità un po' strana, gli atleti superarono più. Primo Dalla Bona. Un ragazzone che, nel '67, è passato al professionismo, dopo esser stato due volte campione del mondo a squadre dei dilettanti. Ha ventitré anni. E quella di oggi rappresenta la sua prima affermazione nella nuova categoria. Il gruppo del migliori si affacciava con un ritardo di l'IO". Comprendeva tutti gli azzurri, ad eccezione di Zandegù, il quale, in scarsa vena, aveva compiuto soltanto qualche chilometro, infilando quindi la via dell'albergo. Per metri, quindi su un anello ri-j dotto e lungo 38 chilometri, ed infine erano- chiamati ad affrontare per, quattro volte un tracciato più breve, di 28 chilometri:-nel complesso 203 chilometri e, sulla strada, si assiepava un pubblico strabocchevole e straripante, specie su un tratto di rampa, dove i tifosi erano ricchi di espressioni, talune pittoresche ed altre semplicemente villane. Novantotto al via, con Gimondi e con Basso, freschi reduci dalla loro tournée all'estero. Basso era apparentemente in ottime condizioni, Gimondi, invece, aveva gli occhi pesti per una notte insonne a causa di un'indigestione. Molta curiosità per l'aria: sette azzurri dei « mondiali » già erano scelti, ne mancava ancora uno, l'ultimo. Chi -sarebbe stato? Il signor Carini, presidente della Commissione tecnica, non faceva misteri nella sua preferenza nei riguardi di Bitossi. La gara partiva a ritmo allegro, grazie a parecchi tentativi di fuga che. non centravano il bersaglio. Cadeva Motta, ma senza conseguenze. Poi, verso il 60" chilometro, allungavano Zuccotti, Lievore e Maserati che, poco dopo, venivano ripresi da Neri, Quarleri, Battistinì, Ballinì, De Prà, Zancanaro, Zanin, Poggiali, Mealli, Dalla Bona, Farisato, Carletto ed Ugo Colombo. Pareva un'azione di scarsa importanza e sì trattava invece dell'episodio risolutivo. I sedici insìstevano a pieni pedali. Dietro di loro, nel gruppo, la Molteni frenava lo slancio della riscossa, per aiutare l'azione di De Prà. Via via cedevano in parecchi, finché restavano al comando Dalla Bona, De Prà, Ballini, Poggiali, Battistinì, Zancanaro, Carletto e Farisato. Inutile perdersi in una cronaca minuta. Ad un paio di chilometri dal traguardo; nel drappello di testa, Poggiali si affiancava a Dalla Bona. I due, entrambi gregari di Gimondi, parlottavano tra di loro. « Tenta tu — disse Poggiali a Dalla Bona —: se ti va male, tenterò io». Dalla Bona inarcò la sua schiena possente e schizzò via a cinquanta all'ora. Gioco fatto. Gli altri, nella loro riscossa, arrivarono sì nella scia del gigante veronese, ma non lo m I il resto, il « tutto bene » di prammatica. Che, naturalmente; vale di augurio per gli ormai prossimi campionati del mondo. g. bocc. MAGGIORA - Ordine di arrivo: 1. Balmamion, km. 135 in 3 ore 44", media 36,160; 2. Ugo Colombo a 2'37"; 3. Moser s.t.; 4. Macchi a 5'35"; seguono con lo stesso tempo: 5. Panizza; 6. Taccone; 7. Adorni; 8. Massignan; 9. Preziosi; 10. Bitossi. CAMAIORE - Ordine di arrivo: 1. Dalla Bona, chilometri 203,100 in 4 ore 58', media 40,880; 2. De Prà; 3. Ballini; 4. Poggiali; 5. Battistinì; 6. Zancanaro, tutti col tempo di Dalla Bona; 7. Carletto a 7"; 8. Farisato a 10"; 9. Mealli a 50"; 10. a l'IO" Dancelli, che batte in volata Basso, Adorni, Soave, Milioli, Grazioli, Balmamion, Poli, Bitossi, Anni, Michelotto ed altri 23 corridori, tra cui Motta, Passuello, Gimondi, Zilioli e Taccone; 44. Altig a l'45"; 52. e ultimo Zuccotti con lo stesso tempo. Partiti 99; arrivati 52. gg pventottesima tornata. Motta I dovevano impegnarsi su un era stato al centro di- un al-1 anello di circuito di 53 chilo-