Disciplina di ferro alla Juventus: Sarti, Leoncini e Zigoni puniti

Disciplina di ferro alla Juventus: Sarti, Leoncini e Zigoni puniti Il trainer non ammette lo scarso impegno dà parte dei suoi giocatori Disciplina di ferro alla Juventus: Sarti, Leoncini e Zigoni puniti Il terzino (che spera di essere ceduto a novembre) allontanato dal campo - Per Leoncini e Zigoni un quarto d'ora di allenamento supplementare - Motivo : non avevano eseguito gli ordini di Heriberto Herrera Non c'è tranquillità per la Juventus nel e ritiro» di vaiar Perosa. Dopo la rientrata « ribellione » di Salvadore in contrasto con la società per la cifra del nuovo contratto e la minaccia, non del tutto annullata, degli altri otto dissidenti di non disputare le prime gare ufficiali della stagione, ad alimentare il clima di tensione è scoppiato un « caso » Sarti. Il terzino è sta to « espulso » ieri mattina dall'allenamento perché non manteneva il ritmo dei compagni. Sarti, in tono polemico, ha ripetuto che chiederà ai dirigenti dì essere ceduto ad un'altra società con la riapertura delle liste autunnali. A tal proposito avrà un colloquio con il vice presidente Giordanettt. E non basta. Leoncini e Zigoni che denotavano svogliatezza, per « punizione » sono stati sottoposti ad'un lavoro supplementare. Si pensa che questo nervosismo sia legato alla # grana» dei reingaggi. E' certo che esso crea difficoltà ad Heriberto Herrera. Questa la cronaca dei fatti. Sul campo Riv-Skf i bianconeri stavano svolgendo le esercitazioni. E' noto che Herrera pretende da tutti il massimo impegno. Egli, inoltre, è severo con i suoi atleti e non concede tregua ad alcuno, né ammette rallentamenti di ritmo. Ad un tratto ha notato che Sarti era impacciato nei movimenti (« A causa di una calza che, scivolata sotto il calcagno, mi procurava non poco fastidio». ha precisato poi il giocatore) e non si adeguava alla cadenza dei compagni. L'allenatore ha richiamato il terzino energicamente invitandolo a svolgere con maggior decisione un certo esercizio. Il difensore gli ha risposto che lo aveva già effettuato e che comunque l'avrebbe ripetuto. Il « trainer », seccato, ha taglialo corto alle discussioni e gli ha ordinato di allenarsi in disparte. Sarti sulle prime ha obbedito, poi ha abbandonato il terreno. Più tardi Herrera ha spiegato ai giornalisti che « Sarti ha "riposato" perché non voleva allenarsi». Ed ha aggiunto: « Non seguiva la preparazione con l'impegno degli altri ed è rientrato negli spoglùitoi ». Curioso l'atteggiamento del tecnico paraguaiano nei confronti di Leoncini. Herrera, prima di dare inizio alla partitella a ranghi ridotti che ha integrato la seduta, notando, con disappunto, un certo rilassamento fra i giocatori, ha chiesto a voce alta se qualcuno si sentisse stanco. In tal caso, egli ha detto, l'atleta affaticato doveva andarsene, perché così non si poteva lavorare. Dai ranghi è uscito leoncini che si è avviato verso gli spogliatoi. Heriberto lo ha subito fermato chiedendogli spiegazioni. Il mediano ha detto di essere appunto stanco. La risposta non è parsa valida ad Herrera che ha isolato l'atleta costringendolo ad allenarsi un quarto d'ora in più degli altri. Lo stesso provvedimento è toccato poi a Zigoni perché il centroavanti, al termine della partitella, non eseguiva gli esercizi « scioglimuscoli » con attenzione. Al rientro in albergo Herrera, contrariato per gli episodi che turbano la preparazione della Juventus, è tornato sull'argomento e si è sfogato: « Certi professionisti, seppure in disaccordo con la società sul piano economico, dovrebbero dimenticare ì loro problemi quando sono in campo, dove è necessario concentrarsi al massimo. E' questo il miglior sistema per suffragare le loro rivendicazioni. L'allenatore può, in tal modo, aiutarli testimoniando con i dirigenti della loro buona volontà e gettare le basi per una soddisfacente soluzione dei problemi. L'attività svolta di proposito a ritmo ridotto è assurda e controproducente. Io non la tollero. Se qualcuno vuole insistere su tale metro, lo dica: è meglio che se ne stia a casa! ». Herrera a volte è brusco nei modi e a chi lo accusa di non avere « tatto » nei confronti dei giocatori, risponde: «Io credo nel calore umano, ma attraverso il lavoro. Non posso ripetere la stessa cosa per dieci volte ad un atleta, padre di famiglia. Per 22 ore su 24 posso essere l'amico, il confidente dei giocatóri. Ma nelle due ore che trascorriamo insieme in allenamento, non transigo ». Herrera ha ricordato un significativo episodio che contribuì a chiarire la sua personalità. Un giorno, durante gli esercizi, insultò un suo giocatore. Alla fine della seduta andò da lui e scusandosi anche se — aggiunge — per sottolineare l'errore dell'atleta gli disse che sul momento avrebbe voluto trovare un insulto ancor più aspro. Questo non per cattiveria, ma per incitare alla serietà. « Mi consola pensare — ha concluso — che tutti quei calciatori che si sono lamentati dei miei sistemi nel periodo in cui li guidavo, sono poi diventati miei grandi amici perché hanno capito che operavo nel loro interesse ». Che ne pensano i dirigenti? Il vicepresidente Giordanetti, intervistato telefonicamente a Champoluc dove si trova in vacanza, si è detto convinto che l'ordine e la disciplina torneranno presto in sen,o alla squadra. Per quanto riguarda la richiesta dì trasferimento di Sarti, una decisione verrà presa a suo tempo, d'accordo con le esigenze della compagine e dell'allenatore, b. b.

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